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"Il problema di Peter Pan ragazzo, è che è un vigliacco. Ha avuto l'occasione della sua vita e l'ha sprecata, scappando di nuovo sull'isola che non c'è. È rimasto da solo per sempre, è stata solo colpa sua; povera vecchia Wendy, è dovuta invecchiare senza di lui. Una cazzo di tragedia secondo me."


William sospirò e prese tra le sue braccia la piccola figura di suo cugino, baciandogli il volto color cioccolato, sfiorandogli i fianchi morbidi e la pancia infantile, facendolo ridere grossolanamente.

"Wee" lo richiamò con voce acuta, ridacchiando tra i baci sottili sul collo. William sorrise e si rilasciò cadere sul divano in stoffa, circondano quel piccolo corpicino tra le sue braccia ed il petto.
Occhi grigi sospirò con stanchezza tra i capelli sottili del ragazzino, ricordando a malincuore quelle notti insogne con il bambino tra le sue braccia e quel pupazzetto al loro fianco, macchiano di dolore quel ricordo amorevole. Will ricordò i respiri lenti contro il suo petto e le lacrime bagnargli i petto coperto.
Era una delle prime notti da quando Zayn aveva iniziato a vivere con Louis, quest'ultimo aveva insistito per far trasferire per un breve periodo Manuel e William con loro pur di mettere il più possibile ad agio i tre ragazzini. Quella notte Zayn si era svegliato nel mezzo della notte con un forte mal di testa, rigettando quel poco di cibo che aveva mangiato a cena, svegliando occhi grigi.
Zayn teneva ben stretto al petto Dodo, giocando con la criniera morbida e le orecchie lunghe e pelosette, bagnando con lacrimoni caldi la pelle del maggiore.

"Wee" a risvegliare occhi grigi è la vi
Voce cauta di Zayn che lo fa sorridere ampiamente.

"vediamo un film insieme?" gli chiese il minore con occhi dolci, baciandogli il viso segnato da un leggera barba scura.

"certo, tu cerca qualcosa, io preparo dei pop-corn" affermò il maggiore, posando la figura minuta del cugino sul divano in stoffa, dirigendosi verso la cucina

"con il burro!" urlò il minore per farsi sentire. Will rise è con velocità si sedete sul divano, porgendo la ciotola colma di pop-corn al ragazzo

"che hai scelto?" chiese il minore con un sorriso cauto, afferrando una manciata di pop-corn e portandoli alla bocca

"Shakespeare in Love" pronunciò il ragazzino. William puntò il suo sguardo su quello del cugino, accigliandosi a tale esclamazione

"stai scherzando?" chiese il maggiore in uno sbuffo

"alla mamma piaceva" affermò il ragazzo con un sorriso dolce. William gli sorrise e lo strinse a se

"e guardiamoci queste due ore e mezza di film su Shakespeare!" esclamò con finto entusiasmo il maggiore, ridendo e baciando il volto del minore.
Dopo nemmeno un ora gli occhi di Zayn si chiusero stanchi, lasciando che il maggiore lo portasse tra le coperte azzurre della sua camera da letto.

"che casino" esclamò il maggiore spostando con i piedi gli innumerevoli vestiti sul pavimento, scendendo subito dopo al piano di sotto, portando i diversi utensili in cucina, incontrando lo sguardo di Louis

"ciao" lo salutò occhi grigi. Louis gli fece un cenno con il capo e continuò a scrivere sul suo computer, ignorando la figura del maggiore.
William sospirò e si avvicinò, sorridendo alla visione di una sua maglietta sotto la felpa rossa

"non ti passerà mai il vizio di prendere i miei vestiti" affermò sorridendo ampiamente. Louis alzò leggermente lo sguardo sospirò

"cosa vuoi, William?" gli chiese scettico il minore, chiudendo subito dopo il portatile nero. William arricciò il naso e socchiuse le labbra rosse.

"niente. Adesso non ti posso neanche parlare?" esclamò tra una domanda ed un affermazione, sbuffando lievemente

"fa come vuoi, William. Non mi va di sentirti" rispose con acidità il minore. Occhi grigi grignò i denti e con una mossa veloce spostò la sedia verso la sua direzione, sfiorando l'azzurro del minore con il fiato, bramando quel colore.

"smettila" lo riprese con irritazione il maggiore. Louis lo guardò con astio, fulminandolo con lo sguardo.

"di fare cosa?" rise il minore. William gli afferrò il volto con una mano, facendo finire quella presunzione e sfacciataggine

"non permetterti mai più di mancarmi di rispetto, Louis. Non ti ho educato in questo modo." lo riprese rigido William. Louis scostò il volto con un gesto rude, segnando il corpo del maggiore con lo sguardo.

"come vuole lei, signore!" lo prese in giro il minore.
Occhi grigi prese un grande respiro e portò una mano tra i capelli scuri, cercando di non colpire il ragazzo

"non mi sfidare, Louis! Sai benissimo di cosa sono capace" lo avvertì con irritazione il maggiore. Louis ridacchiò e si alzò dalla sedia in legno

"se no? Che fai? Mi sculacci come un moccioso? Ma fammi il piacere, William! Sei patetico" affermò con rabbia occhi azzurri.
William tacette davanti a tale mancanza di rispetto o sarebbe finita a schiaffi e lacrime.

"patetico?" chiese solamente il maggiore, stringendo i pugni con furia.

"si, sei patetico, William! Dio guardati! Mi fai pena. Cerchi di starci vicino, aiutarti pur di essere perdonato, ritornando come un fottuto cane bastona-" il ragazzo venne bloccato da uno sonoro schiaffo sulla sua guancia sinistra che gli ri-girò il volto, facendogli sgranare gli occhi

"non ti permettere! Mi sono sempre occupato di voi e vi ho amato come un padre! Vi ho cresciuto! Ti ho insegnato a raderti e a badare a te stesso! Ne ho fatte di cazzate, ma certamente questa, che hai elencato, non è tra quelle!" urlò il maggiore con rabbia, puntando il dito contro il ragazzo

"è colpa tua! Tu hai ucciso il mio Liam! Tu lo hai lasciato solo, non io, tu!" urlò con rabbia occhi azzurri, rompendo per l'ennesima volta un piatto di coccio

"Liam aveva 18 anni e gli avevo dato un ordine! Sono mancato solo due minuti, due!" ribadì con astio William, afferrando i polsi del minore per bloccare i suoi muoviti ridi.

"peccato che quei 'due minuti' mi abbiano fatto perdere il mio bambino" pronunciò con voce sottile Louis, sfiorando con lo sguardo I volto candido del cugino, piangendo ormai a nudo su ogni fragilità.
Si spezzò.
William tacette, portando, con un gesto morbido, tra le sue braccia il corpo sottile del cugino.

"perdonami, ma io non ho nessuna colpa che non sia essermi assentato per quel breve attimo" sussurrò occhi grigi tra fremiti vari. Louis si staccò da quelle braccia a lui care, appoggiando le mani contro la credenza in legno, dando le spalle a colui che ama come un padre

"ancor-" il minore venne bloccato dalla voce dura del maggiore

"oh esci da Wonderland, Louis ed impara a vivere! Lo sai anche tu che la colpa non è mia eppyre ti ostini ad impormela solo per sentirti meglio! Se mi odi come tanto affermi, cacciarmi, lasciami andare" urlò nuovamente William. Louis strinse le spalle e abbassò il capo, lasciando che un ciuffo di capelli castani gli si attaccasse al volto bagnato e segnato da lacrime ostili.

"la verità, Will, è che io non riesco a lasciarti andare, a smettere di amarti, di volerti bene, perché averti vicino è quanto il vero e reale e giusto ci sia mai stato ci sarà mai nella mia esistenza. Amare te è l'unico modo che ho per amare me stesso perché quando tu sei vicino a me... Io... Io mi sento a casa.
Non ti ho mai odiato, Wee, ma ho avuto paura." Louis scoppiò in un pianto sottile e silenzioso, mentre William non potè che guardarlo con il cuore in gola, avvicinandosi a lui con cautela.

"scusami..." sussurrò il minore con rancore, buttandosi tra le braccia del cugino. Occhi grigi lo strinse a se è gli baciò il capo, sospirando.



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