"Una volta su un milione"

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"Ma la verità, uguali a metà,
sono solamente un bambino
che chiamerai papà."

Chapter 35

"Amore! Amore tutto bene?" Niccolò spalanca la porta di casa e si fionda in salotto, trovando Giulia seduta sul bordo del divano, attorniata dagli sguardi preoccupati dei suoi amici.

La rossa annuisce e strizza gli occhi per il dolore, mentre avverte il mondo attorno a sé girare molto più velocemente del normale.
Si aspettava che le contrazioni fossero dolorose, ma non così dolorose.

"È la prima contrazione?" la voce di Niccolò le arriva ovattata da un punto indefinito della stanza, così come le parole coincitate del suo gruppo di amici.

Giulia non crede che sentirsi così debole sia una cosa normale - o meglio, non le sembra che qualche infermiera le abbia accennato ad una sensazione simile - ma in questo momento il dolore al ventre sta azzerando ogni altro pensiero razionale.

"Sei pallida piccola..sicura di stare bene?" continua a domandare il moro, accorgendosi delle sue condizioni e prendendole il viso tra le mani, terribilmente agitato.
Sa che non ce n'é alcun bisogno, ma non riesce a vederla in quello stato senza desiderare che finisca tutto il più in fretta possibile.

"Tranquillo, sto..sto bene. Andiamo." risponde poi Giulia con un filo di voce, una volta che la contrazione si ferma e il suo corpo ricomincia a funzionare normalmente.

Niccolò annuisce e le lascia un bacio sulla fronte già leggermente sudata, per poi voltarsi verso Adriano che, avendo previsto il suo stato confusionale, stringe già tra le mani la borsa per l'ospedale e le chiavi della macchina.

Il moro lo ringrazia con lo sguardo e gli fa cenno di seguirlo, per poi aiutare Giulia ad alzarsi: lei si aggrappa al suo corpo e cerca con tutte le sue forze di tirarsi in piedi, ma, appena lo fa, un giramento di testa improvviso la obbliga a lasciarsi cadere tra le sue braccia.

"Giulia? Giulia, che succede?!" domanda Niccolò preoccupato, accompagnandola delicatamente nella sua caduta sul divano e cercando di guardarla in viso: è pallida e fatica anche solo a parlare.

"Mi gira la te..la..." sussurra lei socchiudendo gli occhi e sforzandosi con tutta se stessa di mettere due parole in fila, ma non fa in tempo a finire la frase che un altro giramento di testa le annebbia la vista, rendendo i contorni del viso di Niccolò sempre più sfocati.

Quest'ultimo guarda i suoi occhi chiudersi e la sua presa allentarsi all'improvviso, e non ci capisce più niente.

"Porca puttana..Adriano! Chiamate un ambulanza!" sbotta posandole la testa sul bracciolo del divano ed avvicinando il viso alle sue labbra, mentre i suoi amici corrono a fare quello che gli è stato detto.

"Amore? Mi senti?" domanda Niccolò accarezzandole i capelli con una mano ed ignorando tutto quello che accade attorno a loro, temendo che da un momento all'altro possa succedere qualcosa da cui è impossibile tornare indietro.

Trascorre dei minuti interminabili in questa situazione, continuando a chiamare Giulia per nome, a schiaffeggiarla sul viso e ad accertarsi che continui a respirare, con un nodo nel petto che gli impedisce di far entrare anche solo un briciolo d'aria nei polmoni, almeno finché non sente il suono delle sirene in lontananza.

A quel punto si alza di scatto e prende Giulia tra le braccia, sotto lo sguardo confuso dei suoi amici che, più assistono a quella scena surreale e all'immensa preoccupazione del moro, e più si rendono conto che un amore forte come il loro, nonostante tutto, nasce una volta su un milione.

~~~~~~

"Che cos'ha?"

È la millesima volta che Niccolò rivolge la stessa domanda a qualcuno, prima ai paramedici, poi al ragazzo dell'accettazione e infine al ginecologo che ha visitato Giulia, senza mai ottenere una risposta che vada oltre ad uno "stia tranquillo, non è successo niente."

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