capitolo 27.

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passarono giorni, credo 5, non ne ho la pallida idea..

non sono voluta uscire da qui, mi sento a pezzi, mi sento in colpa, mi odio, sono arrabbiata, sono un miscuglio di cose negative.

Void l'ho visto è passato da qui, come al solito vuole farmi mangiare, le sue solite minacce o le battute che mi mandano in confusione.

lo odio.
questo è ciò che mi ripeto sempre e cerco di convincermi che sia così ma dentro di me c'è qualcosa che non riesce o non vuole odiarlo..

ma so che odio tutto ciò, tutto quello che mi ha fatto, i suoi giochetti, mi manda in confusione e sta cosa la odio da matti.

riesce a fare uscire una parte di me che non credevo nemmeno io esistesse, non so.. a volte mi sembra di sentirmi diversa, non riesco a descriverlo ma è come.. se mi piacesse tutto ciò e di questo ne sono spaventata.

io avrei voluto cambiarlo.. ma se invece lui stesse facendo il contrario?
Se lui sta cambiando me?
Io non voglio.
Non voglio essere come lui.

Adesso come ogni giorno sono seduta sul letto a gambe incrociate e osservò un punto non definito della stanza.

La testa la sento pesante, mi fa male, la gola mi pizzica dalle urla e il viso è rigato dalle lacrime ormai asciutte.

Non ho mai avuto una certa autostima ma credo proprio che per ora farò più schifo del solito.

Alzai lo sguardo verso la porta appena udì uno schiocco ed ecco void..

Entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle, venne verso di me fermandosi ai piedi del letto, precisamente di fronte a me.

Abbassai lo sguardo e sospirai.

"scendi."
ordinò.

"inutile che provi a farmi mangiare che non lo faccio."

Sentì l'aria mancarmi e un senso di soffocamento, mi ritrovai void addosso con una presa ben salda al mio collo.

Portai le mani sul suo polso cercando di liberarmi, lo guardai dritto negli occhi ed egli avvicinò il suo viso al mio, i nostri nasini erano così vicini che potevano toccarsi.

Sentivo il suo respiro caldo come soffiava sul mio viso e il suo corpo gelido premere sul mio caldo, tutto questo è così strano..

"preferisci morire?"
domandò serio.

lo guardai, non lo odiavo ma ero arrabbiata.
"preferirei morire che stare ancora qui con te" avvicinai il viso al suo, sfidandolo (?) credo..

Egli mi guardò le labbra e sorrise malizioso, subito dopo lasciò con nonchalance la presa al mio collo, infatti essa sbattè sul materasso morbido.

menomale che sono a letto..

"Lavati, ti ho dato dei vestiti, indossali e scendi."
disse andando alla porta

"e se io non lo facessi?"
non so con quale coraggio ma lo sfidai.

si voltò verso di me e sorrise
"vuoi un altro morto sulla coscienza?"
mise le braccia conserte.

"ormai non mi fanno più nessuno effetto le tue minacce."
dissi.

"ne sei sicura?"
chiese divertito e uscì dalla stanza.

abbassai il capo, è ovvio che non lo sono..
non posso sopportare altro.

Titubante mi alzai dal letto, misi una mano sulla pancia e abbassai lo sguardo su essa, mi brontola lo stomaco.. non resisto più, credo di aver perso pure qualche chilo in questi giorni.

The Devil and the Angel // Void Stiles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora