In puntata
CHRISTIAN'S POV
Sono stanco di stare fermo su questo dannato banco.
Quasi non mi sento più le gambe.
Ho voglia di alzarmi in piedi ed andare al centro dello studio a ballare, anche se so già che la coreografia andrebbe malissimo, ma ho bisogno di sfogarmi e muovermi.
Ormai si sono già esibiti tutti.
Io, che solitamente vengo chiamato tra i primi, oggi devo stare qua seduto all'infinito?
«Vieni Bea, porta la maglia a Rudy» annuncia Maria, seduta sulla sua poltrona.
Ok, credo proprio che oggi non mi muoverò da qui.
La ragazza si alza dal banco, scende le scalette, con l'eleganza che la contraddistingue, e va verso il suo professore.
«Buongiorno» sento appena, dal mio posto.
Rudy le fa un cenno con la testa e lei si va a mettere sulla stellina rossa, al centro.
«Bene Rudy, che pezzo le fai cantare?» chiede la padrona di casa.
«Allora, questa settimana l'ho fatta concentrare sulle emozioni, visto che qualcuno dice di non riuscire a vederle» spiega Rudy, alludendo alla prof Pettinelli.
«Oh Rudy, senti, non posso avere una mia opinione?!...»
I due cominciano, come loro solito, a bisticciare, ma non sto neanche ad ascoltarli.
Il mio sguardo è fisso sulla figura di Beatrice.
Sono come in trance. Non riesco a concentrarmi su nient'altro.
Solo quando la situazione si calma e l'asta nera appare davanti a Bea, mi risveglio.
«Base» chiama Maria.
Non ho capito quale pezzo debba eseguire, ma quando la musica comincia e la sua voce riempie lo studio,un piccolo e appena accennato sorriso, appare sul mio volto.E tu
Chissà dove sei
Anima fragile
Che mi ascoltavi immobile
Ma senza ridereLa sua splendida voce, accompagnata dal suono piano, è una cosa indescrivibile.
E ora tu
Chissà dove sei
Avrei trovato amore, o come me
Cerchi soltanto le avventure
Perché non vuoi più piangereIl mio cuore aumenta il battito.
E la vita continua anche senza di noi
Che siamo lontani ormai
Da tutte quelle situazioni che ci univano
Da tutte quelle piccole emozioni che bastavanoI brividi si fanno largo sul mio corpo.
Da tutte quelle situazioni che non tornano mai
Perché col tempo cambia tutto, lo sai
E cambiamo anche noi
E cambiamo anche noi
E cambiamo anche noi
E cambiamo anche noi
E na-na-na-na-na
Na-na-na-na-naLe ultime note risuonano nello studio e la canzone finisce, mentre lei stacca il microfono dalle sue labbra.
I miei occhi sono lucidi e sbatto le palpebre più volte per non darlo a vedere.
Il pubblico l'applaude, tra urla e complimenti di ogni genere.
Quanto mi piacerebbe poterle dire qualcosa anch'io.
«Rudy?» gli chiede Maria sorridendo, vedendolo soddisfatto.
«Cosa dovrei dirti Maria? È stata bravissima»
Il boato del pubblico e dei ragazzi al mio fianco si fa sentire ancora.
«Quindi maglia riconfermata, giusto?»
«Certo!» esclama lui, orgoglioso.
Bea corre verso il prof e riprende la felpa, per poi tornare al suo posto, al fianco di Carola.
«Facciamo un minuto di pausa poi torniamo» annuncia Maria, alla produzione.
I ragazzi si alzano dai banchi per sgranchirsi le gambe o, semplicemente, per chiacchierare.
Mi alzo anche io, ma rimango in disparte.
Saltello un pò e muovo le caviglie per scaldarmi.
«Ehi, fra'» la voce di Mattia è inconfondibile, anche da dietro e in mezzo al trambusto.
Mi giro e gli rivolgo un sorrisetto sforzato.
Poggia la mano sulla mia spalla, per darmi conforto.
«Dai il massimo, ok?»
Annuisco, i suoi occhi sono sinceri.
Poi, mi lascia di nuovo solo, andando a parlare con Dario e Tommaso.
È davvero un amico speciale. L'unico che mi ha dato veramente la forza di continuare.
«Bene ragazzi...» ricomincia Maria, nel boato del pubblico.
«Chirstian scendi»
Devo farlo. Devo farlo per lui.
Prendo la maglia e la vado ad appoggiare davanti a Raimondo che mi dà un pugnetto, come suo solito.
Mi metto al centro, mentre Maria chiede a Todaro quale sia la mia coreografia.
Poi fa partire la base.Finalmente.
Ora posso sfogare tutto quello che ho dentro.
Posso urlare.
Muovermi.
E liberarmi.
Ad un tratto non seguo più neanche la musica.
Seguo quello che mi viene da dentro.
L'istinto.
Quello che non ascolto mai.
Non seguo i passi della coreografia.
Improvviso.
Continuo a ballare anche quando la muscia si ferma.
Finché non mi rendo conto che i prof mi stanno guarando male.
Mi fermo, sudato.
Cerco di riprendere fiato.
«Christian ci sei?» mi chiede Maria.
«I-io...si, si Maria» la voce mi trema.
«Sicuro di stare bene?» questa volta è Raimindo a parlare.
«I-io...davvero...non lo so» scuoto la testa e abbassolo sguardo.
«Chri, lo sai. Ne avevamo già parlato in sala prove. E oggi è andata ancora peggio!» continua, quasi urlando.
Sono consapevole, ma le parole non escono.
«Chri, io non posso passare sopra a questa cosa»
Annuisco, guardandolo negli occhi e aspettando la parte peggiore, perché non è ancora arrivata.
«Christian...io devo sospenderti la maglia»Spazio autrice
Inizialmente il capitolo doveva essere più lungo, ma ho deciso di spezzarlo in due, così da creare più suspense.
Cosa ne pensate?
Chri se la sta passando proprio male. Poverino.
Ma non lo tratterò male per sempre.
Aspettate e vedrete.
<33333333
(non ho ricontrollato, scusate per gli errori, se ci sono)
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TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22
FanfictionI suoi occhi erano belli come il cielo. I capelli, riccioli scombinati, come nuvole setose, e le mani delicate come l'aria. La sua bocca era la pioggia, umida e intensa, che picchiettava sulla pelle facendo salire i brividi. La sua pelle era come la...