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"Ehi, un momento, un momento, ho indovinato: tu stai lavorando per Peter Pan; ha perso la sua ombra e tu devi ritrovarla, eh?!"

Niall cadde nuovamente sul terriccio umido, lasciando che la sua divisa granada si rovinasse tra i filamenti d'erba sintetica, lasciando che il suo volto arrossato si bagnasse tra copiose lacrime. Una fitta gli pervase il corpo per qualche attimo, lasciando che il fiato si spezzasse tra il tramonto, contorse con la schiena, lasciandola ricadere sui sassolini presenti nel campo, stringendo tra i denti il labbro rossastro. Riaprì gli occhi chiari e si tirò a sedere, asciugando le lacrime sottili e calde. Il biondo si rialzò a stento, zoppicando leggermente sotto i mille occhi dei suoi compagni di squadra e del suo allenatore. L'uomo dai capelli neri cenere lo guardarono in cerca di una conferma di benessere, la quale non tardò ad arrivare con un docile sorriso ed una leggera corsetta sul campo da calcio.
Occhi blu ricevette la palla pochi attimi dopo, avanzando con velocità verso la porta, almeno fino a che una forte spallata lo fece cadere nuovamente sul campo, facendolo urlare dentro di sé, mordendosi le labbra martoriate. Si alzò pochi istanti dopo, pulendosi il viso dai diversi sassolini e da filamenti di erba finta. Anche questa volta Niall tacette, sorridendo all'uomo dagli occhi scuri e dai capelli neri, alzando il pollice in alto e sorridendo ampiamente. Questo accadde altre cinque volte e Niall copiò altrettanti sorrisi e alzate di pollice, borbottando scuse tra un lamento e l'altro, respirando tra i filamenti d'erba sintetica, sputando la terra insapore e stoppacciosa, tremando al contatto col terreno duro e scavato.

"okay abbiamo finito, andate sotto le docce" esclamò l'allenatore dopo aver soffiato con forza nel fischietto in ferro battuto. Niall si alzò nuovamente da terra, camminando sotto lo sguardo dei ragazzi più grandi che avrebbero giocato il turno dopo, ignorando lo sguardo di Zack

"Ni" lo chiamò quest'ultimo correndogli in contro. Niall sospirò e si morse il labbro, sussultando subito dopo al contatto del sangue sulla lingua e del bruciare al sol contatto

"ehi!" urlò nuovamente raggiungendo e fermandolo per il bacino, facendolo sussultare dal dolore. Zack e Niall non avevano ancora avuto modo di parlare pienamente di ciò che fosse successo tra di loro e Niall non era pienamente lucido per argomentare un discorso del genere senza fare errori

"ehi" lo salutò a denti stretti occhi blu. Zack gli sorrise e gli afferrò il viso sottile, baciandogli le labbra gonfie e spaccate. Niall sussultò e sorrise nel vedere i suoi compagni di squadra uscire dallo spoiatoio; questo significava che avrebbe avuto le docce libere e la maggior parte del tempo per fare con calma

"ti fa tanto male?" chiese il roscio accarezzando con il pollice le labbra del ragazzino. Niall annuì solamente e si lasciò baciare il campo

"io quelli li ammazzo. Non è possibile giocare in quel modo" esclamò il maggiore con alterazione, accarezzando il volto rossastro del ragazzino. Niall gli sorrise e si avvicinò cauto, posando il capo contro la sua spalla

"è tutto okay" il roscio si stupì del buon animo del minore, assottigliando gli occhi in due fessure brillanti, arricciando il naso confuso.

"zack!" lo chiamò una voce verso il campo. Zack annuì e posò lo sguardo sul ragazzino e si avvicinò al suo volto, posando le labbra sulla guancia destra, labbra che con un breve contatto da parte del minore, si posarono su quelle di Niall, facendolo sorridere

"io vado. Domani a ricreazione vengo nella tua classe" pronunciò il maggiore con un sorriso. Niall annuì e lo guardò correre lentamente verso il campo. Il minore entrò nello spoiatoio e sorrise non appena vide solo il suo borsone e la stanza vuota; si spogliò con lentezza e lasciò scorrere sul suo corpo segnato l'acqua calda, facendolo sospirare a quel dolce e docile contatto.
Amava quel calore.
Ripensò a Zack e a quel dolce sorriso che gli aveva dedicato attimi prima, ripensò a quel sapore dolciastro che gli aveva lasciato sulle labbra.
Le toccò. Sorrise.
Qual ragazzo dalle mille lentiggini e dagli occhi eterocromi gli creava quel calore e lui amava quel colore.
Il biondo finì di asciugarsi i capelli e chiuse la borsa, uscendo dallo spoiatoio con lentezza, sforzandosi di camminare normalmente senza far vedere il dolore costante che sembrava perforarlo.
Ricadde.
Cadde grazie ad una spinta da dietro le spalla che lo fece piagnucolare contro il cemento freddo.
Il biondo non ebbe neanche il tempo di alzare lo sguardo e un calcio lo colpì dritto sul torace, macchiandolo di un nuovo livido, di un nuovo segno.
Dopo il primo ne susseguirono altri tre, veloci, nello stesso punto. Non si muovette, era come bloccato tra i suoi stessi pensieri, sentendo gli occhi pensanti e le gambe molli, colpite subito dopo.
Gridò.
Gridò tra i suoi pensieri, lasciando che i passi pensati di quelle figure si allontanarono da lui senza proferire una parola.
Rimase lì per cinque minuti abbondanti, respirando malamente e alzandosi tra singhiozzi e lacrime amare, afferrando lo zaino e camminando a passo lento verso casa, fermandosi svariate volte pur di non crollare contro la strada scura.
Sorrise.
Sorridendo costantemente davanti alla sua famiglia, ridendo tra il cibo amaro e il tovagliolo spiegazzato, lasciandosi ricadere, subito dopo, contro la porta in legno, stringendo il pezzo dolorante e sdraiadosi di schiena sulle lenzuola bianche, bagnate da ricordi, impregnate di urla.
Si rigrò tra di esse, bagnandole di frustrazione, di dolore, facendole assaporare fremiti e respiri affannati. Chiuse gli occhi e lasciò la presa sul suo corpo, abbandonò il filo sottile, non provò più niente. Quelle lenzuola impregnate di morte smisero di esistere, di segnare quel corpo anonimo, smisero di provare dolore, di provare qualsiasi cosa; Niall smise di provare qualcosa.
I suoi pensieri morirono contro il soffitto candido e le lenzuola smisero di stringerlo, lasciandolo anonimo, inesistente nel suo stesso essere.
Morì tra le pieghe dei suoi attimi.
Smise di esistere.

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