capitolo 42.

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dalla piccola fessura sotto la porta vidi la poca luce entrare in camera mia, questo mi bastò a capire che fosse già mattina, non ho dormito tutta la notte...

sospirai e mi voltai su un fianco portando la coperta sopra la testa.

passai tutta la notte a piangere pensando a quella maledetta frase.

dio... non è possibile che ogni volta che succede qualcosa tra me e lui io stia così male, perché?
odio questa cosa.

gli occhi mi facevano male, erano pesanti e non credevo che sarei riuscita a tenerli aperti per tutto il giorno, infatti lentamente si chiusero e finii in un sonno profondo.

al mio risveglio sentii tanti rumori frastornanti, una voce abbastanza squillante e soprattutto non nuova alle mie orecchie, non appena aprii gli occhi vidi la ragazza di sempre spostare oggetti sbattendoli sul pavimento creando così un baccano assurdo e lei che continuava a urlare.

"oh finalmente ti sei svegliata!
void ti vuole giù quindi muoviti"
mi squadrò e se ne uscì dalla stanza senza aggiungere altro.
La guardai un po' perplessa e rimasi qualche secondo incantata a fissare la porta, subito dopo mi ricomposi, decisi di alzarmi e scendere direttamente da lui senza sistemarmi, non avevo voglia.

l'unica cosa che feci fu prendere i miei capelli in uno chignon disordinato, del resto niente.

arrivai in salone e trovai appunto void di spalle, con le mani dietro la schiena che fissava il camino acceso.

"ben svegliata"
disse freddo.

rimasi leggermente sorpresa, come ha fatto a sentirmi sentita?

"vieni, avvicinati"
aggiunse.

per qualche secondo, non so per quale motivo, il mio corpo sembrava come essere paralizzato ma poi si sbloccò e con molta titubanza lo raggiunsi arrivando al suo fianco.

"ti sei decisa a dirmi cosa avevi ieri sera?"
chiese con un tono calmo.

non risposi e continuai a guardare il fuoco davanti a noi.

lo sentii sbuffare leggermente.
"perché non vuoi dirmelo?"

"magari non ti importa"
risposi un po' scocciata.

alzai lo sguardo su di lui e vidi con la coda dell'occhio che stava fissando il mio seno abbastanza visibile per colpa della maglia molto aderente, cazzo..

mi irrigidii e mi imbarazzai, lui spostò lo sguardo sul fuoco sorridendo malizioso mentre io arrossii.

"se te lo chiedo significa che mi importa"
disse venendo davanti a me.

davanti ai miei occhi avevo il suo petto ricoperto dalla maglia nera davanti ai miei occhi, dio.. avevo una gran voglia di strappargliela di dosso ma dovevo restitere.

lentamente alzai lo sguardo sui suoi occhi già puntati sui miei, ampliò maggiormente il suo sorrisetto e in quel momento mi resi conto di essermi morsa il labbro, cazzo..

"i-io-"
mi bloccai.

"cosa?"
iniziò ad avanzare verso di me mentre io indietreggiai.

arrivai con il sedere contro qualcosa di duro e freddo, portai le mani sopra esso e spostai il viso di profilo per vedere cosa stessi toccando, il tavolo.

bene adesso sono intrappola.

lui non ci pensò due volte ad avvicinarsi fino a far toccare i nostri corpi, la sua grossa intimità premeva contro il mio stomaco, portò i palmi ai lati dei miei fianchi sul tavolo mentre con il viso si avvicinò al mio ed io indietreggiai leggermente con il capo.

The Devil and the Angel // Void Stiles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora