CHRISTIAN'S POV
È già da qualche minuto che sono seduto, in ansia, sulle gradinate stretto nella presa di Beatrice che non mi ha lasciato nemmeno un secondo da quando sono tornato.
La sua presenza al mio fianco non fa che aumentare la paura dentro di me. Non voglio che soffra a causa mia. Un'altra volta.
«Ragazzi se ci siete vediamo le classifiche»
Alla voce di Maria mi stacco da Bea, avvicinandomi al bordo del gradino, come per vedere e sentire meglio.
«Vi faccio vedere prima la classifica di canto»
Guardo in basso, verso Crytical e Luca; poi in alto, dove ci sono Aisha e Calma.
1. Aisha
Sento un sospiro di sollievo da parte sua, mentre riesco a scorgere la gamba di Crytical muoversi all'impazzata sotto di me.
2. LDA
Dò una pacca sulla spalla a Luca che ringrazia.
Mancano solo Calma e Francesco.
«Facciamo apparire la penultima posizione»
3. Crytical
Il mio cuore smette di battere, forse come quello di Calma.
Automaticamente esce anche l'ultima posizione.
4. Calma
«Passiamo al ballo» dice Maria, cercando di andare di fretta, in modo da lasciarci sfogare dopo.
Cerco di restare e sembrare calmo, ma quando vedo agli ultimi due posti il biscotto rosso so che non c'è niente da fare.
«Vediamo chi c'è al primo posto...»
Sono pochi secondi, ma sembrano infiniti. Sento ogni mio singolo respiro, ogni singolo battito, accompagnato dalle pulsazioni delle dita delle mani, rosse a causa del troppo sfregamento, farsi largo dentro di me.
In un battito di ciglia la prima posizione è lì davanti a noi.
1. Leonardo
Inizialmente il mio cervello non riesce a capire cosa stia succedendo, come se, tutto ad un tratto, si fosse staccata la spina.
Mi si tappano le orecchie, mentre sbatto gli occhi lentamente e il mio corpo comincia a cedere.
2. Christian e Nunzio
Senza saperne il motivo mi alzo, muto e con gli occhi sbarrati.
Anche se non riesco a sentirlo il silenzio piomba in casetta, mentre noi ultimi tre prendiamo a girare su e giù per le gradinate compulsivamente.
«Calma, Christian, Nunzio...» sento appena la voce di Maria uscire dagli autoparlanti «Dovete andare in palestra, adesso»
Cerco di risvegliarmi, strofinando una mano sul braccio, mentre Calma e Nunzio salutano i ragazzi, ringraziandoli, scusandosi e augurandogli il meglio.
Mi giro verso le gradinate dove sembra che una nuvola grigia abbia portato lacrime invece che pioggia.
Il mio sguardo passa sui visi di tutti i ragazzi: Albe, Serena con gli occhi lucidi, Crytical, Dario che si preme le tempie, Aisha, Luigi, Alex che guarda verso il basso, Sissi, Carola e Michele che mi fissano tristi, Gio, Alice, Leonardo, John e Luca che si alza per abbracciarmi. Ma io lo evito, aspettando solo il peso del corpo di Beatrice.
Anche nella nebbiolina che mi impedisce di vedere chiaramente riesco a percepire le sue mani sul suo viso, che bloccano la corsa delle lacrime, facendole scivolare lungo le dita sottili. Sento i singhiozzi sotto i suoi palmi e il suo respiro caldo e affannato sul mio petto, quando mi abbraccia bagnandomi la maglia.
Non volevo piangere ma vederla così non può non farmi stare male.
Affondo il viso nei suoi capelli profumati, mentre piccole gocce salate rigano le mie guance, cadendo sul pavimento freddo.
«N-non puoi a-andartene così» piange tra i singhiozzi, stringendomi quasi fino a soffocare, mentre sento le sue dita chiudersi in un pugno sul mio petto.
La mia voce è bloccata e un nodo in gola non mi permette di risponderle. Non avrei saputo cosa dirle comunque.
Cerco di scostarmi, sapendo che prima o poi dovrò andarmene.
Le stringo il viso tra le mani, asciugandole le lacrime sotto gli occhi. Ogni parte del suo corpo trema e la sua pelle è calda. La guardo dritta negli occhi cercando ogni sfumatura di quel marrone scuro che adoro, mentre mi avvicino alle sue labbra per baciarle un'ultima volta.
Sento la pelle morbida delle sue mani sfiorare il mio collo e le nostre bocche si toccano, premendo una contro l'altra.
Le nostre salive si mischiano alle lacrime, i nostri respiri si sincronizzano e i minuti a disposizione diminuiscono ad ogni attimo.
Le sue dita toccano la pelle del mio viso, passando dalle guance, ai lobi delle orecchie, fino a passarle sulle mie labbra, mentre si separano dalle sue.
Le sue pupille tremano, la luce delle lampadine forma riflessi stupendi sulle sue lacrime ancora ferme agli angoli degli occhi.
La guardo triste, deluso e arrabbiato con me stesso, serrando le labbra e mordendomi l'interno guancia, cercando di fermare l'istinto di rompere qualcosa.
Le sue mani si staccano lentamente dal mio corpo, scivolando lungo i vestiti; le sue gambe barcollano ed è costretta a sedersi sul primo gradino libero per non cadere a terra.
I miei occhi, dopo tanto, si spostano dalla sua figura soffermandosi sui ragazzi tutti intorno a me.
«Grazie di tutto. Mi mancherete»
Vedo Luca tornare verso di me e questa volta allargo le braccia, avvolgendolo il più possibile.
Verso le ultime lacrime sulla spalla di Alex, mentre Luigi mi accarezza la schiena.
Dò un bacio sulla fronte a Serena e saluto Albe, insieme agli altri ragazzi, prima di recuperare il borsone in camera.
Lancio un'ultimo sguardo a Beatrice, tra le braccia di Carola e Aisha, che cercano di consolarla, e mi avvicino alla mia piccola, baciandola al bordo delle labbra e sentendo la sua presa dietro la mia nuca.
«Ti amo» le sussurro quando i nostri visi sono a poco più di qualche centimetro.
«Ci vediamo fuori» la sua voce sembra essersi rilassata ma i suoi occhi fanno capire tutto il male che sta esplodendo dentro di lei.
Scosto lo sguardo e mi avvio verso la porta, seguito da Nunzio alle mie spalle, mentre sento lo stomaco bruciare e le labbra secche screpolarsi col freddo di quel bruttissimo giorno d'inverno.Calma apre la porta della palestra e poggia le sue cose a terra. Io faccio lo stesso ma, invece di restare tranquillamente in piedi ad attendere quello che ci aspetta, mi siedo sul pavimento con le gambe aperte e le mani che tengono su il peso del corpo dietro la schiena.
Vedo Nunzio girarmi intorno. Sento gli sbuffi di Marco (Calma) nel silenzio della sala. E sento che il mio cuore scoppierà se nessuno si fa vivo a minuti.
In un attimo mi ritrovo a piangere nuovamente, a terra questa volta, sfregando i palmi contro gli occhi, e Calma lì al mio fianco. Cosa abbastanza inutile visto che non si degna neanche di parlarmi e rimane lì solo a fare presenza.
Fortunatamente di lì a poco entrano Rudy e la maestra.
Mi tiro su da terra e, dopo averli salutati, mi avvicino al plexiglass che ci divide, aspettando le loro parole.
«Allora ragazzi» prende in mano la situazione le Celentano «Spero che questa situazione vi abbia fatto capire il valore delle cose, di quello che avete, che nel nostro lavoro è sacrificio e dedizione» vorrei abbassare lo sguardo, ma la forza nei suoi occhi è troppa e continuo a fissarla «Se voi pensate di impegnarvi 10, 10 non è sufficiente, bisogna impegnarsi mille, diecimila, solo così arrivi all'obiettivo!»
Vedo la maestra spostare lo sguardo verso Rudy che prende parola.
«Voi cosa ne pensate?» ci chiede guardando tutti e tre negli occhi.
«Io...» comincia Calma, forse il più lucido fra noi «Volevo inizialmente scusarmi con voi e con tutti»
Giocherello con un piede, cercando di allentare la tensione.
«Se tornassi indietro non lo rifarei» ammette, poi, prendendomi alla sprovvista e facendomi tirare su la testa da terra.
«Voi...siete d'accordo con lui?» la voce di Rudy è accompagnata dai suoi occhi azzurri e gelidi «Lo rifareste?»
«No» sussurro, scuotendo la testa.
«No» sento Nunzio dall'altro lato.
«Bene. Se potendo tornare indietro vi comportereste diversamente, significa che qualcosa qui dentro avete imparato»
Dopo quelle parole sono sicuro che ci saluteranno e porteranno le valigie.
Abbiamo imparato una lezione, sì, ma non credo basti questo.
Sono ormai certo della mia, della nostra eliminazione, quando Rudy riprende a parlare.
«E...per questo qualcosa che avete imparato tornatevene in casetta tutti e tre!»
Uno spasmo mi fa cedere le gambe e lacrimare gli occhi. Mi rannicchio a terra, mentre piccole gocce si posano sui palmi delle mie mani. «L'importante, però, ragazzi, è dimostrare di aver capito»
Cerco di alzarmi, tirando su col naso e ringraziandoli fino a non avere più fiato.
Loro annuiscono, seri; poi scono dalla palestra mentre io torno a piangere.
Questa volta per la felicità.Quando ho rimesso piede sulle piastrelle bianche della casetta mi sembrava un sogno.
Quando ho rivisto il viso dolce e felice di Beatrice tra le lacrime, non ho fatto altro che correrle incontro, abbracciarla e baciarla.
Risentire il suo tocco morbido sulla mia pelle, quel tocco che pensavo di non risentire più per settimane, mi ha fatto sprofondare in un buco nero. Sentivo lo stomaco stringersi, mentre le mie labbra cercavano aria per continuare l'atto tanto bello e doloroso allo stesso tempo.
Ho passato tutta la sera insieme a lei, sul mio letto nella camera verde, a sentire il suo profumo sui miei vestiti e le sue mani tra i miei capelli. Le sue dita che passavano su ognuna delle mie lentiggini e sue carezze continue sul mio viso.
Poi ci siamo addormentati. Uno tra le braccia dell'altra.
I nostri respiri che si fondevano tra le lenzuola.Spazio autrice
Devo accelerare pk sono rimasta un po' indietro.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e niente baci<33.
(non ho ricontrollato)
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TᴜʀʙᴏJR /𝐶ℎ𝑟𝑖𝑠𝑡𝑖𝑎𝑛 𝑆𝑡𝑒𝑓𝑎𝑛𝑒𝑙𝑙𝑖/ ᵃᵐⁱᶜⁱ21/22
FanfictionI suoi occhi erano belli come il cielo. I capelli, riccioli scombinati, come nuvole setose, e le mani delicate come l'aria. La sua bocca era la pioggia, umida e intensa, che picchiettava sulla pelle facendo salire i brividi. La sua pelle era come la...