Sono seduta fuori a pensare a quello che poco fa mi ha detto Mattia, mentre il sole comincia a sparire dietro a uno degli enormi palazzi che ci circondano da ormai tre-quattro mesi.
Vorrei davvero sapere cos'ha spinto Christian a lasciarmi, ma non sono sicura di riuscire a sostenere un confronto con lui.
Sto pensando proprio alle sue parole, quando la porta si apre e ne esce l'ultima persona che avrei voluto fosse qui.
«Ti dispiace se mi siedo?» mi chiede Calma con le mani in tasca.
Gli faccio segno di accomodarsi, anche se non è la miglior compagnia che si possa avere.
Si siede al mio fianco e prende fuori dal giubbotto la sua sigaretta elettronica; fa un tiro per poi espirare profondamente, facendo uscire una nuvola grigia chiara.
Sposto la testa da un lato, cercando di evitare che il fumo mi inondi il viso.
«Ti dà fastidio?» chiede con tono tra lo scocciato e il menefreghista.
«Non è il massimo, ma ormai sono abituata» in casetta fumano praticamente tutti. Io e pochi altri, tra cui Christian, siamo gli unici ad avere un brutto rapporto con le sigarette.
Ecco! Adesso sono tornata a pensare a lui...
Mi alzo e vado ad appoggiarmi contro la colonna bianca davanti al divanetto, massaggiandomi le tempie con le dita per cercare di fare sparire l'immagine del ragazzo dalla mia testa.
«Tutt'apposto?» dal suo tono sembra che lo stia chiedendo perché deve, non perché sia davvero interessato.
«Lascia stare...» rispondo, cercando di non essere acida. I suoi modi non fanno che aumentare il mio nervosismo.
Passa qualche secondo, dove penso, e spero, che rimanga zitto lasciandomi in pace con i miei problemi. Invece...
«Brutto eh, quando ti ritrovi da solo»
A quelle parole mi volto verso di lui, che mi guarda con occhi tristi.
Possibile che...no, è appena entrato non può sapere quello che è successo...
«So cosa stai pensando» si alza, avvicinandosi «È impossibile non notare come come vi evitate...dopo quello che avete passato deve essere orribile ritrovarsi cosi»
Come fa a sapere di noi? Dove vuole andare a parare?
«Cosa vuoi?»
«Che ti fidi di me»
A quelle parole una piccola risata mi esce dal naso.
«Si certo» dico, pensando stia scherzando.
«Sono serio» come un fulmine mi afferra un braccio, e i miei occhi si dipingono di paura.
«Scusa...» ritira la mano, probabilmente in imbarazzo.
Questo ragazzo ha qualcosa che non va.
«Non puoi continuare a sperare in qualcosa che non si risolverà mai» sbotta ad un tratto, come se si tenesse dentro tuto quello da troppo tempo.
«Cosa?» è tutto così confuso, non capisco.
Sbuffa, come se avesse voluto che ci arrivassi da sola.
«Quel ragazzo continuerà a farti del male, devi deciderti a lasciarlo perdere»
Il mio cervello sta elaborando troppe cose.
«Aspetta» ok, ora deve dirmi dove vuole arrivare «Cosa stracazzo vorresti dire?!» sto per scoppiare, è come se mille persone mi stessero urlando nelle orecchie.
Lui respira profondamente, prima di ricominciare a parlare.
«Ho sentito Albe e Serena che parlavano del rapporto tra te e Christian, di come era stato bello vedervi insieme, di come eravate riusciti a tirarvi fuori da mille problemi...»
Mi mordo il labbro inferiore.
«Poi lui, tutto ad un tratto ti ha lasciato così!» lo urla così forte che sembra voglia ferirmi.
«Hanno detto che tu tieni ancora molto a lui, nonostante tutto...è vero?»
Annuisco, mentre una lacrima mi scende su una guancia.
«Ma lui sembra non provare lo stesso»
«Cosa ne sai di cosa prova lui?!» urlo, librandomi, in parte, di tutta la rabbia che tengo dentro.
«Se tenesse davvero a te non ti avrebbe mai lasciato, poi non mi sembra che stia provando a ricucire il rapporto no?»
«In realtà prima sul letto ho trovato una margherita e un bigliettino scritto da lui» la mia voce è appena un sospiro, ma abbastanza forse da sentirla.
Quelle parole lo destabilizzano, così sposta la conversione.
«Il punto non è quello» la sua figura di avvicina maggiormente «Il punto è se sei disposta a passare una vita rischiando di farti male a ogni passo»
Una nebbiolina comincia a formarsi davanti a me, impedendomi di vedere chiaramente, così mi sfrego gli occhi per cercare di mandarla via.
Tutto si fa buio.
Non sento più nulla.Poi mi sveglio di botto.
Ho il respiro affannato e grondo di sudore.
Sono sdraiata sul divanetto del giardino. Sola.
Possibile che fosse tutto un sogno?
Mi alzo lentamente, sperando che non mi cedano le gambe. Apro la porta e in casetta sembra tutto tranquillo.
Tutto tranne me.
I ricordi del sogno appena fatto tornano, le voci, gli urli, il casino.
Corro verso il primo bagno che trovo e mi ci chiudo dentro.
Incomincio a piangere fino a farmi venire al di stomaco, per poi vomitare dentro al WC.
Completamente senza forze mi siedo con la schiena attaccata al muro per non svenire.
L'unica cosa che riesco ancora a fare è piangere.CHRISTIAN'S POV
Ho paura. Paura che Beatrice non mi voglia più nella sua vita. Paura che neanche i regali che le ho lasciato in camera possano farla tornare da me.
Senza farmi vedere da nessuno decido di entrare in camera sua per vedere se, almeno, li ha visti o se, nel peggiore dei casi, siano finiti nel cestino.
La porta è socchiusa e la spingo appena, notando che non c'è nessuno.
Mi avvicino al letto e vedo che il fiore non c'è più, neanche il biglietto.
Lo sapevo. Li ha buttati. E io che mi ero fatto anche delle illusioni.
Ma mentre sto tornando verso le scalinate per cercare Matti, l'unico che, forse, può riuscire a tirarmi su, vado contro ad una persona.Spazio autrice
Scusatemi davvero, ma non riuscivo proprio a scriverlo questo capitolo. Non trovavo mai le parole.
Grazie a MeriemNhari7 che mi ha dato una bellissima idea che, però, ho leggermente modificato per renderla più mia.
Quindi se avete qualcosa da ridire...colpa sua ahahah (scherzo eh)
Vi sta piacendo la storia????????
Io vi adoro, scusate ancora per il ritardo❤️
A proposito cosa ne pensate delle canzoni che ho messo?? Se ne avete in mente altre ditemelo, non esiterò a cambiarle per rendere la storia migliore.
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TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22
FanfictionI suoi occhi erano belli come il cielo. I capelli, riccioli scombinati, come nuvole setose, e le mani delicate come l'aria. La sua bocca era la pioggia, umida e intensa, che picchiettava sulla pelle facendo salire i brividi. La sua pelle era come la...