Capitolo 38 - Los Angeles

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Kylie's pov

Salimmo la scalinata che portava all'interno dell'aereo e seguimmo un ragazzo molto alto vestito in maniera elegante con giacca e cravatta che ci scortò all'interno dell'area riservata alla prima classe.
《Non ce n'era bisogno! La classe economia andava bene ugualmente!》esclamai una volta seduta su una comoda poltrona bianca in pelle che ero sicura avrebbe reso il viaggio più confortevole che mai. Un'avvenente giovane hostess vestito in blu venne verso di noi spingendo un carrello su cui erano state adagiate diverse bottiglie fu champagne.
《Posso offrirvi un delizioso bicchiere del miglior champagne in circolazione?》chiese con voce squillante e sorriso a trentadue denti.
《Sì grazie》 le rispose Caleb annuendo. La ragazza, senza smettere di sorridere, versò un po' di vino in due boccali e ce li porse. Sul suo viso notai due occhiaie nascoste da quelli che sembravano diversi chili di trucco tradendo la sua espressione di gioia e riposo.
Passò oltre di noi e la sentimmo chiedere ai signori dietro di noi ciò che ci aveva appena offerto.

《Questo champagne è davvero ottimo. Devo chiedere alla signorina il nome》
Sorrisi a Caleb e lo assaggiai, scoprendo che aveva assolutamente ragione.
《Basta che non le chiedi anche il numero di telefono》scherzai sorseggiando dal mio bicchiere.
Caleb si girò verso di me e alzò un sopracciglio che creò sul suo viso un' espressione accigliata. Gli sorrisi e lui ricambiò.
《Ti va di vedere un film?》mi chiese dopo un po' .
《Certo! 》risposi mentre Caleb accendeva un televisore, abbastanza grande posizionato davanti a noi e scorreva il menù.
Stavo leggendo la lista insieme a lui quando un trambusto vicino al corridoio che portava alla classe economica attirò la mia attenzione.
La hostess che poco prima ci aveva serviti lo champagne era china a terra e stava aiutando qualcuno a raccogliere qualcosa da terra. Si alzò e con cortesia porse un paio di libri a un uomo dai capelli corvini che mi dava le spalle. Per qualche strano motivo non riuscii a togliere gli occhi di dosso da quell'uomo e continuai a guardarlo parlare con la hostess che sorrideva divertita.
L'uomo si passò una mano tra i capelli sbarazzini e il cuore mi si fermò in gola. Possibile che James potesse aver preso proprio il nostro aereo? Lo fissai con un'intensità sempre maggiore e, non saprei spiegare perché un moto di delusione mi pervase il corpo quando si girò e capii che non era lui.
《Kylie ci sei? 》Caleb stava cercando di attirare la mia attenzione sventolami una mano davanti agli occhi 《Stai bene?》
《Sì scusa....per va bene》dissi senza sapere con che cosa ero d'accordo e mentre Caleb borbottava qualcosa a riguardo della facilità a convincermi di guardare Jurassic Park io continuai a tenere gli occhi fissi sul ragazzo, pensando che in qualche modo potesse diventare un'altra persona. Mi sentii in colpa per il resto del viaggio ma da poi qualche parte sopra il Colorado mi dissi ch ero rimasta delusa perchè volevo che mi vedesse lì con Caleb, così da e
fargli capire quanto fossi felice da ragazza impegnata.
Sorrisi tra me e me soddisfatta di quella spiegazione e per la prima volta mi concentrai sul film che, capii subito, non mi sarebbe piaciuto.

Arrivammo a Los Angeles intorno alle dieci di mattina. Il sole brillava alto nel cielo azzurro e dovremmo toglierci di dosso i cappotti perché l'aria era calda e umida. Scendemmo dalla scala dell'aereo e ci dirigemmo a prendere le valigie ma niente mi avrebbe preparata a quello che mi aspettava.
Una vasta folla di persone era appagata dietro e delle transenne e levò un enorme urlo quando riconobbero Caleb uscire dall'aeroporto. Lo vidi sorridere e salutare felice mentre un scorta di uomini vestiti di nero ci scortava e impedivano alle persone di scavalcare e vernici incontro.
Non mi ero mai soffermata sul fatto che Caleb fosse così famoso e sentire in migliaia chiamarlo a gran voce solo per ottenere un suo saluto mi fece uno strano effetto.
Passammo all'interno di un corridoio delineato da transenne accompagni dalla scorta personale di Caleb. Allungammo l'arrivo in hotel di quasi due ore dal momento che lui si era fermato a fare foto e autografi con i fan.
Sebbene non fossi abituata a quel mondo rimasi affascinata dalla disponibilità di Caleb e perciò non mi scocciai di aspettarlo, anche se dopo quaranta minuti le mie gambe avevano cominciato a urlare alla ricerca di una sedia.
Arrivammo in hotel e fummo accolti con calore nonostante il clamoroso ritardo. Suppongo che se fossimo stati dei clienti normali probabilmente ci avrebbero buttati fuori. Gli agi delle star sono infinite.
Prendemmo l'ascensore e seguiti da un gentilissimo facchino arrivammo all'ultimo piano dell'Hotel Hampton. Caleb ovviamente aveva prenotato la suite più bella e quando entrammo constatai lo avevano sicuramente accontentato.
La suite era cinque volte più grande dell'appartamento mio e Blake. Arredato con semplici mobili di legno dall'aria molto costosa, rendevano l'ambiente accogliente.
Un enorme televisore al plasma era l'elemento più moderno dell'arredamento, ma non ne rompeva l'armonia.
Sistemammo le valigie in camera da letto, dove un'enorme letto a baldacchino con lenzuola di sera beige occupava metà stanza.
《Pensavo avessi prenotato due camere singole》scherzi appoggiando la mia valigia ai piedi del lussuoso letto.
Caleb la sistemò vicino alla mia e poi sorridendo mi abbracciò da dietro lasciandomi un dolce bacio sulla nuca.
《Sono sicuro che preferirai questo bel letto matrimoniale》disse con tono malizioso.
《Dici? I singoli sono altrettanto comodi》risposi ridendo.
《Dipende cosa ci devi fare》sussurrò al mio orecchio.
Cominciai a ridere e presto anche lui mi seguì.
《Ordino il pranzo o hai voglia di uscire e mangiare fuori?》mi chiese prendendo il telefono della camera per chiamare la reception.
Mi stiracchiai. Il viaggio era stato lungo e nonostante le comode poltrone della prima classe, il letto restava sempre il letto. Ma tutto sommato fuori splendeva un gran sole lucente e se fossimo andati a dormire ora non avremmo mai superato il jet leg.
《No, usciamo》dissi aprendo la valigia e cercando qualcosa di più leggero da indossare.
《Ok bene mi sciacquo la faccia e andiamo》disse entrando in bagno.
Lo seguii pensando di fare la stessa cosa e rimasi sbalordita dell'enorme vasca da bagno, chiaramente idromassaggio, a forma di ovale al centro della stanza.
《Wow》sospirai ammirata.
《Magari quando torniamo possiamo vedere se funziona bene》propose facendomi l'occhiolino. Ridacchiai e mi rinfrescai un po' il collo con dell'acqua.
Caleb era abituato a tutto quel lusso e a volte quando mi sorprendeva ammirare qualcosa mi sentivo un po' stupida, perché mai mi ero potuta permettere un trattamento così. Cercai di non pensarci più, in fondo sapeva che non ero ricca o famosa quanto lui, perciò indossai una canottierina a righe bianche e blu, un paio di sandali con i cinturini bianchi e usciammo dall'albergo.
《Conosci bene Los Angeles?》gli chiese mentre camminavamo su una strada che portava al mare sotto un sole molto caldo.
《Sì abbastanza》rispose sistemandosi gli occhiali da sole sul naso 《passavo molto tempo qui》
《Non ho ancora visto molto ma credo di preferite comunque New York》sentenziai guardandomi intorno e godendomi il sole. L'aria era sicuramente diversa da quella della Grande Mela, sapeva di salsedine e creme abbronzanti.
《Beh si anche io ora》rispose sorridendomi.
《Vorresti insinuare che è merito mio?》chiesi guardandolo dal basso verso l'alto.
《Ho detto questo per caso?》scherzò sorridendo.
《No, no, mi sembrava di aver capito così...》dissi facendo la finta tonta.
Caleb rise della mia espressione, mi prese il viso tera le mani e mi baciò.
《Dicevo esattamente quello》
Camminammo per una mezz'oretta lungo una passerella di legno sospesa sull'oceano, dove avevo potuto constatare che agli abitanti del posto piaceva usare i rollerblade. Ne avevo visti passare a decine solo in quel piccolo lasso di tempo.
《Dove stiamo andando?》chiesi dopo aver sentito il mio stomaco brontolare rumorosamente.
《In un posto dove fanno il miglior pesce del mondo》rispose indicando un piccolo ristorantino proprio alla fine della lunga passerella di legno 《eccolo lì》
Entrammo e fummo accolti da un uomo anziano con un'incolta barba brizzolata.
《Caleb bentornato!》lo salutò calorosamente.
《Brad ciao! Come stai amico mio?》ricambiò altrettanto il saluto Caleb stringendogli la mano.
《Benissimo! Tutto a gonfie vele e tu? Chi è questa incantevole ragazza?》chiese rivolgendo lo sguardo su di me.
《Piacere Kylie》mi presentai stringendo la mano al signore.
《Brad Nelson》rispose cortesemente.
《Kylie è la mia ragazza》disse Caleb con il tono più naturale possibile. Era la prima volta che lo diceva a qualcuno in maniera ufficiale e per qualche secondo lo guardia accigliata. Era vero, ci frequentavano da qualche mese e insieme ci divertivamo molto eppure non mi ero mai soffermata sul fatto che potevamo definirci "Fidanzati" perciò quando li sentii uscire dalle sue labbra rimasi per qualche secondo spiazzata.
Mentre Caleb e Brad parlavano di qualcuno che aveva combinato qualcosa di grave qualche tempo fa, io rimasi in silenzio e ammira il simpatico ambiente he ricordava l'intento di una barca, solo un po' più lussuosa.
《.....non ci potevo credere. Ero furioso...》
《E come siete andati a finire?
Fissai lo sguardo su un paio di ragazze accompagnate da altri due ragazzi che guardavano nella nostra direzione e indicavano parlottando tra di loro. Vidi una delle due, con lunghi capelli biondi, annui e poi ridacchiare mentre l'altra ragazza bruna mi guardava accigliata.
《Andiamo a sederci?》
Distolsi distrattamente lo sguardo dalle due ragazze e annuii a Caleb che spostò lo sguardo nella stessa direzione presa dal mio poco prima e poi trascinandomi con sé verso un tavolino posto su una terrazza con vista mare.
Ci sedemmo e fummo subito serviti da una cameriera dai capelli rossi, che ci riempì i bicchieri di vino bianco.
《Ho già ordinato a Brad》disse Caleb rispondendo quando vide la mia faccia perplessa 《c'è qualcosa che non va?
《No perché?》chiesi prendendo un sorso di vino.
《Mi sembrava... ti ha dato fastidio che quelle ragazze ci stessero fissando?》
Alzai le spalle in segno noncuranza e posai il bicchiere sul tavolo. La brezza marina era calda e portava con sé un piacevole odore di mare. Respirai quell'aria pura e mi tolsi di dosso quella strana sensazione che mi aveva assalita. Non avrei saputo dire perché mi aveva turbata, forse il fatto di sapere che la mia vita ora era in vetrina e che ognuno poteva giudicarla o fraintenderla. Ma alla fine che cosa importava se qualcuno ci vedeva e ne parlava?
《Non fa niente. Mi ci dovrò abituare》dissi sorridendo a Caleb.
Lui mi guardò poco convinto ma non disse niente.
《Allora che cosa hai ordinato?》
Lo vidi sorridere e cominciò elencarmi un serie di piatti di pesce. Sorrisi e annuii ma pensai che se mi avesse parlato arabo sarebbe stata la stessa cosa.

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