~24 Part. 1~

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"Una lacrima per ogni pensiero felice."

William si sbottonò la camicia color latte, allargando la stretta morza della cravatta nera, per poi togliersi la giacca scura, sbuffando al ticchettio frenetico delle lancette dell'orologio a pendolo nel suo ufficio. La penna muoveva la sua sfera facendo scorrere linee di inchiostro scuro, nero, segnando ogni scheda riservata ai propri conti personali.
Il goccciolare del termosifone colmava il silenzio docile fra quelle mura, lasciando che pian piano riempisse la bacinella rossa al suo disotto e che gli occhi grigi del ragazzo si muovessero schietti ad ogni rumore.
William si sistemò i capelli scuri e posò la penna, riprendendo fiato, rilassando la schiena contro il sedile della poltrona e portando il capo all'indietro, stiracchiando le gambe indolenzite ben fasciste da un pantalone in stoffa color petrolio, largo.
Un bussare leggero invase la mente del ragazzo, facendo sì che un sospirò pesante uscisse lento dalle labbra rubino e che gli occhi leggermente socchiusi si aprissero vaghi, stanchi, mentre la sua postura ri-divenne composta e gli abiti ben sistemati

"avanti" esclamò William sistemandosi i capelli scuri e corti. Una donna entrò con sguardo basso, facendo sì che gli occhi grigi del ragazzo si posassero sul completo color cipria della donna che fasciava ogni sua curva alla perfezione e sui capelli cioccolato che erano raccolti in uno chignon disordinato. William non potè che osservare le dita rossastre, segnate dal blu dell'inchiostro, presente anche sulle labbra rosee, e di come esse non fossero curate, prive di una lunghezza regolare, mangiucchiate.

"si?" osò chiedere il ragazzo, osservando perplesso l'orologio che segnava le otto in punto.

"non è tardi per lei signorina..." chiese William soffermandosi nel proclamare il nome insaputo.
La donna sobbalzò sul posto e con voce sottile proclamò la propria risposta

"Olly Greender" affermò la donna presentandosi in chiave ufficiale.
Will la osservava con curiosità, scrutandolo da capo a piedi varie volte, cercando di intravedere il colore dei suoi occhi ben nascosti dalla frangia.

"non dovrebbe essere già a casa signorina Greender?" chiese lentamente occhi grigi, scandendo ogni parola con entrema accuratezza.
La donna alzò di poco lo sguardo e si sistemò la gonna spiegazzata, stendendola con il palmo della mano

"certamente, ma ho tenuto a finire un lavoro entro il tempo prestabilito" affermò lei con voce cauta. William adocchiò la sua figura e per la prima volta incontrò gli occhi chiari della ragazza: blu.
Olly aprì delicatamente la porta dell'ufficio e con fatica posò le varie scartoffie sulla scrivania di Will, il quale con un gesto veloce scrutò gli innumerevoli fogli e scosse il capo

"molto bene. Altro?" chiese occhi grigi con noncuranza, girando il cucchiaino nella tazzina semi vuota sporca di caffè. La donna scosse il capo in segno negativo sistemandosi i capelli morbidi

"può andare" la congedò occhi grigi.
Olly Greender annuì e lasciò che il ticchettio dei suoi tacchi risuonasse lento per la stanza mentre le ciocche morbide ricadevano sempre più numerevoli ad ogni suo movimento.
William sospirò e si alzò dalla sedia, portando le mani grandi e snelle sui fianchi, stiracchuandosi lentamente, spacciandosi nuovamente la cravatta, togliendola.
Prese il telefono e con un sorriso rispose alla chiamata di Louis

«piccolo, come mai mi chiami?» chiese sorpreso William. Louis giocò con la punta dei piedi strusciandolo contro il pavimento in legno, mormorando una risposta.

«ciao Wee. Mi chiedevo: domani ti va di venire a cena da noi? Ci sarà anche papà» William si tolse i mocassini legno lentamente incastrano il telefono tra la guancia e la spalla, infilandosi subito dopo delle scarpe da ginnastica, sospirando sollevato.

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