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"Finalmente riuscirò ad uccidere Peter Pan, quel ragazzino arrogante che mi tagliò la mano e la diede in libagione al coccodrillo!"

Zayn si sedette su una sedia in plastica, stringendo i bordi in ferro pur di non collassare in quel breve istante. La puzza di amuchina gli faceva bruciare il naso, mentre il bianco sterile, perfetto gli accecava la vista avvolgendola tra i camici del medesimo colore.

"ciao Zain" ad infrangere i pensieri del ragazzo furono un paio di scarpe in gomma fuscia e una vice soffice. Il minore non osò proclamare risposta, continuando ad osservare quel colore fintroppo inappropriato in quel mare bianco e sterile

"Zay" lo riprese Louis al suo fianco, ma la donna lo bloccò

"oh non si preoccupi" insistette la donna, piegandosi sulle gambe e stringendo il dorso cioccolato del ragazzino

"che dici, vuoi venire con me?" gli chiese l'infermiera con occhi docili. Zayn scosse le spalle e fece terminare quel contatto con uno scatto veloce e rude

"non ho altra scelta" esclamò acido Zayn. Louis sospirò e si sedette al suo fianco, afferrandogli il viso scavato

"per qualsiasi cosa io sarò qui ad aspettarti, ricordi? Puoi chiamarmi per qualsiasi cosa" esclamò Louis accarezzando il capo del fratello. Zayn giocò con i lacci della sua felpa, lasciando che le paure prendessero il sopravvento su di sé

"puoi chiamarci per qualsiasi cosa" pronunciò Manuel, correggendo il figlio. Zayn per la prima alzò il capo, osservando la sua famiglia davanti a se che lo scrutava con amore, sorridendogli

"anche per un abbraccio?" chiese il minore con timore.

"sopratutto per un abbraccio" esclamò William con un docile sorriso e con gli occhi lucidi. Non riusciva neanche a guardarlo negli occhi. Zayn sorrise, alzandosi dalla sedia e salutando con un cenno di mano la sua famiglia

"andiamo?" chiese la donna, portando la mano in direzione del ragazzino. Zayn si guardò indietro e sorrise ai maggiori

"andrà tutto bene! Ci vorrà di più che uno stupido tumore per uccidere Zain Javadd Tomlison" esclamò con una risata il minore

"quando torno voglio un cheeseburger e delle patatine!" urlò afferrando la mano dell'infermiera e camminando verso il reparto indicato.
Risero, risero a tale dolore.
Il minore si spogli e si mise il camicie indicato, rabbrividendo al contatto freddo del ferro sulla pelle calda

"okay, Zain, sdraiati e rimani completamente fermo" gli ordinò una voce tramite un microfono. Zayn obbedì e si draiò, lasciando che il macchinario lo facesse scorrere al suo interno.
Il ragazzo trattenne il fiato per un breve attimo, lasciando che una lacrima gli rigasse il volto e segnasse la sua pelle scura.
Zayn soffriva di un tumore che aveva cercato di sconfiggere innumerevole volte, sottoponendosi a antibiotici e cure differenti, incontrando medici di molteplici ospedali, ma con scarsi risultati; riuscì a scaccuarlo solo per un breve periodo, illudendolo di poter essere normale.
Zayn aveva un tumore al cervello e ben presto si sarebbe sottoposto ad una chemioterapia.

"Zay" lo chiamò una voce fintroppo familiare. Zayn rimase immobile, ricordando gli ordini ricevuti

"piccolo, ricordi Dodo? Lui è sempre qui, è qui con te" Louis. Zayn non si mosse e tantomeno mostrò un interessamento a tali parole, ma il suo cuore sorrise ampiamente non potendo che ricordare tutte quelle notti passate sulle sedie dell'ospedale con Dodo, un pupazzo, il primo pupazzo che Louis gli regalò appena arrivato in famiglia.
Dodo rappresentava speranza e dolore, amore e paure.
Non appena finì la TAC finì, Zayn non potè che guardare la piccola giraffa di pezza, rovinata e sfilacciata, su una sedia fuori dalla porta. Il ragazzino la strinse al petto e si immerse tra l'odore di ricordi, lacrimando tra l'ovatta e i colori sbiaditi

"Zain, vieni, andiamo a cambiarci" Zayn annuì alle parole dell'infermiera e la seguì, vestendosi tra brividi vari, abbracciando quel piccolo pupazzo

"visto? Ci abbiamo messo pochissimo!" esclamò l'infermiera con entusiasmo, cercando di riavvivare il minore. Zayn le sorrise cauto e si lasciò condurre verso la propria famiglia, saltando tra le braccia di Manuel che lo strinse a se

"oh ma guarda qua cosa abbiamo" esclamò sorridente William, guardando il peluche di pezza tra le mani di Zayn

"non ho potuto lasciarlo a casa" pronunciò Harry con un sorriso docile

"pensavo ti sarebbe stato utile" continuò. Zayn gli sorrise e si spose leggermente contro il corpo del fratello, baciandogli le labbra sottili

"grazie" lo ringrazio Zayn. Sorridendo ai presenti con amore. Niall sorrise e gli bacio la guancia rossastra, assecondando il bisogno di affetto del minore

"dovremmo lavarlo, non credi?" puntualizzò Louis, notando quanto fosse sporco. Zayn scosse la testa è lo strinse a se

"no! Non ci provare" lo avvertì il minore, facendo ridere i presenti. Louis gli baciò le labbra rosse e lo portò tra le sue braccia

"non piangere più, okay?" Zayn annuì e si lasciò andare sulle sua spalla, giocando con i capelli color cioccolato, intrecciandoli tra le dita e tirandoli come quando era piccolo.
Louis sorrise e ricordò una delle tante notti in ospedale.
Aveva 17 anni e sedeva sul divano freddo di casa, mentre tra le sue braccia racchiudeva un gracile corpicino di cinque anni che aveva tra le braccia un pupazzetto di pezza, Dodo; giocava con la sua criniera e girava tra le dita la coda morbida, singhiozzando a causa di un forte mal di testa

"shh, Zay basta" gli sussurrava tra carezze e baci il fratello, stringendolo a se con terrore. Il ragazzino singhiozzava da diversi minuti, stringendo il cuore del maggiore con una tenaglia

"va tutto bene, cerca di chiudere gli occhietti" provò a tranquillizzarlo con fatica, cullandolo tra le sue braccia calde e morbide, iniziando a cantargli una canzoncina. Zayn amava la voce del fratello, non potendo che rilassarsi tra le note dolci e soavi.
Louis odiava quando Zayn piangeva

Littles Peter Pan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora