«Ehi Tommy mi passi il sale»
«Ok, ma non metterne troppo»
«Ai suoi ordini capitano!»
Io e Tommaso siamo in cucina a preparare la cena.
Lui mi guarda male, poi si mette a ridere, passandomi il sale.
Lo prendo e ne metto un po' nell'insalata, insieme ai pomodori.
«Posso mettere anche l'olio?» gli chiedo per farlo arrabbiare.
Lui scuote la testa rassegnato e mi passa l'oliera.
Ne metto appena un goccio, poi prendo la ciotola e la poggio sul tavolo, insieme al resto del cibo.
«Ehii! È pronto!»
Sento i passi dei ragazzi che piano piano si avvicinano, poi li vedo spuntare da dietro l'angolo.
Albe, Luigi, Dario e LDA.
Corrono verso il tavolo e si siedono pesantemente sulle sedie. Se non fossero resistenti sarebbero andate a pezzi.
Rido, pensando a quando facevo lo stesso con mio fratello. Il primo che arrivava e si sedeva non vinceva niente, ma era comunque una soddisfazione personale.
Sere, Nic, Rea e Carola arrivano dopo, insieme ad Alex, Ale, Guido e Simone.SIMONE'S POV
Mi siedo al fianco di Tommaso, che ha appena preso posto. Poi mi volto verso Beatrice e noto che quel dolce sorriso che si faceva spazio sul suo volto pochi secondi prima, scompare.
I suoi occhi che prima brillavano, adesso sembrano vuoti.
Cerco di capire cosa sia stato a farle cambiare umore, ma vedo soltanto Mattia e Christian avvicinarsi al tavolo, silenziosi.BEATRICE'S POV
I due ballerini si avvicinano al tavolo e dentro il mio stomaco tutto si ferma.
Mi passano dietro la schiena e sento il fruscio delle loro maglie sulla mia felpa.
Mattia accenna un sorriso striminzito, mentre Christian rimane in silenzio, con la testa bassa.
Sono rimasta solo io in piedi. Faccio un respiro profondo, poi mi rigiro e vado a sedermi tra Rea e Serena.La cena si svolge allegramente, tra scherzi, battute e risate.
Coinvolgiamo anche i nuovi arrivati, che si scoprono essere brave e simpatiche persone.
L'unico che proprio non riesce a sorridere è Christian.
Consuma il pasto in silenzio, così com'è arrivato, una forchettata alla volta.
Mattia al suo fianco, che cerca invano di tirarlo su. È sempre stato l'unico presente nei suoi confronti. L'unico che non gli ha voltato le spalle dopo quello che mia ha fatto.
«Ehi Bea, ci sei?» mi chiede Serena, sventolando una mano davanti ai miei occhi.
«Eh?...sisi scusa» rispondo confusa, scuotendo la testa.
Ero rimasta così tanto tempo a fissare il ballerino che sembravo in stato di shock.
«Albe ti ha chiesto se vuoi il bis» mi informa lei, indicando il piatto con i vari affettati.
«Non sarebbe meglio altra insalata?» si intrufola Tommaso.
I ragazzi lo guardano alzando un sopracciglio.
«Lascia perdere, non voglio niente» dico io, alzando le mani, con un leggero sorriso.Finiamo di mangiare e gli addetti di oggi alla pulizia, Carola e Alex, cominciano a lavare i piatti.
Noi ci disperdiamo per la casetta, ognuno a fare le proprie cose.
Chi a provare le coreografie, chi a riascoltare i pezzi assegnati e chi a rafforzare i legami di amicizia o amorosi.
Serena e Albe sono entrambi sdraiati sul divano davanti allo schermo a coccolarsi.
Carola, nonostante il turno di pulizia, scherza con Luigi, bagnandolo con l'acqua del lavello.
Rea, insieme a Nicol e Ale, è fuori sulle poltroncine a parlare con Simone, LDA e Tommaso.
«Esci anche tu?» mi chiede Dario, cogliendomi di sorpresa da dietro, affiancato da Guido.
«Si ok» gli sorrido, dolcemente.
Guido, da buon gentiluomo, apre la porta lasciandomi passare e, appena metto un piede fuori dall'uscio, l'aria frizzantina della sera mi accarezza il viso.
«Eccola finalmente!» esclama Nicol «Pensavamo rimanessi lì dentro da sola per sempre» mi fa segno con la mano di sedermi al suo fianco, ma nego con la testa, indicando Rea che è seduta sola sul divanetto di fronte.
Lei annuisce, per poi riprendere a parlare con Tommy e Luca.«Ehi, come va?» le chiedo sottovoce.
«Non male. Andrebbe meglio se mi cagasse» spiega, triste, alludendo a Simone.
Le metto una mano sulla spalla.
«Stai tranquilla, si accorgerà perso della bellissima persona che sei»
Lei mi sorride e mi avvolge in un caldo abbraccio.
«Non pensavo fossi una psicologa così brava» dice ridendo.
«Neanche io» mi stacco, ricambiando «Comunque la migliore resta sempre Nicol»Parliamo per qualche minuto del più e del meno, poi comincia a farsi freddo e lei, Tommy, Giudo e Ale decidono di rientrare.
Rimaniamo io, Luca, Nic, Simo e Dario, che però viene obbligato ad entrare da Guido, visto che gli aveva promesso che lo avrebbe aiutato con la coreografia.
«Cos'è tutto sto casino?» interviene Luigi, cercando di farsi spazio tra il gruppo di ragazzi che rientra in casetta «Io volevo solo fumarmi una sigaretta»
«Dai non fare lo scontroso Luigino» lo canzona Carola che, insieme ad Alex, ha appena finito di pulire «Vieni qui da zia Carola»
Lo prende per il polso, trascinandolo di forza dentro la casetta, e lui è obbligato ad assecondarla.
Alex, intanto, si è seduto sulla poltroncina affianco alla porta, immerso nel suo giubbotto caldo.
Rimaniamo tutti e cinque in silenzio, poi Luca finisce la sua sigaretta e rientra in casa con Alex, che stava per congelarsi.
Ora siamo solo io, Nic e Simo.
Passano pochi secondi, poi Nicol si alza e viene verso di me.
«Io entro. Avevo promesso di fare da psicologa a Rea e Sere» mi spiega sotto voce, cercando di non farsi sentire da Simone.
«Tranquilla, vai pure. Io rimango altri due minuti, poi mi raccontate»
Lei annuisce sorridente, poi apre la porta della casetta e va verso la camera.Il silenzio piomba sul giardino e gli unici rumori che si possono sentire sono i pochi uccellini ancora svegli e il brusio dei ragazzi in casetta.
Mi alzo, ammirando il cielo nei sui bellissimi colori.
Il fruscio delle foglie come sottofondo.
Mi è sempre piaciuto stare fuori la sera.
«Bello il cielo, eh»
Mi volto di scatto.
È Simone.
Non mi ricordavo neanche più di avere compagnia.
Sorrido.
«Si. È proprio stupendo»
Mi rigiro verso l'orizzonte e appoggio la schiena alla colonna che sorregge la veranda.
Chiudo gli occhi e respiro l'aria gelida della notte.
Sento la presenza di Simone che si avvicina e si poggia sul lato affianco della colonna.
Apro gli occhi e mi sorride appena.
Abbasso lo sguardo e metto le mani nella tasca della felpa.
«Posso farti una domanda?» l'accento palermitano risuona nel giardino quasi vuoto.
«Certo»
«Oggi, a cena...» comincia serio «Eri strana»
Il mio umore cambia all'improvviso.
I miei occhi perdono la serenità che avevano appena ritrovato.
Ho paura di dove possa andare a parare.
Ho paura di dovergli spiegare tutto.
«Non sei obbligata a dirmelo se non vuoi. Mi dispiace soltanto vedere le persone stare male»
Non riesco a parlare. La mente che vaga da sola.
Lui si sposta dalla colonna, venendo davanti a me.
Rimane in silenzio, aspettando che io dica qualcosa.
Alzo il viso, incontrando i suoi occhi che, a causa del buio, sembra abbiano sfumature blu-verdastre, ma rimango con la bocca aperta, non riuscendo a dire niente.
Torno a guardare il basso, imbarazzata dalla situazione.
«Non ti voglio obbligare, ma credo ti farebbe bene parlarne» la sua voce è, come sempre, calma e ferma.
Cerco di fare uscire le parole, ma riesco solo a balbettare.
«I-il problema è c-che» gli occhi mi luccicano per la centesima volta.
Non voglio piangere, non voglio!
Esplodo.
Mi lancio verso di lui, che è colto di sorpresa, ma che non esita ad avvolgermi in un abbraccio.
Singhiozzo sulla sua maglietta come non avevo mai fatto con nessuno.
La sua mano mi accarezza i capelli.
«Calmati ora. Tranquilla» mi sussurra all'orecchio.
Cerco di fare tornare il respiro regolare, sentendo il suo battito sul mio.
Quando, finalmente, riesco a calmarmi, mi stacco con le guance umide.
Me le asciuga con le dita, sorridendo per rasserenarmi.
Ci guardiamo per qualche secondo, uno negli occhi dell'altro.
Poi, la porta della casetta si apre, richiudendosi subito dopo, sbattendo.
Ci voltiamo di scatto, cercando di capire cosa sia stato.
L'unica cosa che vedo è una macchia scura che corre verso le camere.Spazio autrice
So guyz,
Ecco il tredicesimo capitolo (finally).
Ditemi cosa ne pensate, vi sta piacendo?
E il comportamento di Simone? Quello di Bea?
<33
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TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22
FanficI suoi occhi erano belli come il cielo. I capelli, riccioli scombinati, come nuvole setose, e le mani delicate come l'aria. La sua bocca era la pioggia, umida e intensa, che picchiettava sulla pelle facendo salire i brividi. La sua pelle era come la...