"You can count on me like one, two, three
I'll be there.
And I know when I need it, I can count on you like four, three, two
and you'll be there.
'Cause that's what friends are supposed to do."Chapter 34
"Questo due anni fa stava ubriaco fradicio a cantare seduto sul cofano della macchina e adesso diventa papà."
L'osservazione divertita di Gianmarco scatena le risate di tutto il gruppo di amici di Niccolò, riuniti attorno al tavolo da pranzo con una birra tra le mani e tante, forse troppe cose da dirsi.
"Niccolò!" esclama immediatamente Giulia, realizzando il significato di quelle parole e cercando senza successo di trattenere un sorriso. Non le riesce per niente difficile immaginare il moro in quelle condizioni.
"Quello che succede tra amici deve restare tra amici." ribatte però Niccolò stringendosi nelle spalle, sottolineando la sua affermazione con un'occhiataccia rivolta a Gianmarco.
"Forse è meglio." gli dà ragione la rossa scuotendo la testa, strappando l'ennesima risata a tutti e scompigliando i capelli di Niccolò, che la guarda con un sorriso sulle labbra.
Mancano pochi giorni al termine della gravidanza, ma non si sente nervosa.
Certo, non sa cosa la aspetterà una volta che avrà dato alla luce suo figlio, ma qualunque cosa sia non la spaventa.
A dire la verità, tra lei e Niccolò, il più agitato di fronte all'idea del parto è sicuramente il moro.Ogni sera insiste per mettere in atto tutto quello che ha imparato durante il corso pre-parto o su internet, come dei massaggi che dovrebbero fare rilassare il bambino o esercizi di respirazione per far sentire meglio la madre.
Giulia sa di non aver bisogno di nessuna di queste cose, ma non vuole privare Niccolò delle sue responsabilità, per nulla al mondo: l'unica cosa che può fare per lui, al contrario, è organizzare dei pomeriggi come questi, tra amici e cibo ordinato chissà dove, per distrarlo un po' dal suo perenne stato di agitazione."Dov'è Adriano?" domanda il moro qualche minuto dopo, guardandosi attorno e ed accorgendosi che il suo migliore amico non è più lì con loro.
"Credo sia andato su a fumare." risponde Alessandro con un'alzata di spalle, anche se tutti, in quella stanza, sanno che Adriano ha solo cercato di scappare.
Nonostante siano passati mesi fatica ancora a trascorrere del tempo con Niccolò, dopo che lui, in preda alla rabbia e alla delusione causate dalla fine della sua relazione con Giulia, lo ha cacciato a malomodo dalla sua vita.
Il moro annuisce e sospira, alzandosi dalla sedia e scusandosi a bassa voce.
In pochi passi lascia una carezza sul viso della rossa ed esce dall'appartamento, per poi salire di corsa le due rampe di scale che portano sul tetto del palazzo.Una volta che si ritrova all'aria aperta si guarda attorno ed individua subito il riccio, seduto pochi metri più in là con lo sguardo perso tra le case di fronte a loro e uno sbuffo di fumo che gli incornicia la testa.
"Ehi." si annuncia Niccolò schiarendosi la voce, prima di avvicinarsi di qualche passo e sedersi accanto a lui.
"Come stai?" domanda poi, vedendo che Adriano non accenna ad aprire bocca, anche se ancora non trova la forza di spostare gli occhi nei suoi.
Il riccio sospira e lascia cadere un po' di cenere ai loro piedi, prima di voltarsi nella sua direzione e stringersi nelle spalle.
"Mi manca il mio migliore amico." ammette poi sincero, accompagnando la sua confessione con un sospiro ed un mezzo sorriso sulle labbra.
Niccolò gli getta un'occhiata veloce e sorride a sua volta, posandogli una mano sulla spalla.
"Anche a me." risponde sforzandosi di guardarlo dritto negli occhi, per fargli capire senza bisogno di parlare che si sente terribilmente in colpa per quello che è successo.
"Me ne dai una?" domanda poi, cambiando completamente discorso e tono di voce ed indicando con un cenno del capo il pacchetto di sigarette che Adriano tiene tra le mani.
"Sei il cantante de sto cazzo e non hai manco una sigaretta.." ribatte il riccio fingendosi infastidito, mentre sorride e gli allontana la scatoletta dalla vista.
"Eddai Adri..secondo Giulia sto cercando di smettere di fumare, se mi vedeva salire con il pacchetto mi ammazzava.." lo prega Niccolò con una sincera disperazione nella voce, dovuta alla settimana di completa astinenza che si è visto costretto a sopportare, ma le sue parole non fanno altro che rendere più inamovibile la posizione dell'amico.
"Allora non ci penso neanche." dice infatti Adriano categorico, scuotendo la testa e nascondendo definitivamente le sigarette in tasca, per poi aggiungere:
"Non voglio certo essere io la causa della morte di un quasi-padre."
A queste parole Niccolò annuisce e si arrende all'evidenza, rabbuiandosi di colpo: ogni volta che ci pensa, ogni volta che nella sua testa si presenta il conto alla rovescia e tutti quei piccoli cambiamenti che li stanno portando verso la data del parto, si sente mancare.
"Non so se sono pronto." ammette poi con un sospiro, rispondendo alla silenziosa domanda di Adriano e passandosi una mano tra i capelli, impensierito.
"Non credo che qualcuno sia mai pronto ad una cosa del genere" ribatte il riccio con un'alzata di spalle, cercando di tranquillizzarlo nonostante sappia che sarà del tutto inutile. Dopo vent'anni lo conosce fin troppo bene.
"Tu cosa faresti al mio posto?" domanda infatti Niccolò qualche secondo dopo, per niente rassicurato ma desideroso di ricevere un supporto morale ed emotivo.
"Per prima cosa smetterei di rompere il cazzo alla mia fidanzata ogni tre secondi..." risponde Adriano senza nemmeno starci a pensare, stemperando la serietà della situazione con una considerazione fin troppo veritiera.
"Faccio solo il mio dovere." ribatte Niccolò punto nell'orgoglio, anche se sotto sotto sa che il riccio ha ragione: d'altronde, però, è fatto così e nessuno può farci niente.
Adriano sorride e scuote la testa, mentre cerca il modo e le parole più giuste per continuare il discorso.
"E poi...e poi non lo so. Anche io non avrei la minima idea da dove cominciare, ma credo...credo che mi farei portare dal cuore. Alla fine non c'é un modo giusto un modo sbagliato per essere un buon padre. Basta solo esserci. Esserci sempre per lui, qualsiasi cosa accada." dice dopo qualche istante di esitazione, buttando fuori le parole più sincere e spontanee che sia riuscito a trovare.
"Già."
"E comunque t-..." incomincia a dire Adriano qualche secondo dopo, intenzionato a cambiare discorso e a strappare l'ennesimo sorriso a Niccolò, ma la voce di Gianmarco lo interrompe, facendolo voltare all'istante verso di lui.
"Niccolò! Niccolò, vieni qui!" l'amico chiama il moro dalla tromba delle scale e, dal suo tono di voce agitato e preoccupato, capiscono subito che non si tratta di uno dei soliti scherzi.
"Che c'è?" domanda Niccolò tirandosi in piedi ed incominciando ad avvicinarsi alla porta di metallo, anche se, dentro di sé, possiede già la risposta ad ogni suo dubbio.
"Le si sono rotte le acque!" risponde Gianmarco facendo finalmente capolino dalle scale, con il fiato corto e sul viso la tipica espressione di chi non ha la minima idea di cosa fare.
Ed è con queste parole concitate che Niccolò azzera completamente il volume di tutto quello che accade attorno a lui e si precipita giù dalle scale, correndo verso quel mondo che, anche se forse inconsapevolmente, aspetta e desidera da una vita intera.
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Rewrite the stars
Hayran KurguNon passa giorno senza che Niccolò si maledica per quello che ha fatto. Non passa giorno senza che Giulia pensi a lui, e senta forte la sua mancanza. La vita è fatta di momenti, momenti che passano veloci e che lasciano ricordi. La vita è fatta di e...