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"forse tutti noi saremo in grado di volare se fossimo assolutamente certi della nostra capacità di farlo come l'ebbe, quella sera, il coraggioso Peter"

Liam socchiuse gli occhi sottili, cadendo in un sonno pesante, gestito da rimorsi e attimi agghiaccianti che lo fecero gridare per minuti interi, respirando affannosamente tra le parole caute di Louis e gli occhi blu di Niall che lo fissavano come familiari, provocandogli fitte ampie al cuore palpitante, facendogli ricordare i tocchi morbidi della madre e gli occhi del suo stesso colore, quel dannato blu...
Niall era uguale alla madre.
Il 21enne respirò a stento, fra attimi ferrei, tra le braccia morbide di Louis che non esitava a raccontargli, tra sussurri, piccole battute o annedoti divertenti pur di farlo distrarre, ma Liam non poteva che singhiozzare alla visione di quegli occhi blu che lo guardavano curiosi, succubi da paure ed ira

"fallo andare via, Louis" pronunciò a denti stretti occhi ambra, scrutando con terrore quei dannati occhi blu. Louis puntò lo sguardo sul fratello minore, incitandolo ad uscire da quella stanza

"vai in camera mia" gli ordinò il maggiore con tono cauto, osservando come la piccola figura di Niall lo scrutasse invidioso di quelle attenzioni. Invidiava Liam, Invidiava come Louis si prendesse cura delle sue paure, stringendolo; il biondo non avrebbe mai avuto il coraggio di essere Liam, di parlare del suo dolore alla sua famiglia, a Louis.
Niall si mosse con cautela, lasciando strisciare i bordi dei pantaloni del pigiama contro il pavimento freddo e sotto i suoi caldini, camminando lentamente, all'indietro, verso l'uscio della porta, esaminando il più possibile le due figure sedute sul letto buio.
Niall attese minuti interi seduto sul bordo del letto di Louis, tremando dal freddo ed immergendosi nel buio della notte, osservando costantemente la sveglia del maggiore, illuminata da una lucina notturna, guardando i minuti scorrere come fossero ore.
La porta venne aperta da una figura stanca e traballante che lo guardò sorpreso

"che ci fai ancora sveglio? Dio! Niall copriti! Così ti prenderai un malanno" esclamò il maggiore avvicinandosi a passo svemto verso il ragazzino e avvolgendolo in un plaid, per poi farlo mettere sotto le coperte del suo letto, rimboccandolo per bene fino al collo

"pensavo ti fossi messo a dormire" borbottò più a se stesso che al fratello

"non mi hai dato il permesso" pronunciò il minore con occhi stanchi e vice sottile. Louis portò lo sguardo verso il minore ed accese una lampada, facendo sovrapporre i loro colori come fosse un quadro di Monet.

"come?" chiese confuso il maggiore. Niall posò il capo sul cuscino freddo, sussultando al contatto sgradevole

"non mi hai dato il permesso" sussurrò. Louis sgranò gli occhi e lo guardò corrucciando le labbra ruvide.

"Niall, piccolo ascoltami: sono le quattro del mattino e siamo entrambi molto stanchi, che dici di riparlarne domani a mente fresca?" chiese il maggiore. Niall annuì e lasciò che il maggiore lo strinse a se con amore, sentendo il suo calore per tutto il corpo.

"grazie" lo ringraziò il maggiore. Louis spense la luce e si mise sotto le coperte, portando tra le sue braccia il corpo del fratello, baciandogli il capo sottile.

"buona notte, piccino" gli sussurrò tra i capelli scompigliati. Niall sospirò e lacrimò leggermente, dando le spalle al fratello, ma continuando a sentire su di sé le mani calde ed il petto imponente

"buona notte, Louis" pronunciò con freddezza il ragazzino.
Louis era troppo stanco per accorgersi di quel cambio di personalità del minore, era troppo stanco per vedere il dolore del fratello

"Louis" lo chiamò dopo molteplice tempo. Louis non osò aprire gli occhi, ma gli concesse un mugolio contrariato.

"sei sveglio?" gli chiese il minore tra lacrime bagnate. Louis prese un grande respiro e scosse il capo in un cenno positivo, respirando tra le ciocche bionde del minore

"sai, da piccolo immaginavo che tutto il mondo fosse un enorme meccanismo. Le macchine non hanno mai un pezzo in più, hanno sempre un perfetto numero che serve, così ho pensato che il mondo fosse un enorme macchina... Ed io non potevo essere in più, dovevo essere qui per qualche motivo" pronunciò con tale schiettezza che Louis stentò a credere a tali parole

"che intendi dire?" chiese il maggiore contrariato. Quel ragazzino lo avrebbe mandato ai matti.

"niente... Solo... Certe volte penso di non essere abbastanza per completare il meccanismo, come se io non fissi il pezzo adatto. Forse ho sbagliato macchina?" gli chiese in bilico, lasciando cadere sul suo volto delle lacrime calde e sottili.
Louis lo strinse a se è gli asciugò il viso bagnato, segnato da paure aguzze.

"ma che vai blaterando? Tu non sei sbagliato, Niall e non devi dimostrare a nessuno di essere più di quanto realmente sei. Piccolo tu sei perfetto così come sei, non pensare di non essere abbastanza" cercò di rassicurarlo occhi azzurri. Niall scoppiò a piangere contro la spalla del maggiore, rendendosi conto per la prima volta dopo anni quanto quel piccolo corpicino affrontasse la vita a testa alta, lasciando che le persone gli tagliassero il viso, rifugiandosi in pensieri altrui pur di scappare da sé, pur di crescere in fretta. Niall era cresciuto in fretta, più infetta di qualsiasi altro in quelle mura e questo lo stava portando a sgretolarsi fra le sue stesse mani, lasciando scivolare tra le dita ogni sbaglio che avrebbe mai potuto fare, diventando adulto.
Louis teneva proprio questo.

"io spero un giorno di essere davvero abbastanza per qualcuno. A volte penso che questo non potrà mai accadere e mi spaventa. Io non sono niente di importante, Louis, solo uno stupido ragazzino che si perde tra i suoi stessi pensieri, cercando di scomparire tra attimi flebili infranti dal tempo. Io sogno di volare lontano da qui in frammenti di vetro, segnando, graffiando chiunque abbia bisogno di amore, cedendogli un pezzo di me pur di renderli felici, pur di sentirmi abbastanza per qualcuno." Louis rimase completamente bloccato, sentendo il cuore del minore palpitare freneticamente tra i singhiozzi limpidi.

"Niall, ascoltami" il maggiore lo portò tra le sue braccia e gli afferrò il viso tra le dita candide

"tu sei abbastanza per me, per Liam, per Zayn... Per tutti noi! Tu sei il ragazzino più intelligente che io conosca, più buono e più generoso. Sei cresciuto dannatamente in fretta che quasi mi sono scordato che tu abbia 14 anni, trattandoti come un adulto, ma tu non lo sei; sei un ragazzo con più dubbi che certezze, sei un ragazzino che cerca di vestirsi da uomo creando certezze su opinioni altrui, comando i dubbi con dolore e ira, nascondendoli come si nasconde la polvere sotto al tappeto.
O sbaglio?" chiese il maggiore. Niall scoppiò a piangere, ormai completamente a nudo

"Non tenere di farmi vedere chi sei, io ti amo e lo farò sempre perché tu sei mio fratello, il mio bambino e tu sarai sempre abbastanza per me. Ti ho cresciuto, ti ho cambuato i pannolini, c'ero io al tuo primo giorno d'asilo, ti ho comprato io i grembiulini blu, ti ho insegnato io a suonare il piano e a giocare a pallone, ti ho cullato ogni notte, c'ero io quando ti è caduto il primo dentino ed io ero il tuo babbo natale. Ni, tu sei mio figlio e non posso che ringraziare quei due figli di puttana per aver creato una tale meraviglia. Ti amo, non scordatelo mai. " pronunciò il maggiore a denti stretti, baciando il capo del minore più e più volte, amandolo.

"per quanto tu somigli a lei, non posso che guardarti e vedere quanto in realtà tu sia diverso, quanto tu sia meraviglioso" Niall si strinse a se, piangendo sulla sua spalla, respirando con lentezza sul suo collo

"ti amo" pronunciò il biondo, recandogli un bacio sottile sue labbra. Era questo l'amore? Era questo ciò che si provava ad amare una persona?
Niall arrivò alla conclusione che amare fosse talmente naturale da dar dimenticare a chiunque quando lo provasse, rendendolo apatico. Lui amava, lui amava la sua famiglia, lui amava Louis.

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