~19 Part. 2~

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"- Sai volare?
- Perché?
- Pensavo che eri come Peter Pan. Come nei cartoni."

Niall affondò tra i ricordi spessi, bagnando il proprio corpo di morte, di catrame e pece, guardando come quella luce soffusa si impregnasse di nero, come tutto in torno a lui perdesse colore e forma. Il rumore delle macchine divenne ovattato, il vento gelido scomparve e la luce limpida morì tra l'acqua scura, lasciando che gli occhi del ragazzo si chiudessero stanchi, inermi davanti a tale dolore. I vestiti bagnati, immersi nell'acqua torrida del lago Hampstead ponds, si muovevano lenti, mentre il volto rossiccio del ragazzo pian piano diveniva bianco come la neve. Il biondo buttò fuori tutta l'aria che aveva in corpo, lottando pur di rimanere sott'acqua, ricordando ogni volta che Louis li portava lì d'estate e di come gli avesse insegnato a nuotare proprio vicino al pontile, promettendogli di non lasciarlo andare.
Oh Louis.
Il biondo pensò, cercò di immaginare quale fosse mai stata la sua faccia non appena avesse letto la sua lettera d'addio, di come avrebbe reagito nel vedere quelle frasi segnate da lacrime e quella scrittura sporca e traballante, macchiata dal suo stesso inchiostro. Niall si domandò tra se e se, mentre quel freddo glaciale gli avvolgeva il corpo sottile, gracile, se avrebbe pianto, se si fosse accorto della sua assenza tra quelle mura e se mai si fosse pentito di averlo lasciato affogare tra le sue paure.
Il minore sentì il suo corpo sprofondare maggiormente, mentre il suo cuore cessava di battere e la sua presa su di sé svanire come aria.
Svenne.
Il buio più totale lo ingoiava tra le alghe scure, mentre il suo sangue scorreva a stento, lento nel suo corpo glaciale; sul suo volto, inconsciamente, i nervi formarono un sorriso arcaico, lasciando scivolare dalle sue labbra l'unico segno di vita presente nel suo corpo, facendo nascere delle piccole bolle sulla superficie dell'acqua.
Morì, morì tra le sue stesse dita, giocando con la sua stessa anima, lasciando scivolare i suoi stessi colori una volta per tutte.
Non seppe volare.
D'un tratto quel freddo glaciale scomparve, tramutandosi in calore e vento, facendo palpitare nuovamente il cuore del ragazzo tra una spinta e l'altra, facendolo tossire e rigettare dell'acqua sul pontile in legno, tremando subito dopo sotto lo sguardo spaventato di molteplici ragazzi.
Niall osservò quelle figure con sguardo sfocato, respirando a stento tra le mani calde di un ragazzo, stringendo con debolezza la sua tuta termica, lasciando scivolare sul suo viso ghiaccio delle lacrime calde, tremando e battendo i denti, socchiuse gli occhi e si lasciò andare, respirando a tratti. In torno a se sentì solo delle voci ovattate ed un corpo caldo portarlo all'interno di una struttura, poi decadde in un sonno profondo.
Si svegliò dopo attimi infiniti, ricoperto da un maglione e dei pantaloni larghi, avvolto in delle coperte colorate sul divano dell' Hall dell'associazione. Si alzò con cautela, sentendo molteplici dolori fisici e la testa leggera

"come ti senti?" gli chiese una voce scurrile e dura, sistemandosi la maglia scura. Niall lo guardò con occhi pesanti e si rannicchiò maggiormente tra le coperte.

"bene" pronunciò con voce sottile il ragazzino. Il ragazzo dagli occhi scuri lo guardò cinico e si avvicinò alla figura sottile di Niall

"quanti anni hai, moccioso?" gli chiese scurrile. Niall socchiuse gli occhi pesanti e portò le mani tra i capelli chiari, respirando tra le pieghe del tempo.

"spicciati" lo riprese loquace, il ragazzo. Niall spostò lo sguardò sul viso sottile del suo salvatore e gli sorrise limpido, facendogli arricciare il naso e corrucciare lo sguardo

"quattordici" pronunciò dopo attimi infiniti. Il moro lo guardò sgranando gli occhi scuri, sorpreso da come una vita tanto corta volesse gia concludersi. Da come quegli occhi blu volessero immergersi tra le onde di un lago giocando con i pesci al suo interno, sfiorando il cielo tra le foglie morte colorite da un giallo scarlatto.

"come ti chiami?" gli chiese occhi scuri con disinvoltura. Il biondo gli sorrise nitido e posò il capo sul bordo della coperta

"Niall" gli rispose sincero. Il ragazzo portò le mani nelle tasche larghe, osservando quel piccolo corpicino come ipnotizzato.

"perché hai tentato il suicidio, Niall?" gli chiese schietto il moro. Niall lo guardò e scoppiò a ridere colmo di vitalità trasparente. Il moro lo guardò sorpreso, bloccato tra la chiassosa risata del biondo

"perché dovrei dirtelo? Non conosco nemmeno il tuo nome." pronunciò occhi mare inarcando le labbra sottili e rosse, rovinate dai denti diamati.
Il moro ghignò sorpreso e si sistemò i capelli lisci ed umidicci

"Cameron Hill. Per gli amici Cam" si presentò il moretto con sguardo rude. Niall sorrise e gli fece cenno di sedersi affianco a lui. Cameron storse il naso per quel dannato sorriso costante, sedendosi subito dopo al suo fianco

"noi siamo amici, Cameron Hill?" gli chiese con sguardo vuoto il ragazzino. Cameron lo guardò curioso, non riuscendo a concepire un suo sguardo, a capire quel piccolo corpicino tremante tra i suoi pensieri lugubri, ignettati di morte.

"come potrei non accettare l'amicizia di un suicida?" affermò sarcastico Cameron. Niall ridacchiò e abbassò il volto, fissando le dita fredde e scure

"allora?" gli chiese in uno sbuffo il ragazzo. Niall lo guardò e curioso e scostò il capo

"'allora' cosa?" chiese il biondo. Cameron sbuffò contrariato e portò alle labbra una sigaretta, accendendola

"non mi hai più detto perché ti volevi uccidere" Niall lo guardò e sorrise.

"tentavo di volare" confessò occhi mare. Cameron puntò lo sguardo verso la figura del minore, confuso da una tale affermazione

"tentavi di volare?" gli chiese confuso il maggiore, aspirando nuovamente il tabacco amaro. Niall annuì e sorrise

"ma, ahimè, la polvere magica non era abbastanza" confessò il minore in un borbottio sconnesso. Cameron ascoltò con timore, sorpreso da una tale affermazione, ma non mostrando nessun tipo di coinvolgimento emotivo.

"che fesseria" esclamò il moretto con un ghigno, accendendo nuovamente una nuova sigaretta. Niall lo guardò schifo e gli sorrise

"oh Cam, non dirmi che non hai mai provato a volare? O che non ne hai mai sentito il bisogno" gli chiese il ragazzino con gioia sconosciuta.
Cameron Hill non si scompose all'abbreviazione del suo nome, pensando a tale domanda sconnessa, priva di lucidità. Occhi nocciola serrò la mascella e spense la sigaretta, alzandosi dal divano

"mettiti le scarpe. Ti accompagno a casa" affermò in un ordine il maggiore, uscendo dalla Hall del centro sportivo. Il biondo prese i suoi vestiti e si mise le scarpe, camminando in contro alla figura del maggiore che lo aspettava impaziente seduto sul cruscotto di un auto

"sali" ordinò quest'ultimo. Niall obbedì e si sedette al suo interno, lasciando che il viaggio fosse silenzioso, condotto dal rumore dalla radio e dallo strisciare dei pneumatici sull'asfalto nero. Il ragazzino indicò la strada al ragazzo e lo fece fermare qualche metro prima, sorridendogli prima di scendere dall'auto

"non mi hai più risposto" pronunciò il biondo verso il moretto. Cameron riportò le mani sul volante

"che intendi?" gli chiese confuso. Niall gli sorrise e legò al cambiò un suo braccialetto

"hai mai pensato di volare, Cameron Hill?" il moretto ghignò con amarezza e scrutò la figura del ragazzino

"non mi rispondere adesso. Lo farai quando mi riporterai questo." affermò il minore indicando il bracciale legato al cambio.

"ci vediamo, Cam" lo salutò Niall scendendo dall'auto e correndo verso il portone di casa

"ci vediamo, Niall"

Littles Peter Pan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora