PROLOGO

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William si guardava ansioso, agitato allo specchio, cercando di sistemarsi i capelli scuri e lisci mentre Manuel gli allecciava la cravatta nera e gli sistemava la camicia bianca, osservandolo fiero, orgoglioso di quanto il suo bambino fosse cresciuto e di come fisse arrivato ad un passo così importante: sposarsi.
Erano passati tre anni ormai e tutto e niente era cambiato: Harry era più che maggiorenne ed, ancora fidanzato con Cameron e Zed, si divertiva a lavorare qualche ora in un panificio vicino all'università di sociologia che avrebbe frequentato ad inizio settembre, tempo ancora lontano, ma non poteva che essere più eccitato che mai, non smettendo di leggere libri su libri ormai da mesi interi e spiegando ogni concetto alla sua famiglia che ormai non ne poteva sapere più di psicologia sociale.... Niall, con i suoi 17 anni, non era poi cresciuto così tanto; rimaneva sempre quel tenero bambino che si divertiva ad infilare delle mentine nelle bottiglie di coca-cola ed a chiuderle nel frigo così da far infuriare i più grandi alla loro apertura, il solito bambino sognatore che fantasticava nel diventare come Louis, un cantante modello, acclamato in tutto il modo e che pian piano stava  crescendo quel sogno a detti stretti, lasciandosi guidare da Louis nel campo della musica e scrivendo anche nelle situazioni meno appropriate, facendosi sgridare da tutti i suoi professori. Louis, grazie al netto miglioramento dei suoi fratelli ed alla loro crescita, aveva riiniziato a fare concerti in tutto il mondo, portando souvenir su souvenir da ogni città in cui era stato, raccontando a William ogni sua avventura con le tante ragazze con cui era stato, soffermandosi su una certa Alice che aveva conosciuto a Roma pochi mesi fa e di cui non riusciva a smettere di parlare, affermando che un giorno se la sarebbe sposata!
Zayn... Oh Zayn... Lui di certo era cambiato! Eccome se lo era! Da quando ha finito la chemio non ha osato più tagliarsi i capelli, lasciando che gli crescessero fino alle spalle, divertendosi ad acconciarli in mille modi diversi anche grazie all'aiuto di Liam che, con tanta pazienza, acconciava spesso i capelli scuri del mulatto, notando giorno dopo giorno quanto bello e forte stesse crescendo, non riuscendo più a vedere quel bambino di 13 anni che scarabbicchiava ben seduto sulle sue gambe con un cappellino di lana rosso, ma osservando un 16enne alto, bello, con tele bianche o colorate sparse per tutta la camera e con il viso ancora più sporco di colore di quanto fosse mai stato...
Amche Manuel cambiò: imparò a lasciare andare i propri figli, guardandoli partire dallo specchietto della macchina, dalle vetrate dell'aeroporto e dalle stazioni degli innumerevoli treni che aveva visto correre veloci, ma non in un 'addio', ma piuttosto in un 'arrivederci'... Manuel aveva imparato a farsi più piccolo nella vita dei figli ed a pensare più a sé stesso ora che poteva... Così un giorno, per puro caso, partì per un paesino... Quel paesino dove ogni anno aveva passato l'estate da ragazzo e dove, per un estate intera, aveva conosciuto Oliver.
Lo rivide lì, seduto ad un tavolino con un buon caffè fra le dita che parlava con un ragazzo giovane, dagli occhi blu... Il suo stesso blu..
Non osò dire nulla ed era pronto per andarsene, scappare il più lontano da lui, ma appena quel colore si fissò nel suo si bloccò completamente, so prendendosi quando Oliver lo riconoscette, chiamandolo a gran voce ed inseguendolo fino ad adesso.
Ed infine Liam... Liam crebbe, crebbe più che mai sia fisicamente che mentalmente, accettando ogni sua cicatrice più di quanto la sua famiglia avesse mai fatto con le proprie, lasciandosi toccare pienamente da Max in ogni modo e traferendosi da lui con la promessa di essere ugualmente presente per la sua famiglia, promessa che non ha mai smesso di mantenere...

"papà è tardi!" esclamó Zack entrando nella stanza con le chiavi della macchina in mano  e con lo smoking leggermente scombinato dalle mani e la bocca di Niall che lo attendeva giù in salotto con ancora la bocca colma di sperma e le ginocchia doloranti.
William sussultò sul posto e guardò allarmato il padre, respirando pesantemente

"oddio è ora! Oddio!" esclamò afferra do le scarpe ed iniziando a saltellare per tutta la stanza per tentare di fare il più veloce possibile.
Manuel ridacchiò è fece cenno a Zack di mettere in moto la macchina

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