capitolo 43

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continuavo ad annoiarmi, a fissare tutta la gente presente in quel pub mentre tenevo la guancia schiacciata al palmo della mano e sbuffavo.

"uffa void a sto punto preferivo restare a casa"
dissi con tono scocciato

"tu sei voluta venire"
fece spallucce

"si ma pensavo... niente lasciamo stare"
scossi la testa

"cosa?"
domandò curioso.

"pensavo che mi portassi dove vai di solito tu che sparisci per giorni"
risposi alzando il tono della voce per sovrastare la musica troppo alta, che urto..

continuava a fissarmi con il suo solito sorrisetto per poi afferrarmi il polso e trascinarmi fuori dal pub.

"ti ho già detto che non ti piacerà?"
chiese

rotei gli occhi
"si.. e non mi interessa"
risposi.

"sharon potresti già benissimo immaginarlo"
si avvicinò lentamente

"no non posso"
feci la stessa cosa.

lui mi guardò attentamente per poi darmi le spalle.
"potresti cambiare idea"

lo guardai confusa e lo raggiunsi arrivando di fianco a lui.
"idea? su cosa?"
gli toccai la spalla.

"su di me"
mi guardò.

lo guardai in silenzio per poi abbassare il viso.
"void... io so che tu.. beh.. sei un demone...però comunque ti sto rimanendo accanto, nel senso... io non ho paura di te"
dissi l'ultima frase guardandolo negli occhi.

"magari questo ti fa cambiare idea"
rispose freddo spostando lo sguardo altrove.

lentamente arrivai davanti a lui e presi il suo viso gelido nelle mie mani calde abbassandoglielo leggermente, il giusto per far incontrare i nostri occhi.

"io.. sono tua amica void... so chi sei e cosa fai ma a me non interessa... io ti accetto per quello che sei"
sorrisi forzatamente mentre pronunciai quella parola "amica", per quanto potesse farmi male magari a lui faceva l'effetto contrario, magari si sentiva solo e tutto quello di cui aveva bisogno era una persona accanto, un'amica...

mi guardò per qualche secondo in silenzio dritto negli occhi per poi sospirare e alzare le spalle.

"va bene Sharon.. allora vieni con me"
disse ed io sorrisi prendendolo per mano, lui a quel contatto diventò teso ma poi si lasciò andare portandomi in macchina.

-

il viaggio, se così si può definire fu abbastanza lungo e scomodo, partimmo a mezzanotte e arrivammo verso le due di notte in montagna, anche in città c'era la neve ma lì la temperatura era ancora più bassa, la macchina segnava -15º, stavo gelando.

continuai a tremare e sbattere i denti mentre void era tranquillo, non penso che a lui dia fastidio il freddo.. credo lo sopporti abbastanza bene.

"ancora hai freddo?"
domandò lanciandomi un'occhiata.

"n-no tranquillo"
risposi mentre i miei denti sbattevano tra di loro.

fai schifo a mentire.
non lo faccio apposta

"aspetta"
void fermò la macchina levandosi la sua giacca.

"ma che fai? tu poi-"
mi interruppe

"ti sembra che io stia tremando?"
domandò ironico ed io scossi lentamente la testa in segno di negazione.

"bene allora prendila, so che non sono una stufa però con il calore del tuo corpo, l'aria condizionata della macchina credo che dovresti riscaldarti"
disse mentre mi fece indossare il suo giubbotto.

The Devil and the Angel // Void Stiles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora