Epilogo

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"What if we rewrite the stars?
Say you were made to be mine.
Nothing could keep us apart,
you'll be the one I was meant to find.
It's up to you, and it's up to me.
No one could say what we get to be.
So why don't we rewrite the stars?
And maybe the world could be ours, tonight."

"Riscrivere le stelle"

Il momento che Niccolò aspettava e sognava da una vita, chiedendosi come, dove, quando e soprattutto se avrebbe avuto modo di farlo, è finalmente arrivato.

Per tutta la sera ha cercato di nascondere l'agitazione a Giulia e Leonardo, eppure adesso, che suo figlio si è finalmente addormentato e la rossa è lì, sdraiata con la testa sul suo petto, non ci riesce più.

"Piccola...vieni fuori un attimo?" domanda con un filo di voce, dopo aver aperto bocca per mille volte, senza mai dire niente.

"Fuori?" ripete Giulia sussurrando ed alzando di poco la testa, così da incrociare il riflesso della luce nei suoi occhi.

Niccolò le lascia un lento bacio sulla fronte e annuisce, tirandosi a sedere il più silenziosamente possibile.
Non ha alcuna intenzione di svegliare Leonardo.
Non adesso, non ora che è riuscito a trovare il coraggio di aprire le danze.

Con un'estrema cautela prende Giulia per mano e la accompagna fino alla porta della camera, aprendola e richiudendola lentamente, nella speranza di non farla scricchiolare.
Lei lo segue rispettando il suo silenzio, leggermente confusa, sul vialetto del giardino dell'hotel, fino ad un tavolo di plastica e a due sedie che conosce e ricorda fin troppo bene.

Quando il moro ha prenotato l'albergo, tra tutte le stanze ha avuto cura di scegliere proprio quella, così da avere la possibilità di restare solo con Giulia e mantenere sempre il pianto di Leonardo a portata d'orecchio.

Con un sorriso la rossa si accomoda sulla sedia che Niccolò sposta per lei e lo guarda fare lo stesso, mentre la stessa scena, così uguale ma così diversa, le si proietta davanti agli occhi.
La luce è la stessa, il rumore delle onde è lo stesso, e persino la camicia a fiori del ragazzo che si trova davanti è la stessa.
Soltanto il loro amore è cambiato. È più maturo, più consapevole, più resistente...un po' come loro.

"Sai perché ti ho portata qui, a quest'ora, oggi?" Niccolò spezza il silenzio e il canto dei grilli, posando entrambi i gomiti sulle ginocchia ed alzando finalmente lo sguardo in quello di Giulia.

"Per poterti rimettere quella camicetta orribile?" azzarda lei con un sorriso sulle labbra, e il moro alza gli occhi al cielo e scoppia a ridere.

"Continuo a non capire cosa abbia di male 'sta povera camicia.." commenta scuotendo la testa e allungando un braccio di fronte a sé, nella pretesa di osservare il motivo a fiori del suo vestito.

"Eddai Nì, è inguardabile." ribatte però Giulia ridendo e cercando di convincerlo, mentre le sembra di rivivere alla perfezione il loro primo dialogo, le loro prime risate insieme.

Niccolò sospira e si morde il labbro con i denti, mentre torna nella stessa posizione di prima ed obbliga la rossa a perdersi per un attimo nei suoi occhi, diventati troppo seri e profondi per poterli guardare senza cascarci dentro.

"Perché qui, esattamente sette anni fa, ci siamo incontrati." dice poi abbassando leggermente il tono della voce, e il cuore di Giulia, che finalmente riesce a collegare i puntini, salta un battito.

"Sono sempre stato convinto che da qualche parte ci fosse scritto che noi due dovevamo stare insieme." Niccolò non le dà tempo di parlare o di commuoversi, e, mentre lascia alle parole la libertà di uscire senza costrizioni, la prende per mano.

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