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"Wendy, Wendy, invece di dormire nel tuo sciocco letto, potresti volare con me dappertutto e scherzare con le stelle."

"Harry hai vist-" il ragazzo si bloccò non appena vide lo specchio per terra semi-rotto e le mani e piedi di Harry bendate

"ma che è successo qui?" chiese in allerta occhi ambra. Harry, con un sorriso immerso nei pensieri, rispose assente

"si è rotto lo specchio" Liam lo guardò sorpreso, confuso nel vedere quel sorriso susseguito da uno sguardo vuoto

"potevi chiamarmi" lo riprese. Harry fece svanire il suo candido e puro sorriso, puntando lo sguardo sulla figura sull'uscio della porta

"non lo avrei mai fatto" quelle parole furono un colpo al cuore per occhi ambra. Quell'odio così amaro poteva conteplarlo non solo nelle parole dure e acide, ma anche in quegli occhi talmente verdi da gelargli il sangue... Non erano più quei occhi dolci e buoni, sorridenti.
Liam non emise un suono, si voltò e chiuse la porta, lasciando che una lacrima rigasse il suo volto con nitidezza.
Liam sapeva cosa si provasse, sapeva cosa frullava nella testa di Harry, ma quando successe tutto era troppo piccolo per concepire a pieno lo stato d'animo del fratello.... Non si era accorto dei suoi errori in tempo, segnando lui stesso quegli occhi ormai freddi e privi di fiducia.
Liam prese un grande respiro e scese le scale uscendo di casa, aveva bisogno di correre, più correva e più ricordava.
Passò una mano tra i capelli boccolosi e iniziò a correre sul bordo del marciapiede allungando mano mano il passo e aumentando le velocità. Liam non aveva mai amato correre, ma da quel giorno, da quel dannato giorno, aveva scoperto che correre gli riportava alla mentre il suo volto, il suo tocco morbido come seta, lasciando che quella risata gli rimbombasse come una docile e morbida canzoncina, quella canzoncina.
Occhi ambra iniziò a correre con rabbia, respirando a stento tra uno scatto e l'altro; la maglia larga si muoveva facendo intravedere il fisico ben marchiato dalla palestra, mentre le cosce strusciavano tra di loro formando un attrito doloroso causato dalla stoffa non adatta alla corsa, eppure non osava fermarsi; sentiva le gambe chiedere pietà ed il cuore palpitare con estrema velocità, ma quei ricordi, annebbiavano la sua mente, limpidi, fintroppo chiari e precisi.
Sentiva quella risata, la risata della madre, come se fosse la con lui, come se gli stesse accarezzando il volto, sentiva quel tocco, lo bramava; la sua psiche simulava, immaginava, la presenza della donna in quegli attimi in cui il cuore pompava troppo ossigeno in pochi istanti, rendendolo vulnerabile dai suoi stessi pensieri.
Il ragazzo si trovava nella vecchia cucina della sua casa d'infanzia, mentre osservava come quella figura sfocata volteggiasse se se stessa lasciando che l'abito che avesse in dosso svolazzasse insieme alle ciocche color miele dei capelli, mentre le sottili mani volavano come petali di un fiore tra l'aria; Liam la scrutava con ossessione, esaminando ogni piccolo dettaglio.
Un uomo attraversò la sua figura, lasciandogli un vuoto ben composto e si avvicinò alla donna, alzando il volume della rotellina della radio e afferrandole I fianchi, baciando il pancione ben in evidenza per poi invitarla a ballare. I due innamorati volteggiavano su se stessi come in una favola, colmando la stanza di schiamazzi e risate, lasciando che i loro corpi si muovessero liberi tra le note della canzone.
L'uomo si fermò al termine della canzone e si inginocchiò posando il capo sul ventre della donna: "Niall" sussurrò l'uomo dagli occhi verdi. Quelle parole riportarono Liam alla realtà, facendolo cadere sul cemento scuro in ginocchio; respirava a stento e le gambe tremavano visibilmente, rendendolo cosciente del suo dolore.
Occhi ambra si alzò a fatica e si guardò attorno, stupendosi di quanto fosse lontano da casa; prese un grande respiro e si rimise in cammino, rispondendo ai messaggi che Louis gli aveva nell'arco di due ore. Liam camminò, camminò cercando di non sfregare le cosce doloranti, dandosi dello stupido per aver superato il suo limite solo per incontrare quegli occhi, quei dannati occhi uguali a quelli di Niall; Niall era uguale, ogni lineamento, ogni forma fisica ed ogni sfumatura del suo carattere era identica a quella della madre, completamente.
A far riprendere il ragazzo fu un suono di clacson che lo fece girare di scatto

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