"Andare avanti"

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"Tu portami con te,
portami con te.
Dov'è leggero il mio bagaglio,
dove mi ami anche se sbaglio."

Chapter 39

Niccolò ha sempre avuto un problema a convivere con lo scorrere del tempo.
AI suoi occhi le giornate sono sempre sembrate infinite, fatte di inutili momenti alternati ad attimi di felicità che, però, duravano sempre troppo poco.
Ha trascorso mesi e mesi a fare sempre le stesse quattro cose e a domandarsi la sera perché fosse tutto così monotono, così senza senso, eppure adesso sente che qualcosa è cambiato.

Per lui è passato un giorno da quando Giulia è tornata da lui, da quando ha tenuto per la prima volta in braccio suo figlio e da quando ha finalmente capito il significato più profondo della parola "vita", eppure sono già trascorsi tre anni.

Tre anni in cui finalmente ha trovato la forza e il coraggio di tornare a lavorare, tre anni in cui si è svegliato ogni mattina con Giulia addormentata tra le sue braccia e con Leonardo che dal suo lettino lo chiamava "papà", tre anni in cui è cresciuto e ha capito che è questa la vita che vuole vivere per sempre, da qui fino alla fine dei suoi giorni.

"Nicco, ci sei?" la voce di Giulia sale per le scale e lo raggiunge in camera da letto, facendolo trasalire.

La paura di vederla arrivare da un momento all'altro annulla i suoi pensieri e lo obbliga a nascondere in tasca la scatolina che teneva tra le mani, prima di risponderle con lo stesso tono di voce.

"Arrivo!" grida infatti qualche secondo dopo, mentre si abbassa sulle ginocchia e tira la zip del trolley, chiudendo così l'ultima valigia della giornata.

In men che non si dica la afferra e si precipita giù dalle scale, trovando Giulia e Leonardo che lo aspettano sulla porta di casa: la rossa gli sorride e lo bacia, guardandolo mentre si abbassa all'altezza di suo figlio e gli scompiglia i capelli castani.

"Allora..pronto per andare al mare?" domanda Niccolò sorridendo, aspettando che annuisca prima di farlo saltare in braccio ed incominciare a lasciargli mille baci sulle guance e sulle spalle, pur sapendo quanto questo gesto gli dia fastidio.

"E bravo il mio Leo.." sussurra divertito tra uno schiocco e l'altro, combattendo contro le sue manine che cercano inutilmente di allontanarlo.

"Basta papà!" protesta infatti Leonardo, spingendo con forza sulle sue guance finché Niccolò non si stacca e lo guarda di sbieco, fingendosi terribilmente offeso.

"Non posso riempirti di baci?" domanda cercando di trattenere il sorriso, sotto lo sguardo divertito di Giulia.

"No."

"Ah...perché io no e la mamma sì?"

Niccolò sa che così facendo peggiora soltanto la sua situazione, ma infastidire e punzecchiare suo figlio, da un po' di tempo a questa parte, è diventato il suo gioco preferito.
Adora le risposte che gli da, molto più sveglie e mature di quanto ci si possa aspettare da un bambino della sua età.

"La mamma non..non ha la barba" dice infatti Leonardo qualche secondo dopo, girandosi tra le braccia di suo padre e guardando Giulia con un sorriso.

A queste parole Niccolò scoppia a ridere e scuote la testa, mentre si inginocchia per posarlo a terra.

"Questo lo dici tu." ribatte poi alzandosi e gettando un'occhiata divertita alla rossa, che appena afferra il senso delle sue parole gli tira uno scappellotto sulla nuca.

"Deficiente!" sbotta lei ridendo ed incominciando ad uscire di casa, stringendo in una mano quella di suo figlio e nell'altra il manico della valigia.

"Non si dicono certe cose di fronte a un pargoletto." la sgrida però Niccolò di rimando, voltandosi leggermente mentre fa scattare la serratura ed immobilizzandosi con la mano a mezz'aria, così da guardare la scena che gli si para davanti agli occhi.

Leonardo che, a modo suo, aiuta sua mamma a sollevare la valigia e a metterla nel bagagliaio, impaziente di andare in vacanza e, soprattutto, di scoprire quale sia quel posto misterioso che suo papà non vuole svelare a nessuno dei due.

Giulia che ride per le sue parole e che lo guarda con un sorriso stampato in viso, circondata dai capelli rossi mossi dal vento e illuminata dal sole caldo di giugno.

A Niccolò quasi non sembra vero di poter camminare verso di loro e di trovarli lì, reali e completamente suoi, in ogni senso possibile.

~~~~~~

"Dorme?"

"Sì."

"Tempismo perfetto, come al solito."

Dopo tre ore di viaggio, trascorse per la maggior parte in coda sotto al sole, ecco che sono quasi arrivati a destinazione.

Leonardo, come da copione, ha deciso di addormentarsi proprio adesso, e Niccolò - che, a dire la verità, con le sue parolacce trattenute e rivolte a chissà chi è stato il più fastidioso tra i due - non perde tempo a sbuffare e a farlo notare a Giulia.

Lei sorride, divertita dal suo continuo lamentarsi, per poi posargli una mano sulla coscia e sporgersi verso di lui.

"Dove ci porti di bello?" sussurra poi a pochi millimetri dal suo orecchio, cercando di stuzzicarlo e di farlo cedere, anche se lo conosce abbastanza bene per sapere che sarà completamente inutile.

"Non serve a niente, e lo sai." risponde infatti Niccolò stringendo leggermente le mani sul volante, per poi muovere la testa e cercare di mandarla via, incapace di resistere a quei baci sul collo ancora per molto.

"Intanto mettiti questa." aggiunge poi, cambiando completamente argomento e tirando fuori dalla tasca una benda scura, che le lascia tra le mani senza tanti complimenti.

"Seriamente?" domanda lei afferrandola e guardandolo con un sorriso, ma lo sguardo totalmente irremovibile di Niccolò la lascia leggermente stupita.

"No, per finta. Muoviti." risponde infatti lui gettandole un'occhiata impaziente, mentre cerca di guardare di nascosto i cartelli stradali, così da non sbagliare strada ed evitare che lei li veda e capisca dove stanno andando.

D'altronde, in quel luogo entrambi ci sono già stati.

Niccolò non ha nemmeno avuto bisogno di pensare per capire che quello sarebbe stato il posto giusto.
Lì si sono conosciuti e lì dovranno chiudere il cerchio.

Giulia sbuffa con gli occhi coperti dalla benda e il moro sorride.
Sa che le piacerà.

La scatoletta blu che nasconde in tasca, più si avvicinano alla meta, più si fa pesante.
Niccolò la sfiora con la mano e sospira.
Spera con tutto se stesso che ritrovarsi lì, nello stesso posto in cui si sono visti per la prima volta e in cui si sono innamorati, gli dia il coraggio per chiederle quella cosa di cui ha sempre avuto un'enorme paura.
Forse perché, una volta chiesta, non si può più tornare indietro.

Ma chissà che lui, adesso, non voglia soltanto lasciarsi alle spalle tutto quello che hanno passato.
Andare avanti, per sempre, accanto a lei.

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