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Qualcuno mi scuote dolcemente.
«Ehi, la puntata è finita»
«C-cosa?» dico come se mi fossi appena svegliata.
«Dobbiamo prendere le nostre cose e andare in casetta» continua la voce.
Mi tiro su, strofinandomi gli occhi, e vedo, davanti a me, una macchia scura.
Metto a fuoco l'immagine e scopro che la persona che mi ha parlato è, in realtà, Carola, la ragazza mora che ha preso il banco di fianco al mio.
«Si, adesso arrivo» dico stiracchiandomi.
«Dai, gli altri sono già andati, si prenderanno le camere migliori»
Qualcosa dentro di me scatta all'improvviso.
«Come le camere migliori? Dobbiamo prendercele noi!» dico alzandomi velocemente, manco fossi Bolt «Forza andiamo»
Corro il più veloce possibile verso l'uscita, prendendo al volo la valigia. Carola è appena dietro di me, che cerca di raggiungermi.

Arriviamo davanti al cancello. Lo apro, scoprendo il giardinetto appena fuori dalla sala da pranzo.
Alcune valigie sono già davanti alla porta. Mi fiondo dentro, rischiando di andare a sbattere contro un ragazzo che stava mettendo a posto la sua roba.
Girando le stanze ne trovo una dalle pareti azzurre. Deve essere mia!
Lascio la valigia davanti al letto e mi fiondo sul materasso morbido.
Carola arriva sulla porta ansimando per lo sforzo.
«Non mi aspettavo che una ballerina potesse stancarsi così facilmente» dico ridendo.
«Avevo la valigia pesante. E poi ho anche il borsone tracolla» si giustifica.
«Si certo inventati un'altra scusa» la prendo in giro.
Tra noi era subito nata un'amicizia speciale. Eravamo rimaste a parlare durante le pause e ci eravamo trovate molto bene insieme. Solitamente, con le persone, mi ci voleva almeno qualche giorno perché riuscissi ad aprirmi. Invece, con lei, erano bastati pochi minuti.
Mi sorride e porta la valigia nel letto di fianco al mio.
Cominciamo a disfare i bagagli finché non sono vuoti, poi ci avviamo verso le scalinate, dove sono radunati tutti gli altri ragazzi.

Quando arriviamo là, il caos ha già preso il sopravvento.
I ragazzi urlano, presentandosi, facendo vedere pezzi delle loro coreografie, cantando spezzoni del loro testo o inventando saluti amichevoli.
Mi avvicino cautamente e tendo una mano alla prima persona che mi ritrovo davanti.
«Ehi» saluto con la timidezza che mi contraddistingue.
«Ciao» risponde, girandosi, una ragazza dai capelli cortissimi «Io sono Nicol. Tu?»
«Beatrice»
«Piacere» prende la mia mano e la stringe alla sua, sorridendo.
«Tu sei quella che ha portato la canzone di Ultimo, vero?» mi chiede con faccia curiosa, fissandomi coi suoi occhi azzurri.
«Si, esatto»
«Sei stata molto brava»
«Grazie. Tu, invece cos'hai portato?»
«Un inedito» dice divertita.
«Ah si, l'ho sentito. Onde, vero?»
Annuisce, aspettando che le dica qualcos'altro.
«Mi è piaciuto molto»
«Ci lavoravo da tanto, sono felice che ora lo possano sentire altre persone»

Continuo a presentarmi con altri ragazzi, finché, non ci mettiamo tutti sulle gradinate a parlare di quello che ci passa per la testa.
Finché non arriva ora di cena.
«Ehi, chi prepara da mangiare sta sera?» chiede Luca, LDA.
«Se volete cucino io, posso farvi una bella pasta al ragù» dico fiera delle mie capacità culinarie.
«Oh si, cosa c'è di meglio di un piatto di tagliatelle» interviene Luigi, mettendosi le mani sulla pancia.
«Poi, se volete io faccio una frittata» dice Nicol, avvicinandosi alla cucina e prendendo fuori una padella.
«Certo» rispondiamo in coro.
«Basta che non la spatacchi sul muro» le dico, scherzando.
«Tranquilla. A casa mi chiamavano...» prende la padella per il manico e ci soffia sopra, come fosse una pistola «Chef Cracco»
Ci mettiamo tutti a ridere, io compresa, mentre lei comincia a prendere fuori gli ingredienti e iniziando a spadellare.
Dopo circa mezz'ora, la cena è pronta e ci mettiamo tutti a tavola.
«Wow, le tagliatelle sono venute benissimo» si complimenta Alex, con la bocca piena.
«E la mia frittata? Non se la caga nessuno?!» chiede, irritata, Nicol, mettendo le mani sui fianchi.
«È buonissima anche quella» dico, cercando di consolarla.
Finiamo di mangiare, poi, Alex e Carola, decidono di sparecchiare e pulire tutto, visto che noi abbiamo già cucinato.
«Comunque dobbiamo decidere i turni per pulire e cucinare» intervine Tommaso, mentre porta il suo piatto nel lavello «Non posso lasciarvi ingrassare con tutte queste cose poco salutari»
Ecco che arriva il figlio dei medici.
«Si, ok, quello che ti pare, ma la Nutella la mattina la mangio lo stesso» lo avvisa LDA.
«Luca, stile di vita» dico facendogli l'occhiolino.
Tommaso alza gli occhi al cielo e sbuffa, disperato. Sa che, in fondo, non riuscirà a convertirci al suo mondo, fatto di esercizi e cibo salutare.
«Dai, ora facciamo sta tabella» dice mettendosi seduto sul tavolo, con la lavagnetta in mano.
Ci sistemiamo intorno a lui e in pochi minuti decidiamo i turni settimanali.
A me toccherà lavare i piatti insieme a Nicol lunedì e martedì sera.
Così ci divertiremo a lanciarci la schiuma a vicenda.

Ormai sono le 22.00.
Mi avvio verso la camera, anche se non sono ancora stanca.
Domani mi vedrò per la prima volta con Rudy e sono super emozionata.
Prendo il pigiama dall'armadio e vado in bagno per struccarmi e prepararmi per la notte.
Mi stendo sul letto, ripensando a quello che è successo oggi.
Sorrido e un debole risolino isterico mi esce dalla bocca.
Cerco di soffocarlo con il cuscino, poi, con le palpebre pesanti, mi addormento, abbracciata al morbido oggetto bianco.

Spazio autrice
Ehyy gente, ecco è il secondo capitolo di questa storia.
Cosa ne pensate??
Se vi state chiedendo "dov'è andato a finire Christian?", mi dispiace, ma dovrete aspettare il prossimo capitolo.
P.s. se avete voglia di sclerare, o anche solamente parlare, con me, potete scrivermi in privato tranquillamente.
Zauuu

TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora