~19 Part. 3~

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"in ogni uomo c'è un bambino che cerca la sua isola che non c'è, tu sei la mia, lo sei sempre stata."

Louis sorrise cauto alla figura ampia e robusta del cugino al suo fianco, sdraiato sul lato destro che dormiva beato cingendo il fianco candido di Louis, affondando il viso contro la sua spalla, respirando tra la felpa bianca ed il cuscino.
Louis passava le dita caute tra le ciocche scure, sorridendo felice tra il profumo aspro del suo dopobarba e tra le dita tozze che gli stringevano il fianco caldo, lasciando scivolare ogni rimorso macchiato dall'odio e dai progetti persi.
Le dita candide scesero sul viso rude, accarezzando quel poco accenno di barba scura, lasciando scorrere il tempo tra i suoi occhi azzurri, mischiando ogni puro respiro, desiderio e pensiero tra le lenzuola bianche di quel letto disfatto.
William aprì leggermente gli occhi nebbia e sorrise amaro verso la figura del cugino, portandolo tra le sue braccia con velocità e calore, impregnando ogni dubbio nei cuori.

"cinque minuti" sbiascicò assonnato il maggiore. Louis ridacchiò e si lasciò sprofondare tra le braccia del maggiore, socchiudendo gli occhi grandi in due fessure brillanti e respirando lentamente, protetto dai tocchi caldi e le labbra morbide.
William guardava il soffitto candido con un sorriso limpido sulle labbra rosse, giocando con i suoi stessi sentimenti lanciandoli in aria e riprendendoli al volo, danzando con essi tra le righe della sua immaginazione, volando verso l'isola che-non-c'è con quella dannata polvere di fata.
Oh Campanellino! Quanti guai che combini! Porti le emozioni in alto, talmente in alto da poter toccare le stelle con la punta delle dita e le lasci cadere, affondare nell'abisso dell'oceano.
Oh Campanellino come sei smemorata! Come puoi non avere altra polvere magica?

"Louis" lo chiamò tra i respiri lenti. Occhi azzurri si adagiò sul petto del maggiore e soffiò contro il suo orecchio

"si?" chiese assopito il minore. William gli accarezzò il viso candido e lo segnò con baci caldi

"mi sei mancato, Louis" si confidò occhi grigi. Louis non rispose, ma ammise, con sguardo loquace, quanto il suo cuore fosse crepato dal tempo infinito e dai suoi ricordi spezzati, sfocati tra gli attimi invisibili.
Lo sbattere di una porta riportò alla realtà i due ragazzi che alzarono il capo di piombo come fosse un ancora, facendoli sussultare ampiamente

"pensi sia Harry?" gli chiese William. Louis scosse il capo e si alzò

"non credo sia già tornato da scuola" rispose semplicemente il moretto, aprendo la porta in legno e scendendo le scale susseguito dalla figura del cugino.
Manuel posò un piatto di coccio sul tavolo della cucina e sorrise a Niall, il quale era seduto su una delle tante sedie ed attendeva il suo panino alla marmellata di fragole, la sua preferita. Occhi verdi guardò I suoi due figli più grandi e gli lanciò un occhiata confusa

"che succede, piccoli?" Louis scosse la testa e sorrise al fratello minore, baciandogli il capo leggermente umido

"niente. Com'è sei già a casa?" rispose William per poi puntare gli occhi grigi contro la figura sottile del cugino. Niall ingoiò il boccone preso in precedenza e sorrise ampiamente

"non ho una ragione precisa, l'autobus è solo passato prima" mentì con un sorriso limpido, morendo nuovamente tra le pieghe delle sue bugie, delle sue aspettative.

"scusate vado a farmi una doccia. Il panino era buonissimo, grazie papà" pronunciò il biondo con il cuore in gola, lasciando un sottile bacio sulla guancia di Manuel e scappando dai suoi propositi, da chi lo amava più di tutti, da chi, pur di non ferire, lo portava a mentire.
Niall si chiuse tra i vetri della doccia e lasciò ricadere sul suo corpo delle gocce roventi, lasciando che il suo corpo volasse tra il vapore dandogli alla testa.
Il ragazzino si toccò il cuore scheggiato, piangendo tra i suoi respiri, inalando l'odore di morte che rilasciava da ogni poro della sua pelle, facendolo piangere contro il muro freddo, gelido. Colpì con vulnerabilità le piastrelle bianche, sfregando sul suo corpo segnato da cicatrici, lividi ed ustioni, una spugna intrisa di sapone; la sfregò con rassegnazione e dolore, lasciando scivolare su di sé ogni ricordo nitido, felice.

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