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“Nel momento stesso in cui dubitate di poter volare, cessate anche di essere in grado di farlo.”

Manuel prese un grande respiro e accarezzò con cautela il volto sottile di Harry, facendo irriggidire il ragazzino e portandolo a scuotere il capo per far cessare quel contatto fintroppo intimo per lui.
Occhi verdi sbuffò al comportamento schivo del figlio e si alzò dal letto, scompigliandogli i capelli ricci.
Manuel aveva fatto lo stesso identico discorso, avuto con Zayn, a Harry, ma senza gli stessi risultati; si era completamente rifiutato di esporre il suo punto di vista, racchiudendo il proprio pensiero in una bolla di sapone pronta ad esplodere. Manuel non comcepiva come il ragazzo, in situazioni inappropriate, potesse esporre benissimo il suo pensiero, mentre, quando era lecito farlo, taceva; ma d'altronde era così: diffidente, terrorizzato dalla vita, succube delle sue stesse paure e dai rimorsi.

"pensaci, okay?" pronunciò Manuel sull'uscio della porta, puntando lo sguardo sulla figura minuta del figlio che era ben avvolta da una coperta rossa

"vai al diavolo" esclamò con acidità. Manuel sospirò e portò una mano a toccare le meningi, cercando di mantenere la calma nonostante le mani gli prudessero come non mai.
La porta si chiuse con forza, lasciando che delle lacrime ruvide segnassero il viso candido del ragazzo, crollando d'innanzi al suo stesso essere.
Si odiava terribilmente. Lui era capace di provare odio e raconcore tramite urla e gesti che nessuno concepiva, che nessuno voleva concepire, eppure qualcuno lo faceva, qualcuno cercava di capirli a pieno e quel qualcuno Harry non riusciva a non odiarlo; provava in mille modi ad allontanarlo, a ferirlo, ma quest'ultimo non smetteva di amarlo sotto ogni sua veste.
Il riccio era diventato freddo e schivo con chiunque e non esitava ad allontare le persone che lo amavano pur di non perderle, lo aveva fatto con tutti tranne che con Niall e Zayn... Gli aveva promesso di non abbandonarli mai e non avrebbe mai infranto una tale promessa.
Occhi verdi trattenne il respiro e colpì con forta la testata del letto, lasciando che del sangue classe dalle nocche arrossate, non gli diede importanza e scese al piano di sotto, volevo uno dei suoi piccoli tra le braccia.

"ehi Har" a chiamarlo fu la figura di Liam che gli sorrise dolcemente, porgendo a Manuel e William una tazzina di caffè a testa. Harry non osò neanche guardarli in volto, immaginava già lo sguardo severo di Manuel e quello acido di William che lo rimproveravano per ciò che aveva detto a Louis.

"Niall e Zayn?" chiese in un sussurro cauto. Sapeva che se avesse alzato lo sguardo si sarebbero resi conto degli occhi rossi e del fiato spezzato da delle lacrime trattenute a stento.

"da Louis" pronunciò con voce dura William. Harry annuì e alzò leggermente lo sguardo, lasciando intravedere a Liam lo sguardo perso e gli occhi lucidi

"dove dovresti essere anche tu" continuò William con tono di voce ruvido. Manuel non emise una parola, voleva vedere fino a quanto Harry avrebbe retto quel 'tenersi dentro tutto'

"non ho niente da dirgli" affermò con freddezza il minore

"oh io invece penso che tu abbia tanto da dire" continuò ad infierire il maggiore dagli occhi grigi. Anche questa volta Manuel tacette, ignorando lo sguardo di Liam su di sé

"Will" lo chiamò Liam per fargli cenno di smetterla.

"stai al tuo posto" lo riproverò William. Liam sgranò gli occhi sorpreso e puntò nuovamente lo sguardo sul padre, ma anche questa volta Manuel lo ignorò

"non ti rivolgere così a lui" pronuncia a denti stretti Harry, alzando lo sguardo. I presenti in quella stanza sgranarono gli occhi sorpresi. Liam si ricordava benissimo il rapporto che aveva con Harry prima che Louis lo portasse via e non potè che sorridere al ricordo di come Harry lo proteggesse dalle parole di Edward stringendolo e rassicurandolo, mentre lui lo proteggeva dagli schiaffi e dai pugni.

"se vuoi parlare, parli con me e non con lui" lo riprese occhi verdi con voce leggermente più alta. William si avvicinò al corpo del cugino e gli afferrò il braccio con naturalezza, senza fargli male

"non alzare la voce con me" lo riproverò. Harry annuì

"allora tu non alzarla con me" William si sorprese dal cambio di comportamento del riccio. Manuel invece aveva capito benissimo a che gioco stesse giocando Harry. Occhi grigi tolse la presa dal braccio del cugino e si appoggiò al mobile della cucina, scrutando la figura di Harry. Il riccio ignorò gli sguardi su di sé e aprì il frigo, afferrando della marmellata e del pane in cassetta, iniziando a prepararsi un panino

"la smetti?" gli chiese William decidendo di non mollare la presa. Voleva portarlo al limite, vedere il vero Harry.

"di fare cosa?" gli chiese con noncuranza il ragazzino, leccando la marmellata dal coltello. William puntò lo sguardo sul padre, sorpreso da quel comportamento fintroppo cauto.

"di fingere" esclamò Manuel dopo attimi di silenzio. Harry ridacchiò e chiuse il barattolo, addentando il pane soffice

"io non fingo" esclamò con acidità il minore. Liam non disse nulla, per la prima volta si accorse di quanto il suo Harry non esistesse più, o bene, fosse nascosto, soppresso dal dolore

"si invece, lo fai e ti diverti a vederci penare. Ammettilo Harry." continuò William. Harry tremava, stava par cadere.

"cosa dovrei ammettere, William?" gli chiese con freddezza. Manuel si alzò dalla sedia e si avvicinò al ragazzo, alzandogli il volto

"ammetti di fingere" pronunciò il padre. Harry sentì il suo cuore spezzarsi, aumentando il tremolio evidente

"fingere-Harry ridacchiò-sono passato dallo stare bene ad essere deluso, al temere di essere felice.
Ci ho provato a dimenticarvi, ci ho provato in tutti i modi, ma non è facile quando ancora vi cerco in mezzo agli altri. Non lo ammetto ma vorrei fidarmi, vorrei fidarmi ancora di voi senza temere di essere abbandonato, ma si, avete ragione; io fingo, fingo tutti i giorni di odiavi, disprezzarvi... Ma lo sapete anche voi che non sono un buon attore.
Voi neanche immaginate quante cose per orgoglio non vi ho mai detto e torno negli stessi posti in cui andavamo, sperando di ritornare in quei momenti, ma in fondo so che non ci tornerò mai perché, ahimè, riesco a starvi lontano anche se è l'opposto di ciò che vorrei. 
Ho paura, ho dannatamente paura di voi eppure non riesco ad odiarvi; io giuro, ci provo, ma non ci riesco! Lo ripeto in continuazione, ma stento ancora a cancellare le foto di voi dalla mia galleria, dedicandovi attimi interi nei miei pensieri.
Ho solo paura" Harry pianse, ma non cedette. In quell'attimo capirono, capirono quanto dolore portasse con se il ragazzo

"m-mi dispiace, ma n-non riesco a s-smettere di fingere" pronunciò il minore, respirando fintroppo velocemente per i gusti dei maggiori. William lo strinse a se e gli baciò il capo, sussurrandogli parole caute e dolci. Harry aumentò il suo pianto con dolore. Era crollato.
Liam si precipitò su di lui e lo strinse a se alzandolo da terra, facendolo gelare completamente. Un flashback pervase la psiche del riccio, facendogli ricordare una delle prime notti con Louis, dopo aver avuto la custodia, dove si era svegliato urlando in un attacco di pianto e Liam non aveva esitato neanche per un istante a prenderlo tra le sue braccia calmandolo tra baci e abbracci.
Il riccio si strinse al fratello con terrore, sentendo su di sé le mani di Manuel che tentavano di afferrarlo, ma inutilmente; non avrebbe lasciato Liam fino a che non fosse arrivato Louis.

"vo-voglio l-louis" sussurrò il riccio. Liam guardò preoccupato I maggiori , cercando di calmare il fratello

"non ci riesco a calmatlo" affermò Liam in un guarito di dolore non appena Harry conficcò le sue unghie nella pelle del fratello pur di non cadere. William scattò al piano di sopra ed in pochi attimi Louis arrivò, afferrando per le ascelle il fratello, stringendolo a se con amore

"Hazzy, amore calmo" pronunciò preoccupato il maggiore. I presenti guardavano preoccupati la scena, notando come il ragazzo si strimgesse disperatamente ad occhi azzurri

"non-non lasciarmi... Non di nuovo" lo supplicò il minore tra i respiri lenti. Louis ignorò gli sguardi su di sé e, dopo aver calmato il fratello, si era seduto su una sedia e aveva stretto a sé quel corpicino impaurito.

"sei con me, Harry; adesso andrà tutto bene"

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