"Io voglio averti in sere come queste,
quando il mondo sai che non ci serve..
Quando son convinto di esser l'unico a provare
quel che tu mi dici sempre."Chapter 38
"Il latte glielo devi dare tra un'ora, poi lo tieni un po' in braccio e lo metti a letto.. se ti serve qualunque cosa chiamami, non inventarti le co.."
"A Nì, te levi dal cazzo o vuoi che ti mando giù a calci?"
Niccolò ci prova a trattenersi dall'assillare il suo migliore amico, ma è più forte di lui.
Gli ha ripetuto mille volte quello che deve e non deve fare con Leonardo, ma, nonostante la lista appesa sul frigorifero e la voglia che ha di passare una serata da solo con Giulia, non riesce a darsi pace."Amore andiamo, dai. Lasciali respirare" anche la rossa, vestita di tutto punto con il cappotto sulle spalle e un gran desiderio di allontanarsi da lì il prima possibile, viene in soccorso di Adriano.
Con un sorriso divertito prende Niccolò sottobraccio e cerca di tirarlo via, ottenendo come risultato solo un'occhiata preoccupata e un brusco strattone, dato per liberarsi dalla sua presa.
"E non dire parolacce." ribatte infatti il moro fulminando Adriano con lo sguardo, per poi allungare una mano sulla testa di Leonardo, che, beatamente appollaiato tra le braccia del suo zio acquisito, gli rivolge una risata e un sorriso sdentato.
"Scusa, mamma.." lo canzona però il riccio, trattenendo a fatica un sorriso alla vista di quella scena: gli piace da morire far innervosire Niccolò ed assistere alle sue reazioni spazientire, ma non riesce a trattenersi dal provare quella felicità fraterna causata dal semplice fatto di vederlo finalmente felice e in pace con se stesso.
Nonostante adesso voglia solo restare da solo con Leonardo e passare una serata con lui, sa che Niccolò, con le sue eccessive preoccupazioni, sta soltanto dimostrando a tutti di aver trovato qualcosa per cui vale la pena lottare.
Inconsapevole di tutti questi pensieri - e trascinato nuovamente dal Giulia verso la porta d'ingresso - il moro sbuffa ed accoglie la provocazione senza ribattere, ma non prima di aver salutato per l'ennesima volta suo figlio.
"Ciao amore, fai il bravo. Noi torniamo subito, mh?" sussurra infatti lasciandogli un buffetto sulla guancia, per poi arrendersi all'evidenza ed incamminarsi dubbioso fuori di casa.
In silenzio Giulia si ferma a chiudere la porta e lascia che sia Niccolò a fermare l'ascensore per entrambi, guardandolo divertita mentre mette un piede dentro e uno fuori, in una buffa imitazione del Colosso di Rodi con la camicia sbottonata e gli occhiali da sole tirati tra i capelli.
"Nì..l'abbiamo lasciato a Adri, non a un delinquente." dice qualche istante più tardi, raggiungendolo e prendendogli il viso tra le mani, così da obbligarlo a voltarsi nella sua direzione.
Lui sbuffa e le getta un'occhiata disperata, che però si trasforma subito in un sorriso: nonostante il suo cuore di padre iperprotettivo, è contento di essere finalmente libero.
"Dove mi porti di bello?" domanda poi la rossa, lasciandogli un bacio a fior di labbra e guardandolo incuriosita, mentre nota la solita luce di desiderio che si fa spazio in quella piscina di verità che sono gli occhi di Niccolò.
"Fosse per me direttamente in hotel." risponde infatti lui senza mezze misure, abbassando notevolmente il tono della voce e ricambiando il bacio di poco prima, stringendo sempre di più la presa attorno alla sua vita.
"L'ho sempre detto di essermi innamorata di un galantuomo." ride Giulia afferrando il significato delle sue parole, per poi allacciargli le braccia attorno al collo, consapevole che sarà quasi impossibile resistergli.
Come ad imporre una piccola sfida tra di loro sorride a quel pensiero ed approfitta della durata del viaggio in ascensore per lasciargli alcuni baci umidi sulla mandibola, avvertendo i suoi muscoli irrigidirsi di colpo e la sua poca voglia di cenare affogare nella passione di quel gesto.
"L'altra opzione..?" sussurra poi, avvicinandosi al suo orecchio e divertendosi a stuzzicarlo e a sentirlo respirare a fatica, mentre intrufola una mano fredda sotto i suoi vestiti.
"Così mi rendi le cose difficili.." mormora Niccolò rabbrividendo a quel contatto e girandosi assieme a lei, così da ribaltare la situazione ed intrappolarla tra il suo corpo e la parete metallica dell'ascensore.
Con un mezzo sorriso sulle labbra chiude gli occhi e la bacia di nuovo, almeno finché la discesa non si arresta e le porte si aprono di colpo, obbligandoli a staccarsi e a salutare con un cenno imbarazzato del capo uno dei loro vicini, che ha assistito divertito a tutta la scena.
Spostando lo sguardo per non scoppiare a ridere Giulia prende Niccolò per mano e lo trascina fuori dal palazzo, riuscendo per un pelo nel suo intento.
Non appena il portone si richiude dietro di loro lo abbraccia e si lascia andare ad una risata liberatoria contro alla stoffa ruvida della sua camicia, sentendosi come un'adolescente al suo primo amore."Che figura di merda" mormora scuotendo la testa ed accarezzando piano i capelli di Niccolò, ma lui, che ha già abbandonato da tempo l'idea di una cena al ristorante e sembra avere per la testa soltanto un pensiero, sta già cercando le chiavi della macchina.
"Muoviamoci." si limita infatti a dire qualche istante dopo, con una serietà tale da scatenare nella rossa l'ennesima risata.
Senza dire niente gli lascia un lento bacio sul collo e lo segue in macchina, scegliendo di lasciarsi alle spalle tutto e, per una sera, di godere soltanto di lui e del suo amore.
Ride del suo sguardo concentrato sulla strada e sull'obiettivo di raggiungere la camera d'hotel il prima possibile, si lascia andare ai suoi baci e alle sue carezze, lo prende in giro quando non riesce ad aprire la porta della stanza e poi si fa da parte quando la richiude e chiude fuori il mondo, facendola sentire la donna più bella, amata e desiderata di tutto il pianeta Terra.
~~~~~~
"Quanto mi sei mancata.." mormora Niccolò con il fiato corto e le guance tinte di rosso dall'eccitazione, accasciandosi sul corpo di Giulia e cercando inutilmente di regolarizzare il respiro.
"Mh.." sussurra lei in tutta risposta, lasciando cadere la testa all'indietro e disegnando dei cerchi immaginari sulla schiena nuda del moro, che sorride e si stringe un po' di più a lei, felice.
Erano mesi che aspettava questo momento, ma non soltanto per il desiderio di fare l'amore con lei.
Quella, a dire la verità, era la più piccola delle ragioni.Lui, da prima che Leonardo nascesse, da prima che Giulia si presentasse a casa sua con le valigie in mano e la promessa di una nuova vita in corpo, aveva bisogno di sentire ancora il loro amore.
Se prima le loro notti erano dettate dal semplice bisogno che uno aveva dell'altra, mischiato ad un pizzico di romanticismo, stavolta è stato diverso.Stavolta la fretta e la frenesia di sentirsi ancora una volta completi hanno lasciato spazio a quella lentezza che appartiene soltanto a chi sa che non si lascerà mai più andare di nuovo.
A chi sa che non importa cosa succederà, che non importa cosa porterà il domani, perché sa che, stanotte come tra mille altre notti, non avrà nemmeno bisogno di chiedere per sentirsi ancora una volta completo.
"Nicco..?"
"Che c'è?"
"Ho fame."
"E io ti amo."
"E io ho fame e ti amo."
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Rewrite the stars
FanfictionNon passa giorno senza che Niccolò si maledica per quello che ha fatto. Non passa giorno senza che Giulia pensi a lui, e senta forte la sua mancanza. La vita è fatta di momenti, momenti che passano veloci e che lasciano ricordi. La vita è fatta di e...