"In trappola"

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"Dicevi "sono sola, tu a me puoi salvarmi",
poi ti ho portato in alto e tu mi hai buttato giù a calci."

Chapter 19

È sera, e Niccolò e Giulia sono appena tornati dal lavoro.

Il moro è sdraiato sul divano, con un calice di vino in una mano e il telefono nell'altra, pensieroso.
Lei, invece, è seduta di fronte a lui e lo osserva attenta, incapace di aprire bocca.
Ha combinato un disastro, un guaio che Niccolò ha diritto di conoscere, ma non sa da che parte cominciare.

Ad aiutarla, però, ci pensa subito Niccolò.

"Mi manca davvero poco per finire quello che dovevo fare qua in studio."
esordisce infatti all'improvviso, posando il bicchiere sul tavolino ed accarezzandole i capelli con la punta delle dita.

"Poi pensavo di tornare a Roma. Con te, ovviamente."
aggiunge qualche secondo dopo, convinto di farle una sorpresa gradita.

Giulia, però, sgrana gli occhi e lo guarda smarrita, mentre dentro si sente morire.
È il momento più sbagliato di tutti per farle una proposta del genere.

"Che c'è? Non vuoi?"
Niccolò ignaro di tutto, continua ad insistere, lasciandole una scia di baci sulla guancia, con il fiato che sa di vino e di cose buone.

Giulia cerca di non lasciarsi andare: non può rimandare ancora il confronto.
Deve parlargli, adesso o mai più.

"Questa settimana?"
domanda infatti facendosi coraggio, scostandosi leggermente dal suo viso.

"Si, perché no?"
risponde Niccolò ovvio, tirandosi a sedere.
Ruota di poco la testa e la guarda dubbioso, cercando di capire cosa ci sia di sbagliato nella sua proposta.
Alla fine, pensava che quella fosse una bella notizia per tutti e due.

"Se...se non vuoi possiamo restare qua, per me n-"
prova a dire qualche secondo dopo, mettendo subito le mani avanti.
Forse Giulia non se la sente di abbandonare quello che è riuscita a costruire qui a Milano, e lui capirebbe alla perfezione questa sua scelta.

"Niccolò, io...ho tutto qua. Il bar, gli amici.."
gli dà corda la rossa, anche se sa benissimo che questo, tra tutti i motivi per i quali non vuole andarsene via, è il meno importante.

Non ha ancora parlato con Tommaso, o meglio...lo ha fatto, e le cose sono andate di male in peggio.
Poche sere fa ha commesso forse l'errore più grande della sua vita, e adesso si pente di ogni sua scelta.
Ora sì che è veramente in trappola.

"Vieni con me per un mesetto. Prendila come una vacanza."
insiste però Niccolò, saltando giù dal divano e sedendosi accanto a lei.

"Poi ci trasferiamo qua, come...come volevamo già fare."
sussurra poi, accarezzandole il viso e portandole una ciocca di capelli dietro all'orecchio, con una dolcezza che non riesce a lasciarla indifferente.

Più Niccolò continua ad essere se stesso, più fa la parte del ragazzo dolce e premuroso che è sempre stato, più lei si sente in colpa.
Ha sbagliato, e non ha la minima idea di cosa le sia passato per la testa quando...quando l'ha fatto.

"Non lo so Niccolò. Ho bisogno di tempo."
si limita a rispondere qualche secondo dopo, mentendo di nuovo e mettendo a dura prova la sopportazione del moro.

"Non vuoi venire a Roma o non vuoi venire con me?"

"Niccolò, cazzo! Non...non possiamo ancora fare tutto quello che vogliamo."

Niccolò, a quelle parole, la guarda confuso.
Non hanno un minimo di senso, non dopo tutte le scelte che hanno preso negli ultimi giorni.
A meno che...

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