Capitolo 25

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Francisca

Mi rigiro nel letto questa e una di quelle notti in cui il sonno mi abbandona lasciando spazio ai mei pensieri alle mie insicurezze ma sopratutto alla mei paure.

La mia paura più grande è adam quel uomo e inprevedile, dispotico, arrogante e cattivo. Sono andata via da Cuba con il proposito di iniziare di nuovo la mia vita e dopo 3 anni di serenità eccolo che riappare e addio tranquillità, può anche aver detto che è qui per affari ma io non mela bevo non ci credo e anche volndo non ci riesco.

Sospiro alzandimi dal letto, vado in cucina e metto a bollire in un pentolino del acqua in questi momenti mi ci vuole proprio un bel tè caldo anche perché il freddo non lascia scampo. Quando l'acqua è pronta la verso in una tazza ed immergo le bustine con l'infuso al suo interno, metto un cucchiaino di zucchero e mi accomodo sull divano.

Osservo le lancette scorrere molto lentamente e un tè dopo l'altro riesco a prendere sonno. Il giorno dopo mi sveglio alle 12:30 il mio turno a lavoro inzia alle 14:20 quandi ho ancora tempo. Mi alzo dal divano è vado in bagno per fare una doccia.

Apro il cassetto del armadio e prendo un jeans chiaro, dall armadio invece prendo un maglione nero a collo alto metto le scarpe da ginastica e dopo aver preso la mia borsa e il cappotto corro fuori dal appartamento. Arrivo a lavoro con largo ritardo appena entro dalla porta tutti gli occhi sono puntati su di me.

<<Scusi il ritratto capo>> dico mortificata

<<Tranquilla Francisca stavamo aspettando solo te>> dice accendo un soriso, prendo una sedia e mi accomodo vicino a mett che mi sorride in segnio di saluto e mi circonda le spalle con un braccio.

<<Bene ora che ci siamo tutti posso dirvi che ho preso una decisione>> inizia a dire corrugato le sopracciglia e mi giro verso mett come per chiedergli di cosa sta parlando ma lui scrolla le spalle

<<Ultimamemte le cose non vanno bene non ci sono più tanti clienti e sono in ritardo nell pagamento dei fornitori e delle bollette>> prende un respiro profondo <<Ho deciso di vendere il ristorante>> dice tutto d'un fiato

<<Cosa ??!?! E noi come faremo??>> chiede sebastian lzandosi dalla sedia

<<Tranquilli ho parlato con il nuovo proprietario, mi ha assicurato che potrete restare tutti e tre>> dice indicandoci uno per uno

<<E chi sarebbe questa persona??>> chiedo

<<La conoscerete stasera>> dice Alex prima di congedarsi

Adam

Mi stendo sul divano del mio attico, l'odore pungente di sangue mi solletica il naso facendomelo storcere.

Inizio ad aprire i bottoni della camicia mi metto a sedere e la tolgo lasciandola sull pavimento, torno a stendermi, metto un braccio dietro la testa e osservo il soffitto, senza accorgermene chiudo gli occhi e mi addormento.

Il leggero venticello mi colpisce la luce della luna mi illumina il volto stanco dalle troppe ore di lavoro, mi stendo sull spiaggia privata della mia villa e chiudo gli occhi godendomi questo momento di tranquillità. D'un tratto sento un peso su di me apro subbito gli occhi ed eccola qui, bella come sempre stretta nell suo vestito verde selva che mi fa venire in mente tanti pensieri poco casti.

<<Cosa stai facendo??>> le chiedo poggiando le mani sui suoi fianchi

<<Volevo solo coccolarti>> dice con un soriso in volto

Sorrido anche io le metto una mano dietro la testa e la spingo verso di me, quando le nostre labbra stanno per scontrarsi un tummode forte mi fa girare la testa si scatto.

Mi siedo sul divano e mi passo le ni davanti al viso, era un sogno un altro sogno su di lei su di noi, anche se non esiste nessun noi.

Per ora

Prendo il mio telefono e senza vedere chi mi ha chiamato rispondo.

<<Pronto>> dico passandomi una mano sull viso

<<Adam ho fatto quello che mi hai chiesto>> riconosco la voce di serkan dall altro capo dell telefono

<<Allora>> dico inpaziente di sapere

<<Il suo aereo sta per atterare, stasera dovrà incontrare in Certo alex quest ultimo gli ha venduto il suo ristorante>> dice

<<Ok c'è altro??>> chiedo

<<Si -sospira- il posto che gli è stato venduto e quello dove lavora lei>>

In un attimo il mio entusiasmo svanisce.

<<Tranquillo sistemo tutto io, tu attieniti al piano>> dico stringendo il telefono  sin a far diventare le nocche bianche

<<Ok>> dice e riaggancia

Lancio il telefono dall altra parte della stanza dall nervoso, qui tutto si complica.

Francisca

E ormai arrivato l'orario di chiusura, passo lo straccio sulla vetrata che affaccia sul mare. Oggi non è stata una giornata piena anzi sono venuti solo pochi clienti.

Verso di nuovo il detersivo sullo straccio per poi passarlo di nuovo sulla finestra, mi concentro su una macchina che non vuole proprio andare via, continuo a strisciare lo straccio su di esso finché non scompare. Esulto appena la macchia va via ma nell farlo cado dallo scaletto, mi preparo al intatto sol pavimento ma vengo presa al volo da qualcuno.

<<Guarda un po chi si rivede>> mi congelo al udire quella voce dopo anni riecco un pezzo dell mio passato

<<Lasciami subbito>> dico agitandomi tra le sue braccia

<<Potrei....... ma non voglio>> dice accendo un ghigno

<<Ti conviene lasciarmi subbito>>

<<Oppure>> chede sfidandomi

<<Oppure ti ritrovi un foro in testa>> giro di poco la testa ed incontro gli occhi di adam

Tano si gira tenermi ancora in braccio, ma subbito dopo mi poghi a terra, adam abbassa la pistola e la rimette nella giacca, resterò tra i sue ad assistere alla scena si sfidano con lo sguardo.

<<Adam Fernàndez da quanto tempo>> dice tano

<<Già davvero tanto>> risponde adam

<<E Francisca lascia che telo dica sei ancora più bella dell ultima volta che ti ho visto>> dice rivolgendomi un sorriso malizioso

Dio che schifo

<<Scusaci ma ora dobbiamo proprio andare sai io e la mia fidanzata abbiamo tante cose da fare>> dice adam

<<Allora non vi trattengo>> guarda adam <<A presto Francisca>> poi si rivolge a me

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Ciao a tutti
Scusate il ritardo nel pubblicare il capitolo. Spero che vi piacca


La obsesión del diabloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora