Fine puntata
Usciamo dallo studio, accompagnati da due uomini della regia, che ci scortano fino alla porta.
Fuori piove e ci passano degli ombrelli. Non ci sono per tutti, quindi siamo obbligati a stare almeno in due per ognuno.
Nic si mette insieme a Rea, e partono per prime, davanti a tutti.
Poi si avviano le coppiette, formate da Albe con Sere e Zia Carola con Gigi.
Dario si mette sotto con Guido, Alex con Luca e Tommy con Ale.
Rimaniamo solo io, Mattia, Simo e Christian.
Mi sporgo, appena, dal tettuccio che ci copre e delle gocce di pioggia mi cadono sul viso.
«Vieni sotto o vuoi bagnati?» mi chiede, avvicinandosi, il palermitano dopo aver aperto un ombrello.
Rimarrei volentieri sotto la pioggia, con le goccie fredde che mi percorrono il viso, i capelli e i vestiti bagnati...ma mi sembra scortese rifiutare.
«Ok»
Mi infilo sotto la tela blu e per poco la mia mano non va a finire sopra la sua, che stava tenendo il manico curvo.
Ci stringiamo, cercando di non bagnarci, e i nostri corpi si toccano veramente per la prima volta.
Lui mi rivolge il suo sorriso migliore e io ricambio, mentre cominciamo a camminare verso la casetta.CHRISTIAN'S POV
Li vedo allontanarsi, mentre Mattia apre l'ultimo ombrello rimasto mettendolo sopra le nostre teste.
Mi tocca la spalla, sforzandosi in un sorriso.
Sospiro e, guardando verso il basso, ci dirigiamo verso la casa.BEATRICE'S POV
Passa qualche minuto, dove siamo rimasti, tutti e due, in silenzio.
Io a guardare la pioggia scendere dal cielo.
Lui a fissarsi le scarpe, scalciando via i sassolini sulla strada.
Non ce la faccio più a stare zitta, ma ho paura di rompere la bolla che si è creato addosso, dopo quello che è successo in puntata.
Non so come cominciare un discorso, così faccio la domanda più stupida e diretta che mi viene.
«Come stai?»
La mia voce si sente appena sotto lo scroscio della pioggia sugli alberi.
Il moro alza lo sguardo, per la prima volta dopo minuti. Mi fissa, senza dire niente, come a cercare la risposta nei miei occhi.
«Se ti dicessi bene sarebbe una bugia» dice poi, tornando a guardare a terra.
«Mi dispiace» è l'unica cosa che riesco a dire.
«Non centri tu» sorride lui, scuotendo la testa.
Ma è un sorriso che presto si trasforma in delusione. Le labbra cominciano a tremargli ed è costretto a mordersele per darlo meno a vedere.
In questi casi non so mai cosa fare, così, decido di metterla sul ridere, sperando che di non peggiorare la situazione.
«Sai...» comincio, e lui torna a guardarmi «Mi sono sempre chiesta come fossero i tuoi capelli da bagnati»
E, prima di finire la frase, gli ho già rubato l'ombrello dalle mani, chiudendolo e cominciando a correre il più velocemente possibile.
«No, Bea» riesce solamente a dire, prima di ritrovarsi sotto un fiume d'acqua gelida.
Mi fermo, dopo aver guadagnato già qualche metro, e mi rigiro, aspettando che cominci a correre anche lui.
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, poi lui sospira, sorridendo tra sé e sé, per poi partire improvvisamente a razzo verso di me, che scappo con ancora in mano l'ombrello, cercando di non cadere nelle pozzanghere.In casetta
Quando arriviamo in casetta siamo letteralmente zuppi d'acqua.
Potrei togliermi i vestiti, strizzarli e riempire un'intera bacinella.
Ci togliamo le scarpe e i calzini per non bagnare ovunque, poi corriamo ognuno in un bagno diverso, per lavarci e metterci dei vestiti puliti.
Appena esco dalla doccia mi infilo una tuta e lascio i capelli sciolti, per farli asciugare all'aria, visto che non ho voglia di accendere il phon.
Mi metto le ciabatte e raggiungo i ragazzi in cucina che, intanto, stanno preparando il pranzo.
Finito di mangiare, dopo aver sparecchiato, ognuno decide di riposarsi come meglio preferisce.
Chi si va a sdraiare a letto, che preferisce parlare coi compagni e chi, come me, sta ancora ragionando su come tirare su di morale Simone.
«Ehy, sapete dov'è Simo?» chiedo a Luigi e Alex, che stavano di fianco a lui a pranzo.
«Credo sia in giarino, sul retro» risponde Gigi.
«Ma a te cosa importa?» si intrufola Sere, accompagnata da Nic, Rea e Carola, che stanno aspettando una mia risposta, impazienti.
«Solo, non voglio che stia male» spiego, non volendo approfondire l'argomento.
«Si si, certo» «Come no» replicano Carola e Rea.
Sbuffo, stufa.
Io volevo solo aiutare un amico.
Poi sento la mano di Nicol sulla spalla.
«Lasciale perdere. Se pensi di fare la cosa giusta, vai. Senza pensare a cosa potrebbero pensare gli altri»
Le sorrido.
È davvero una brava persona.
Dò un ultimo sguardo ai ragazzi, poi vado verso il giardinetto.
Quando arrivo alla porta vetrata e guardo fuori, però, il mio cuore si ferma.
Il fiato si mozza.
La figura di Simone piegato a metà dalle lacrime riempie il buio del tardo pomeriggio di novembre.Spazio autrice
Okok questi ultimi capitolo erano noiosi, ripetitivi e molto lenti, ma servono per maturare la storia nei prossimi.
Non uccidetemi se ho lasciato da parte Christian un attimo (è stato molto doloroso anche per me), ma serviva una figura in contrapposizione per creare poi, nei capitolo futuri, la "sofferenza" che mi avevate chiesto.
Come sempre ditemi cosa ne pensate e se vi è piaciuto.
Se avete dei occhiali sono sempre pronta ad ascoltarli e metterli in atto.
Zauuu<33
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TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22
FanficI suoi occhi erano belli come il cielo. I capelli, riccioli scombinati, come nuvole setose, e le mani delicate come l'aria. La sua bocca era la pioggia, umida e intensa, che picchiettava sulla pelle facendo salire i brividi. La sua pelle era come la...