"Non puoi tenerlo"

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"E scegli una strada diversa,
e ricorda che l'amore non è violenza."

Chapter 23

È strano come la sottile differenza tra una o due linee possa stravolgerti completamente la vita.
È strano come un test fatto nel bagno della tua migliore amica, con lei che ti ripete di stare calma e tu che non riesci nemmeno più a pensare, riesca a buttare giù tutto quello che di stabile eri riuscita a creare negli anni.

È strano perché all'eventualità di essere incinta non ci pensi, almeno finché due linee rosse non ti si parano davanti agli occhi, rendendo il tutto terribilmente più reale.

Che poi a ventitré anni, con un lavoro stabile, un matrimonio imminente e un amore sconfinato per i bambini, forse l'idea di avere un figlio non sarebbe poi tanto male, ma non per Giulia.

Lei non si sente pronta, non sa più cosa vuole fare della sua vita, non ama il suo futuro marito e, cosa peggiore, non sa nemmeno di chi sia quell'esserino che, ormai da quattro settimane, le sta crescendo dentro.

"Ehi...sei tornata prima.."
Tommaso entra in salotto e le posa le mani sulle spalle, leggermente sorpreso nel trovarla già a casa, seduta sul divano con lo sguardo perso nel nulla.

Giulia, colta alla sprovvista, sobbalza e annuisce, sforzando un sorriso e voltandosi verso di lui, cercando dentro di sé la forza per aprire quel maledettissimo discorso.

"Noi...noi dobbiamo parlare"
dice poi al castano, spostandosi leggermente di lato ed indicandogli il posto vuoto accanto a lei, aspettando che faccia come gli ha detto. 

In silenzio Tommaso esegue e la guarda mentre abbassa lo sguardo e si tortura le mani, immersa in un'agitazione che si percepisce anche da fuori.

"Che c'è?"
la incita poi spazientito, senza capire quale sia il problema e, come sempre, senza lasciarle lo spazio di cui ha bisogno.

Giulia nota il suo nervosismo e prende un respiro profondo, prima di alzare gli occhi nei suoi nella speranza di trovarci quella sicurezza che, però, non c'è mai stata.

"Sono incinta."
ammette poi all'improvviso, tirando fuori il coraggio da chissà dove e pregandolo con lo sguardo di restare calmo, di avere una reazione positiva.

Ha bisogno di supporto, di quel sostegno che, da quando Niccolò è andato via, le manca ogni giorno di più.

"Cristo, ma quando..?!"
sbotta però Tommaso, scattando in piedi e passandosi una mano tra i capelli, nel tentativo di ricordare in quale occasione possa aver abbassato la guardia.

Lui e Giulia non hanno mai parlato apertamente dell'idea di avere un figlio, e quindi la rossa non può sapere che per lui, quella notizia, è la peggiore di tutte.
Non vuole e non ha mai voluto diventare padre, oggi meno che mai.

Solo che mentre ripensa alle loro notti insieme alla ricerca della causa di quel disastro, gli si para davanti agli occhi un'altra idea, molto più terribile di quella di diventare padre.

"È mio Giulia, vero?!"
domanda infatti subito dopo, abbassandosi di poco e cercando di guardarla dritta in faccia, ma senza riuscirci.

Non ha mai avuto le prove concrete che lei lo tradisse con Niccolò, ma ora, mentre guarda i suoi occhi riempirsi di lacrime e di verità, capisce tutto.

"Lo sapevo io! Solo amici...solo amici un cazzo!"
grida incominciando a camminare avanti e indietro, cercando di trovare una soluzione, una qualsiasi, il più in fretta possibile.

"Sono...sono incinta di tre settimane, io non...non credo sia di Niccolò."
cerca però di rimediare Giulia, interrompendo la sua scarica di insulti e portando entrambe le mani sulla pancia, come per proteggere quella vita che si nasconde lì dentro dalla rabbia di Tommaso.

Ha trascorso ore intere a torturarsi e a cercare di capire quale dei due possa essere il padre, ma, per quanto si sforzi, non riesce a ricordare quali notti abbia passato con chi, e soprattutto, quando le abbia passate.

"Andiamo in ospedale, veloce."
dice però all'improvviso Tommaso, ignorando le sue parole e cercando di tirarla in piedi, ma senza successo.

Giulia non riesce a capire il significato di quella frase-  forse perché è troppo assurdo per poter essere anche solo intuito - e si libera dalla sua presa, confusa e spaventata.

"Non puoi tenerlo."

A quelle parole la rossa si immobilizza e lo guarda con le labbra socchiuse e il cuore che le si ferma nel petto, incapace di crederci: non può averlo detto davvero.

"Ma sei pazzo?"
domanda con la voce spezzata dalla paura, ma lui, ormai, è inarrestabile.

"Tu il figlio di quello stronzo non puoi tenerlo!"
sbotta afferrandola nuovamente per la maglietta e tirandola verso l'alto con molta più forza di prima, riuscendo a farla alzare dal divano.

Giulia indietreggia spaventata e porta entrambe le mani davanti a sé, per tenerlo lontano: sa quello che può farle e, stavolta, ne ha davvero paura.

"Potrebbe essere tuo Tommy.."
lo prega con un filo di voce, cercando di avvicinarsi e di farlo ragionare, ma senza riuscirci.

"Giulia cazzo, ti ci devo portare con la forza?!"
ribatte infatti lui ignorandola di nuovo, nel tentativo di spaventarla e di riprendere il controllo sulla situazione.

Giulia si guarda attorno terrorizzata e cerca un modo qualsiasi per scappare da lì, mentre si appoggia al muro dietro di lei e si prende la testa tra le mani, con un terribile senso di oppressione che le stringe il petto.

"Che cazzo fai?!"
domanda Tommaso vedendola in quelle condizioni, prendendola per un braccio e stringendola talmente forte da farle male, totalmente accecato dalla rabbia e dalla gelosia.

"Lasciami...lasciami, ti-ti prego.."
sussurra lei tra un respiro corto e l'altro, mentre si sporge ad afferrare il telefono sulla libreria e cerca di liberarsi dalla sua presa, terrorizzata.

"C-chiamo la polizia Tommaso.."
lo minaccia stringendo finalmente il cellulare tra le mani e guardandolo con gli occhi pieni di lacrime, facendogli capire di essersi spinto troppo oltre.

A quelle parole lui si immobilizza e la spinge indietro, senza preoccuparsi dell'incolumità sua o del bambino: senza aggiungere altro le da le spalle ed esce dalla stanza, arrabbiato come non mai.

Giulia resta paralizzata, con la schiena sudata ed incollata al muro, mentre ascolta la porta che sbatte e i suoi passi che finalmente se ne vanno via, assieme a lui.

Tommaso le ha mostrato per l'ennesima volta quel lato di sé che lei ha sempre cercato di ignorare, scambiandolo per semplice gelosia: oggi però lo ha guardato dritto in faccia, e sa che non potrà reggere un secondo di più al suo fianco.

Finalmente al sicuro torna a sedersi sul divano e scoppia a piangere, tremando al pensiero di quello che Tommaso voleva fare a quell'essere che, fino a prova contraria, è sangue del suo sangue.

Ci pensa, cerca di sentirsi la vittima della situazione, ma non ci riesce. L'unica cosa che riesce a fare è darsi la colpa per tutto.

È stata così stupida a poter pensare che accanto a lui avrebbe trovato una vita normale.
Tommaso è solo un pazzo, un pazzo che la crede un giocattolo da usare solo quando gli va.

Oggi, per quella sua stupida paura di fare la scelta sbagliata, ha messo in pericolo sia se stessa che suo figlio, e non può perdonarselo.
Può solo farsi forza e scappare il più lontano possibile da quella casa, prima che lui rientri e la trovi ancora lì, debole e indifesa.

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