"Sogni appesi"

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"I'm thinking 'bout how
people fall in love in mysterious ways.
Maybe it's all part of a plan"

Chapter 7

Una vacanza che inizialmente doveva essere solo tra fratelli e alla quale poi, all'ultimo momento, si è aggiunto anche l'amico più insopportabile che Edoardo potesse trovare.
A Giulia quest'idea non è mai andata a genio, né prima né dopo l'arrivo di Niccolò, e lei e il moro hanno già avuto modo di litigare un paio di volte, prima per chi dovesse sedersi davanti in macchina e poi, una volta arrivati, per quale fosse l'ombrellone migliore.
E si sa, da un litigio tra due caratteri impossibili non se ne viene mai fuori del tutto.

"Allora, Giulia..come va?"
domanda Niccolò con il tono più indisponente che riesce ad utilizzare, raggiungendo il tavolo di  plastica al quale la ragazza ha deciso di riposarsi e sedendosi di fronte a lei, aspettando una risposta che non gli verrà mai data: Giulia finge di scrivere qualcosa al telefono, troppo permalosa ed orgogliosa per aprire bocca, ma sa benissimo che non basterà semplicemente questo per farlo schiodare da lì.

"Siamo rimasti solo io e te, o parli con me o vai in camera..non hai molta scelta"
aggiunge infatti Niccolò, appoggiandosi del tutto allo schienale della sedia ed osservandosi distrattamente la punta delle dita, inspirando a pieni polmoni l'aria notturna che si respira lì, seduti al fresco nel cortile dell'hotel, con il rumore e l'odore del mare che fanno da leggero sottofondo.

Giulia, a quelle parole, sospira e trattiene a fatica il desiderio di alzarsi e stampargli una sberla su una guancia - nella speranza di fargli sparire quel sorrisetto beffardo -, per poi alzarsi dalla sedia e scegliere senza esitazione la seconda opzione proposta dal moro:
"Buonanotte Niccolò"
dice con tutta l'educazione di cui è capace, sorridendogli sorniona ed apprestandosi ad andarsene, ma non fa in tempo a muovere un passo che la voce di Niccolò la raggiunge di nuovo, insolente come poche cose.

"Vista la faccia con cui tuo fratello s'è portato via quella biondina nun so quanto te conviene"
osserva quest'ultimo alzando le spalle e facendola voltare di scatto, senza curarsi di essere stato troppo sincero o diretto, come al suo solito: vuole che lei stia lì con lui, e ci riuscirà, costi quel che costi.

"Dio, che schifo"

"Mica è colpa mia"
si difende subito Niccolò, ridendo ed alzando le mani, cercando in tutti i modi di mascherare la soddisfazione che sta provando nel vederla abbandonare l'idea di andarsene e tornare a sedersi, rassegnata alla prospettiva di dover trascorrere la serata in sua compagnia.

"Di cosa vorresti parlare, sentiamo"
lo esorta la rossa appoggiando entrambi i gomiti sul tavolo ed alzando lo sguardo nella sua direzione, notando per la prima volta vari dettagli di lui che, in quella prima giornata turbolenta, non aveva avuto modo di vedere.
Una camicia a fiori aperta sul davanti, che lascia intravedere alcuni tatuaggi, ancora incomprensibili ai suoi occhi, i capelli spettinati e resi ancora più disordinati dai bagni in mare, un sorriso indolente sulle labbra, numerosi anelli sulle dita e un paio di occhiali da sole, nonostante l'orario e la poca luce che li circonda.

"Non lo so..di quello che vuoi"
risponde Niccolò stringendosi nelle spalle, avvertendo chiaramente il suo sguardo bruciare su di lui, dettaglio che non gli dà per nulla fastidio: c'è qualcosa nel suo modo di fare, nelle sue parole e nel suo aspetto fisico che lo ha colpito sin dal primo istante, e di sicuro essere guardato con così tanta intensità non rientra tra i comportamenti che riescono ad infastidirlo, o almeno, non per il momento.

"Allora, comincio io..con quella camicetta a fiori non ti stupire se non acchiappi nessuna"
dice Giulia riportandolo alla realtà e facendolo trasalire, osservandolo divertita mentre getta uno sguardo veloce al suo indumento ed alza di nuovo gli occhi nei suoi, aggrottando le sopracciglia:
"Che, n'te piace?"

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