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Sono stesa sul letto con la caviglia fasciata. Un bicchiere d'acqua in mano.
La casetta, ora, è deserta. Sono tutti a lezione, tranne me.
Ho parlato con Maria, che ha chiesto a Rudy di spostarmi la lezione al giorno successivo, per vedere se la caviglia migliorava. Lui ha accettato, ma non so cosa possa cambiare in due giorni.
Accendo il computer e comincio ad ascoltare i pezzi che mi sono stati assegnati, non voglio rimanere indietro.
Metto le cuffiette e faccio partire la musica.

***

«Ehii, siamo tornate!» urlano Serena e Nicol, appena superano la soglia della camera.
«Ehi» le saluto, accennado un sorriso.
«Come stai?» mi chiede Nicol.
«Un pò meglio, ma zoppico ancora» mi guardo la caviglia, massaggiandola.
«Come farai con le lezioni?» si preoccupa Serena «Ti porteranno delle stampelle?»
«No no, non sono messa così male» dico ridendo «Ma avrò bisogno di qualcuno che mi aiuti»
Tra noi c'è qualche secondo di silenzio che, però, viene rotto dalla voce di Nicol.
«Senti...non so se ti fa piacere ma...Carola ci ha raccontato quello che ti è successo» spiega a bassa voce.
Alzo lo sguardo verso di loro, che mi guardano, come a cercare di consolarmi.
«Tranquille, di voi mi fido. Basta che non si venga a sapere qua dentro» dico, passando lo sguardo da una all'altra.
«Certo, rimarrà tutto tra noi» mi sorride Serena.
«Grazie ragazze» mi avvicino a loro e le abbraccio.
«Cosa mi sono persa?» chiede Carola, che è appena tornata dalla lezione di classico, sbucando dalla porta.
«Niente, niente» rispondo, scuotendo la testa.
Lei ci squadra, come a cercare di carpire il discorso, ma sappiamo benissimo che sa di cosa parlavamo.
«Ok ok...ora, però, andiamo che è pronto il pranzo» dice facendoci segno di seguirla in cucina «Luigi ha preparato il petto di pollo. Sotto la supervisione di Tommaso, ovviamente»
«Biologico, mi raccomando» interviene Alex, passando davanti alla nostra camera, per poi andare in cucina.
Tra una risata e l'altra, le ragazze mi aiutano ad alzarmi, poi, zoppicando, ci avviamo verso la sala da pranzo.

***
Prendo il piatto e, cercando di rimanere in piedi, lo porto nel lavello.
Poi, mentre gli altri rimangono a chiacchierare tra loro, recupero il mio quaderno ed esco in giardino, sedendomi sui divanetti.
Devo sfruttare questa giornata "libera" al meglio. Decido di scrivere.
Cerco l'ispirazione nel rumore del vento, nel fruscio delle foglie e nel cielo azzurro.
Ma il mio cervello non riesce a tolgiersi dalla testa quelle parole, pronunciate con così tanto amore, che, però, non erano dirette a me.
Anche io.
Mi immagino come sarebbe stato essere quella ragazza. Poter toccare il viso del ballerino, mettergli le mani tra i capelli, rimanere attaccata al suo petto, con il cuore che batte.
Non mi serve l'ispirazione.
So già cosa devo scrivere.
Prendo in mano la matita e le parole escono da sole. In poco tempo riempo un'intera pagina con una nuova canzone.
La rileggo e mi piace veramente tanto. Descrive perfettamente quello che ho provato e che sta continuando a martellanti dentro.
Scatto in piedi e mi dirigo verso la camera. Mi siedo sul letto, con il quaderno affianco, accendo il computer e comincio a creare la base musicale che mi ero immaginata mentre scrivevo.
La ascolto e riascolto all'infinito, finché non è perfetta. Mi vengono quasi le lacrime agli occhi a sentirla.
Voglio farla sentire a Rudy.
«Ehi, Maria. Ci sei?» aspetto qualche secondo, poi la conduttrice si fa sentire.
«Si Bea, cosa ti serve?»
«Vorrei vedermi con Rudy» chiedo cortesemente «Lo so che gli ho già chiesto di annullare la lezione, ma ho qualcosa di importante da fargli sentire»
Qualche secondo di silenzio.
«Adesso vedo cosa posso fare, Bea, poi ti dico»
«Ok, grazie Maria»
La chiamata si chiude e io mi stendo sul letto.
Spero proprio che Maria riesca a farmi vedere con Rudy. Ho bisogno che senta quello che ho scritto.
Mi tiro su, a fatica, e decido di andarmi a fare una doccia.
Prendo tutto il necessario, vestiti puliti e accappatoio compresi, e mi avvio verso il bagno.

CHRISTIAN'S POV
Finisco di mangiare, poi mi metto a lavare i piatti, visto che è il mio turno, insieme ad Albe.
Per fortuna che c'è lui, altrimenti ci avrei messo ore e ore.
Quando abbiamo finito decido di andarmi a riposare in camera, visto che dopo ho lezione di modern e non voglio risultare stanco.
Mi stendo sul letto e metto un braccio sopra gli occhi, cercando di addormentarmi.
Ma dopo qualche minuto sento delle voci venire dalla camera affianco.
«Si Bea, cosa ti serve?» sembra la voce di Maria.
«Vorrei vedermi con Rudy. Lo so che gli ho già chiesto di annullare la lezione, ma ho qualcosa di importante da fargli sentire»
Mi avvicino al muro. Lo so che non va bene ascoltare le conversazioni altrui, ma qualcosa mi spinge a farlo comunque.
«Adesso vedo cosa posso fare, Bea, poi ti dico»
«Ok, grazie Maria»
La chiamata si chiude e ritorna il silenzio.
La voce di Beatrice sembrava entusiasta. Si vede che è riuscita a superare il brutto momento di qualche ora fa. Mi sarebbe piaciuto saperne il motivo, non mi piace vedere le persone soffrire, soprattutto se sono mie amiche, ma non ha voluto parlarne con nessuno, tranne con Carola, Serena e Nicol.
Sentendola felice, un sorriso mi compare sul volto, senza che io voglia.
In un certo senso mi faceva male vederla triste.

Spazio autrice
Quinto capitolo arrivato!!
Scrivetemi cosa ne pensate e cosa pensate possa succedere.
Le sorprese saranno tante!!


TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora