~22 Part. 1~

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"Perché Peter Pan rappresenta qualcosa di molto speciale, per me. La sua figura ha a che vedere con tutto ciò che è l'infanzia: la voglia di restare bambini, la magia, il volo... tutto in lui ricorda la giovinezza, la meraviglia e la magia. E io, crescendo, non ho mai smesso di amarlo o di considerarlo speciale."

Niall scese dall'auto color furigine lasciando che il ticchettio dei suoi nuovi scarpini da calcio segnasse il cemento corroso e scavato dell'inizio della via, concorrendo con il vento frastaglioso un inculume gara.
I capelli biondi coprivano gli occhi chiari del ragazzo che puntavano ben'altro che gli sguardi grotteschi e rabbioso dei suoi compagni di squadra, lasciando che si focalizzasse su quei bellissimi scarpini color melanzana con la punta color oro ben rifiniti.
Posò con cautela il borsone blu sulle panchine esterne e guardò con dolcezza la figura slanciata di Zack che ridacchiava correndo per il campo con un suo compagno di squadra; quella visione fece sgretolare il piccolo sorriso creato dal biondo, lasciando solo una sensazione di rabbia mista tristezza: gelosia.
Per la prima volta Niall provò gelosia per qualcuno al di fuori della sua famiglia, per uno sconosciuto.
Un ringhio uscì dalle sue labbra color fragola, lasciando che una smorfia le segnasse come una scottatura. Vedere quei tocchi fluidi tra di loro e le risate pompose lo rendeva rabbioso, un senso ruvido gli percorreva il corpo come una lama.
Niall scosse la testa con velocità e si svilò il giacchetto, sospirando nuovamente. Perché provava questa sensazione? Poteva mai essere geloso di uno sconosciuto? No impossibile! Infondo non stavano neanche insieme.
Delle braccia calde ed un battito accelerato lo bloccarono immediatamente dal chiudere lo zaino, lasciando che lo abbracciasse da dietro

"piccolo" quel nomignolo lo fece sorridere ampiamente, facendo sì che il suo cuore aumentasse le palpitazioni a vista d'occhio.

"ehi Zack" lo salutò freddamente il minore, lasciando che quella sensazione sgradevole lo segnasse come una lama ardente.
Il roscio lo guardò confuso e gli afferrò il viso scavano, succubi di notti insogne.

"che succede?" gli chiese il maggiore con voce sottile asciugandosi il sudure caldo. Niall scosse il capo e si allacciò gli scarpini

"niente" esclamò tale affermazione con acidità, facendo nascere un fragroroso sospirò dalla labbra del maggiore

"dai Nì, che succede?" gli ri-domandò il maggiore fermando ogni movimento del biondo afferrandogli i polsi latte baciandoli e accarezzandoli

"perché non lo chiedi a quello" marcò l'ultima parola con disprezzo, Niall. Zack assottigliò gli occhi eterocromi e si sistemò i capelli scompigliati

"aspetta, sei geloso?" era una domanda retorica, formulata da stupore.
Niall ridacchiò falsamente e serrò la mascella

"io geloso?-ridacchiò irritato-e perché dovrei? Infondo non stiamo neanche insieme. Non siamo niente, perché dovrei essere geloso di qualcuno con cui non ho neanche un rapporto" esclamò con rabbia, girandosi e afferrando la borsa.
Il roscio lo bloccò e gli accarezzò il volto latte

"noi siamo qualcosa" gli spiegò il roscio con timore, annaffando con il respiro e tremando leggermente.

"e cosa siamo?" chiese il biondo con timore, osservando a malapena il maggiore. Aveva bisogno di saperlo, di essere sicuro che ad ogni sguardo, ad ogni tocco che avrebbe avuto con qualcuno, lui sarebbe stato suo.
Aveva bisogno di sapere se il suo sentimento fosse ricambiato o no.

"non lo so" il cuore del biondo si frantumò in mille pezzi facendo sì che una lacrima solcasse il suo volto caldido

"oh capito" pronunciò semplicemente scappando da quella situazione con passo veloce e spalle basse. Zack si morse il labbro e portò le mani fra i capelli rossiccio, sospirando amareggiato.
Aveva fatto una cazzata e ne era pienamente consapevole.
Sperava che lo seguisse, che lo fermasse e che lo baciasse, che lo rassicurasse su ciò che provava, ma questo non accadde.
Niall posò la borsa nello spoiatoio interno e si asciugò le docili lacrime che gli segnava o il viso, lasciando che gli sghignazzi dei propri compagni diventassero ovattati e che solo il suono dello spezzarsi del suo cuore risuonasse tra le pareti bianche.
Un fischio lo risvegliò dai suoi pensieri facendo nascere un docile sospirò tra le sue labbra.
L'allenamento fu pesante, dannatamente pesante e Niall non potè che alzarsi costantemente da terra, guardando con intensità il sangue scorrergli dalle ginocchia e leccando quello tra i denti. Un sapore deciso di ferro gli invase la bocca, lasciando che il suo cuore samguinasse impetuoso tra la terra più arida e le colline più morbide, macchiando la calzamaglia della piccola fatina che lo lasciato cadere e frantumare tra i massi più appuntiti scheggiandolo per mano di uno sciocco ragazzino dai capelli rossi e gli occhi grandi e buoni, colmi d'amore arido circonciso da dolore.
Oh Campanellino, docile e gracile fatina dai capelli sole, perché lo hai lasciato cadere? Perché hai scheggiato una creatura talmente rara, unica? Come hai potuto graffiare il suo corpo candido e puro?
Oh Campanellino questa volta hai davvero esagerato.

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