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"Speriamo che i nostri figli muoiano come gentiluomini inglesi."

Zayn muoveva le gambe a penzoloni con velocità, sentendo l'aria calda dell'ospedale sulla pelle morbida, osservando cauto la luce del corridoio lampeggiare sopra il suo capo, stringendo a se il suo pupazzetto di pezza. Il respiro era lento e cauto, come se temesse che il sol rumore del suo respiro potesse nuocere disturbo, mentre gli occhi assottigliati combattevano dal chiudersi al bruciore costante dell'odore del disinfettante, lasciando che i capelli scuri, lisci, andassero a coprirli come un velo. I pensieri ampi del ragazzo lo portarono ad osservare la figura del padre, che spazientito camminava avanti ed indietro davanti alle sedie scure, dove erano seduti i suoi figli, accarezzandogli il capo di tanto in tanto come per distrarlo. Dopo poco non potè che spostare lo sguardo su William, il quale, a gambe accavallate leggeva varie scartoffie e appuntava i dati più importanti di alcuni suoi clienti, sbuffando e stiracchiandosi di tanto in tanto, muovendo i piedi nei suoi mocassini, sbottonandosi la camicia con le iniziali del suo studio legale, mentre Louis ascoltava la musica a volume talmente alto che perfino Zayn poteva udire la voce morbida di Bruno Mars; osservando in torno a se come se studiasse il volto di ogni singola persona, muovendo la gamba sinistra con ossessione, lasciando che nel chiacchiericcio generale dei dipendenti e dei malati si udisse il ticchettio della sua scarpa.
Zayn passò maggiore tempo ad osservare la figura di Louis, più tempo di quanto lui immaginasse, catalogando ogni suo tic nervoso, deducendo che la causa di ogni suo gesto sia principalmente causata dalla sua salute, così parlò: aprì le labbra morbide e con tensione proclamò tale esclamazione, morendo fra le sue stesse parole.

"andrà tutto bene" esclamò catturando l'attenzione dei presenti, portando una mano sulla coscia del fratello, fasciata da un pantalone scuro, bloccando quel movimento ossessivo.
Louis si tolse una cuffietta ed osservò la figura del fratello minore, sorridendogli con timore, portandolo seduto su di sé.

"ne sono più che certo" mentì Louis, porgendogli una cuffietta che non rifiutò, rifugiandosi fra le sue braccia, nascondendo il volto morbido nel collo, impegnando la sua anima del suo profumo.
Louis osservò le figure dei maggiori con timore, stringendo a se Zayn, tremando fra le sue stesse paure, lasciando che Manuel gli baciasse il capo e che William si posasse sulla sua spalla pur di rassicurare ogni suo timore.
Il ticchettio delle lancette scure nell'atrio dell'ospedale tintinnavano lente, lasciando che la voce degli infermieri risuonasse ovattata alle orecchie del corvino. Si fece condurre con noncuranza verso una delle tante stanze riservate alla chemioterapia e lo lasciarono sedere su di una poltrona, prendendo la vena del braccio destro e collegando il tubicino legato alla sacca contente il Ciplastino, lasciando che il tempo si muovesse lento.

.........

Niall si sedette su una delle tante panchine presenti nel parco e si chiuse la felpa morbida, allungando i bordi delle mani fino a metà palmo; soffiò su di esse e le strofinò, aspettando con impazienza la figura snella di Zack.
Erano passati diversi giorni dalla rivelazione dei lividi di Niall e quest'ultimo non aveva fatto altro che illudere e riempire di menzogne la propria famiglia pur di non accennare minimamente l'argomento, mascherandolo con cambiamenti di umore o con improvvisi 'pianti'. Odiava mentirgli.
Lui odiava mentire, soprattutto se era consapevole della furia nefasta di Harry se mai l'avesse scoperto. Ma era più forte di lui: sotto quegli schiaffi e quei pugni si sentiva bene; tutti i pensieri che si potevano scomparivano ed il dolore fisico prendeva il sopravvento, facendolo sollevare.
Amava farsi male.
Aveva insistito più volte pur di convincere la sua famiglia a non toglierlo dalla scuola calcio, ma ogni suoi sforzo si era rilevato inutile, inutile contro l'ira e la preoccupazione della sua famiglia.
Odiava ammetterlo ma aveva veramente bisogno di farsi male, di coprire i propri pensieri.
A risvegliarlo dai suoi pensieri fu la voce roca di Zack che con un docile sorriso mise in mostra la sua unica fossetta sinistra, per poi sedersi al fianco del ragazzo sistemandosi i capelli boccolosi, rossi.
Niall accennò un sorriso e lo scutrò con lentezza, osservando ipnotizzato il jeans nero che gli fasciava alla perfezione il sedere tondo e le cosce muscolose, leggermente incurvate per via del calcio, per poi spostare lo sguardo sulla felpa della sua squadra e le Vans basse, scure ai piedi

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