"We are still kids, but we're so in love,
fighting against all odds.
I know we'll be alright this time."Chapter 29
Ogni donna affronta la gravidanza in modo diverso.
C'è chi non sente nulla, chi non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto e chi si ritrova ad avere mille problemi fisici in più, uno diverso dall'altro.
Giulia, per il momento, sta tirando avanti a nausee mattutine e paura di non essere abbastanza, ma in fin dei conti non si può lamentare: quando sta bene, sta bene davvero.Con un sospiro posa la guancia sul petto di Niccolò e copre entrambi con il lenzuolo, dopo essersi svegliata fin troppo presto.
Il moro, già sveglio del tutto, le accarezza i capelli e si stiracchia leggermente, per poi aprire gli occhi e gettare uno sguardo alla sveglia sul comodino: sono le sei del mattino, ma ormai non ha più senso tornare a dormire.
"Buongiorno" sussurra poco dopo, con la voce ancora leggermente roca e assonnata.
È la prima notte che passano insieme dopo tutto quello che è successo, e percepire la sua presenza silenziosa accanto a lui lo fa sentire al settimo cielo.
Erano mesi che non dormiva così bene."Ti va di mangiare qualcosa?" domanda poi affondando il naso tra i suoi capelli, ma lei scuote la testa.
Non si sente molto bene, e la colazione è l'ultimo dei suoi pensieri."Non ti fa bene non mangiare niente a colazione. Vieni, ti faccio un tè o qualcosa di caldo" ribatte però Niccolò categorico, riportandole delicatamente la testa sul cuscino e tirandosi a sedere sul materasso.
Giulia sorride e lo lascia fare, perfettamente consapevole di non avere scampo.
Sa che non riuscirà a convincerlo a restare lì ancora un po': quando si tratta di salute, il moro è irremovibile.In silenzio lo guarda alzarsi dal letto e camminare a piedi scalzi verso la cucina, con la maglietta della sera prima stropicciata addosso e i capelli arruffati che gli ricadono sulla fronte.
"Hai difficoltà chef?" domanda poi raggiungendolo in cucina e trovandolo in piedi davanti al frigo, con le mani sui fianchi e un'espressione sconsolata in viso.
"Mh...posso offrirti birra, birra e birra" risponde lui sbuffando e guardandosi inutilmente intorno, senza trovare nulla da mettere sotto i denti.
Non è mai stato capace di vivere da solo, soprattutto quando non ha nemmeno la forza di alzarsi dal divano, e il fatto che in casa sua ci siano soltanto alcool e disordine ne è la semplice dimostrazione.
"Non ti preoccupare. Stamattina mettiamo un po' a posto, che dici?" lo tranquillizza però Giulia avvicinandosi a lui e prendendolo piano per i fianchi.
Niccolò sorride e fa lo stesso, leggermente turbato da alcune questioni che, fino ad ora, non ha ancora trovato il coraggio di sfiorare.
"Quindi non vuoi tornare su? A Milano, intendo. Per me non è un problema, non.." dice poi qualche secondo dopo, ma lei lo interrompe subito.
"No. Qui va benissimo, io non...non credo di volerci più tornare." risponde infatti abbassando il tono di voce, avvicinandosi ancora di più a lui.
A Milano ha lasciato soltanto brutte esperienze, e non ha alcuna intenzione di riviverle ogni volta che mette il naso fuori di casa.
"E senti...volevo parlarti anche di un'altra cosa" la voce di Niccolò attira nuovamente la sua attenzione, portandola ad annuire e ad aspettare che parli di nuovo.
"Tommaso." aggiunge poi lui, sospirando e tornando finalmente a guardarla negli occhi.
La rossa lo guarda e aggrotta le sopracciglia, cercando di mascherare la sua reazione dietro ad una buona dose di stupore."Che c'entra lui?!"
"Io penso che...che forse debba saperlo." le spiega Niccolò grattandosi la nuca dubbioso, esprimendo a voce uno dei tanti pensieri che non lo ha ancora lasciato in pace.
"No." risponde però Giulia senza starci nemmeno a pensare, domandandosi come il moro abbia potuto farsi venire in mente un'assurdità del genere.
"Mi ha minacciata ordinandomi di andare in ospedale ad abortire, mi ha detto che non potevo tenerlo. Non ha il diritto di sapere nulla, e...e non credo nemmeno che gli farebbe piacere saperlo." dice poi con un po' di calma in più, mentre Niccolò - che fino a quel momento è stato tenuto all'oscuro del reale motivo della fuga di Giulia - la guarda terribilmente dispiaciuto, con una rabbia dentro difficile da spiegare.
Non immaginava che fosse successo questo, se l'avesse saputo...se l'avesse saputo Tommaso adesso non sarebbe chissà dove, libero dal grande problema rappresentato da Giulia e da suo figlio.
"Solo tu avrai il diritto di essere chiamato papà." sussurra poi la rossa in conclusione, riportandolo alla realtà ed accarezzandogli la guancia con una mano.
"Papà...papà e mamma" ripete Niccolò posando la fronte contro la sua, accennando un sorriso.
Piano le lascia un bacio veloce sulle labbra, prima di rassegnarsi all'evidenza e separarsi malvolentieri da lei.
"Dai...vai a prendere degli stracci, che sistemiamo un po' sto disastro." dice indicando con un cenno del capo il soggiorno, riuscendo a strapparle un sorriso.
Lei annuisce e fa come le è stato detto, con il cuore che lentamente le si regolarizza nel petto.
Ogni volta che si ritrova affianco a Niccolò si domanda come abbia fatto soltanto a pensare di poter trovare la felicità accanto ad un altro uomo.Una volta arrivata in bagno sorride per i mille oggetti accatastati alla rinfusa sulle mensole ed incomincia ad aprire alcune ante, alla ricerca di stracci e prodotti per la casa.
Non li trova subito, forse perché la sua attenzione è stata catturata da qualcos'altro.Aprendo il mobile sopra il lavandino ha trovato alcuni vasetti gialli, contenenti svariate pastiglie.
Li ha già visti tanti anni prima, quando suo fratello stava attraversando il periodo più buio della sua vita, e sa benissimo a cosa servono.Piano ne afferra uno e cerca di leggere cosa contenga, ma la voce preoccupata di Niccolò - che non vedendola tornare ha deciso di raggiungerla - la fa trasalire.
"Ehi...tutto bene?" domanda lui affacciandosi dallo stipite della porta, ma gli basta dare un'occhiata veloce a quello che tiene tra le mani per capire cosa sia successo.
"Mi servivano per dormire, per calmarmi." le spiega entrando del tutto ed osservando con un nodo allo stomaco tutte quelle pastiglie che, insieme all'alcool, sono state l'unica via d'uscita dal buio in cui era precipitato.
In cui lei lo ha fatto precipitare."Sei stato tanto male vero? Dimmi la verità." Giulia posa il barattolo sul lavandino e si avvicina a lui, accompagnata nei suoi gesti da un fortissimo ma giustificato senso di colpa.
Niccolò, a quella domanda, sospira e annuisce, abbassando lo sguardo verso il pavimento.
"Un po', sì. È stato peggio dell'altra volta, forse perché...perché prima sapevo che era colpa mia. Così invece è stato tosto." ammette poi, passandosi una mano tra i capelli e cercando di essere il più sincero possibile.
Non vuole certo ritornare sull'argomento, ma c'è qualcosa in lui che gli dice di sfogarsi.
Alla fine, stavolta è stata lui la vittima.Giulia sospira pesantemente e si obbliga a guardarlo negli occhi, nonostante ora voglia soltanto sparire.
"Mi dispiace così tanto." dice poi in un sussurro, avvertendo - per l'ennesima volta negli ultimi giorni - gli occhi riempirsi di lacrime.
"Sai che faccio adesso?" Niccolò però la interrompe subito, asciugandole l'unica lacrima ribelle dal viso e lasciandole un bacio a fior di labbra.
Lei tira su con il naso e scuote la testa, mentre lo guarda afferrare tutti i barattolini e lasciarli cadere nel cestino della spazzatura, uno per uno.
"Quando ci sei tu non ho bisogno di 'ste stronzate."
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Rewrite the stars
FanfictionNon passa giorno senza che Niccolò si maledica per quello che ha fatto. Non passa giorno senza che Giulia pensi a lui, e senta forte la sua mancanza. La vita è fatta di momenti, momenti che passano veloci e che lasciano ricordi. La vita è fatta di e...