Capitolo 3 - L'intervista

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Mi sveglio di soprassalto e guardo l'orologio sul comodino che segna le 8.30, merda! Tra mezz'ora devo essere all'ufficio del signor Smith, l'agente di James Hudson, e sono indecente! Scendo dal letto e corro a farmi una doccia lampo che dura si e no due minuti e mi piazzo davanti all'armadio..che diavolo metto?! Frugo nei cassetti e prendo una gonna che arriva a metà coscia nera con scarpe col tacco abbinate e una camicia bianca un po' aperta sulla scollatura. Devo sembrare più seria e professionale possibile dal momento che la mia faccia sembra appena uscita da una lavatrice, poi mi guardo alla specchio mi metto un po' di mascara, lucidalabbra, blush sulle guance e mi lego i capelli. Meglio di così non posso essere perciò prendo la mia borsa nuova di Armani, metto dentro taccuino, penna e registratore ed esco di casa correndo a prendere il taxi.

Arrivo al Modern building alle 9.10 e mi precipito dalla (odiosa come tutte) segretaria all'ingresso.

《Buongiorno, sono Ellen, posso aiutarla?》dice squadrandomi dalla testa ai piedi.

《Buongiorno, ho appuntamento con il signor Smith》accidenti spero che non vogliano annullare tutto per dieci minuti di ritardo! Samantha mi ucciderebbe!

《Ah si lei deve essere la signora Fields》dice alzando un sopracciglio

《Signorina...》la correggo arrogantemente. Sta stronza! Almeno io non mi faccio problemi a mangiare un hamburger, brutto grissino rachitico.

《non è ancora arrivato, glielo chiamo subito》dice alzando la cornetta del telefono e componendo un numero.

Per fortuna non c'è ancora così non saprà mai che sono arrivata tardi, forse questa giornata può ancora migliorare...

《Venga l'accompagno nell'ufficio del signor Smith》dice facendomi segno di seguirla. Saliamo al sedicesimo piano con l'ascensore e attraversiamo un lungo corridoio sul quale si affacciano tante porte, svoltiamo a sinistra e apre una porta alla nostra destra.

《Sì accomodi pure, arrivano subito》mi informa prima di uscire. Non dovrebbe chiedermi se ho bisogno di qualcosa? Io e le segretarie non andiamo d'accordo. L'ufficio è grandissimo, il pavimento in legno riflette la luce che illumina l'intera stanza dove al centro domina un'imponente scrivania bianca, decorata da cornici di fotografie, penne, fogli e il computer, e dietro di essa un'enorme finestra si affaccia sullo skyline di New York, è davvero bellissima.

《Buongiorno signorina Fields, io sono Mark Smith, piacere di conoscerla》mi saluta tendendomi una mano che io stringo.

《Buongiorno signor Smith, piacere mio》

gli sorrido e lui ricambia.

《Sì accomodi pure》

Me lo immaginavo più anziano, invece è un uomo di circa trent'anni, alto, capelli ricci, corti e castani come i suoi occhi, devo dire che è un uomo davvero affascinante.

《Bene, come lei sa, questa intervista è molto importante, deve mettere in risalto i lati migliori e nascosti di James perciò voglio che sia molto accurata nei dettagli....》

《Certo signore, farò del mio meglio》gli dico sfoderando uno dei miei migliori sorrisi professionali.

《Perfetto, allora siamo d'accordo, saranno giorni paicevoli, glielo assicuro signorina》mi dice sorridendo.

《Giorni?》cosa diavolo vuol dire giorni?

《Sì qualche giorno...per far si che l'articolo venga bene, dovrà passare del tempo con il signor Hudson e vedere come si svolge normalmente la sua vita...non l'avevano informata?》

《Ehm...no》ma chr cavolo! Qualche giorno?! Io ho una vita, non voglio spenderla dietro a un bambinetto viziato!

《È un problema per lei?》

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