~28 Part. 5~

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Harry sospirò pesantemente sul libro d'italiano, leggendo più e più volte la consegna dell'esercizio con esasperazione, sentendo la testa pesante e gli occhi bruciare. Portò le mani fra i capelli ricci e si buttò a letto, ormai rassegnato dall'ora tarda della notte, decidendo di copiarlo la mattina stessa da Zack.
Dei brividi gli percorsero la schiena calda, facendolo sobbalzare fra le coperte fintroppo leggere. Si alzò con velocità per cercare una coperta di lana, ma un colato di vomito lo a volse, facendolo correre in bagno e piegare in due sul water. Tossì con forza rigettando la cena, piangendo per l'ampio dolore alla testa e per il mancato respiro, sobbalzando alle mani del padre fra i suoi capelli ed alla luce accecante.

"va tutto bene." gli sussurrò con cautela, accarezzandogli la schiena sudaticcia e calda. Harry singhiozzò ampiamente e tossì rigettando nuovamente, afferrando la mano di Manuel con naturalezza, cercando un  appoggio.

"tranquillo, Har. Butta fuori, ti fa solo che bene" lo tranquillizzò massaggiandogli la pancia e sorreggendogli i capelli ricci.
Harry respirò con affanno e posò il capo contro la tavoletta, osservando con occhi socchiusi la figura del padre  in ginocchio vicino a sé, allungando un braccio verso di lui. Manuel lo scrutò con occhi preoccupati e lo prese in braccio non appena fu sicuro che Harry si sentisse meglio, facendolo gemere di gioia a quel contatto morbido, privo di falsità.

"fa male" sussurrò il riccio contro la spalla del padre, allacciando le gambe sottili al suo bacino, arricciando i piedi freddi, nudi. Manual sospirò e con lentezza scese le scale con il ragazzo ancora fra le braccia, preparandogli un thè caldo e sedendosi su di una sedia continuando a mantenere il ragazzo su di se.

"bevi, da bravo" gli porse la tazza, Manuel. Harry si strinse maggiormente al corpo del padre ed iniziò a bere con estrema lentezza, sperando che quel contatto durasse per sempre.

"no! È freddo" si lamentò il riccio non appena Manuel gli infilò il termometro elettrico nell'orecchio. Occhi verdi portò le labbra rossastre a baciare il capo del figlio e lo strinse a se

"shhh" gli sussurrò con cautela, ma ebbe, in risposta, un pianto leggero e dei fremori ampi.
Manuel sospirò alla temperatura alta del ragazzo e con velocità si alzò dalla sedia, mantenendo Harry ben saldo al suo corpo, dandogli una tachipirina e portandolo nella sua stanza

"basta piangere, ranocchietta.
Papà è qui." esclamò cominciando a cullarlo leggermente per farmare quel pianto leggero, un pianto che per lui era causato dalla stanchezza e dal malessere, ma per Harry era un pianto di gioia, gioia nell'essere finalmente nelle braccia del padre dopo quasi tre settimane in cui ogni suo gesto era ignorato.

"papà" sussurrò singhiozzando il riccio, sorridendo felice al nomignolo cauto con cui lo aveva chiamato.
Manuel continuò a cullarlo per poco tempo, per poi farlo sdraiare nel suo letto, stringendolo fra le mille coperte colorate

"si? Sono qui, amore" lo strinse maggiormente a se, Manuel.
Harry singhiozzò felice ed affondò il volto nel collo del padre, respirando il suo odore

"ti amo" esclamò il minore socchiudendo gli occhi stanchi, addormentandosi sotto i tocchi caldi del padre.
Harry arricciò il naso ed osservò la luce ampia del sole sbattere contro le tende chiare, sorridendo alla visione del padre a pochi centimetri da sé intendo a stringerlo. Il riccio portò la punta delle dita a giocare con quel poco di barba che Manuel possedeva, osservandolo con occhi morbidi e strusciando il naso contro il suo collo

"mhhh" si stiracchiò il maggiore osservando gli occhi verdi, grandi del figlio.

"ciao" lo salutò Harry con un sorriso ampio, stringendosi alla figura del maggiore. Manuel lo squadrò e con una mossa veloce lo staccò da sé, sedendosi sul letto

Littles Peter Pan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora