~19 Part. 1~

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"Ricordò un Peter Pan che si diceva vivesse con le fate. Si raccontavano strane storie sul suo conto, ad esempio che quando un bambino moriva Peter lo accompagnava per un tratto di strada perché non avesse paura."

Niall socchiuse le labbra rosee, bagnate dalla morte stessa. Il vento gli sfiorava i capelli biondi, perforandogli il corpo segnato da attimi, da odio e rancore. Gli occhi blu osservavano malati il proprio futuro, bramandolo tra respiri veloci, affannati e lacrime amare, copiose tra di loro.
Si odiava terribilmente.
Aprì le braccia lasciando che il vento passasse tra di esse, accarezzando il maglione rosso e giocando con le dita scure, fredde. Un singhiozzo perforò quel silenzio innaturale susseguito da un urlo agghiacciante, privo di felicità, colmato da paure e dolore. Dannato dolore!
Niall non concepiva quella dannata voragine che lo faceva sprofondare fin sotto terra. Provava simpatia per tutto, tranne che per essa; non ne aveva alcuna compassione. Era troppo brutta, troppo orribile, troppo straziante. C'è qualcosa di terribilmente morboso nella simpatia moderna verso il dolore. Si dovrebbe simpatizzare con il colore, la bellezza, la gioia della vita. Eppure Niall non riusciva a non lasciarsi scivolare i suoi stessi colori tra le dita, giocava con quell'idea e ci si appassionava, la scaglia a in aria e la trasformava in una forma simpatica, dolce. Ma l'umanità non può che prendersi troppo sul serio, facendo sì che quel colore, quella forma vivida si trasformasse in acqua.
Occhi blu accarezzò con le labbra il vento freddo e si lasciò ricadere tra ricordi aspri, spezzando il contatto con la realtà, guardando le luci della città scomparire nel buio dell'acqua, sprofondando in essa.
Si era buttato.

..........

Harry mordicchiò la penna nera, battendo le dita bianche contro il banco scritto e sporco. Il suono asfissiante di un tacco rosso riempiva l'aula, mentre il fiato di Harry continuava a colmare quel silenzio innato.
La professoressa posò con cautela la verifica del ragazzo sul banco, sorridendogli ampiamente. Harry la osservò tra i ricci scuri, sospirando al segno rosso sul dorso, ovviamente positivo. La penna che girava tra le sue dita candide venne stretta come in un impulso e portata alle labbra rosee, lasciando che esse l'ha accerchiassero e che i denti bianchi la segnassero con forza per svariate volte, mentre i pensieri lancinanti impregnavano la psiche loquace del ragazzo. Chiuse gli occhi per un breve attimo, sfiorando con timore I suoi ricordi scurrili. Accarezzò il terrore tra respiri veloci, osservava il sangue freddo sul pavimento chiaro mordendo con forza la penna in plastica, la rigirò tra urli sommersi e tra preghiere mai audite; morse, morse e morse ancora, rompendola tra attimi fini.
Un imprecazione nacque dalle labbra sporche di inchiostro del minore, lasciando che ricadesse tra le dita bianche e sui jeans neri, facendo riportare su di sé gli occhi dell'intera classe, compreso Zed che alzò gli occhi dalle pagine bianche del suo libro, sorridendo all'immagine del ragazzo dalle gote rosse e dagli occhi verdi.
Fu questione di pochi attimi ed il riccio si ritrovò appoggiato al lavandino in coccio, guardando l'acqua scorrere scura tra le sue dita sporche, tremando al sol ricordo di quegli occhi che lo scrutavano con odio e rabbia, che gli segnavano la pelle tra una birra e l'altra. Harry rigira a compulsivamente gli anelli tra le dita, respirando affannosamente.
I suoi pensieri malati vennero spezzati da una voce calda e delle mani fluide

"Har" sbuffò contro il suo orecchio, Andrew, portando le mani calde a giocare con la cintura nera del ragazzo. Il riccio chiuse l'acqua e lasciò che il biondo gli mordesse il collo candido e che gli succhiasse diversi lembi di pelle, sfiorando il suo pacco con tocchi leggeri.
Harry rabbrivì e alzò il collo, lasciando ricadere i ricci sulle spalle ampie.
Andrew sorrise vittorioso a quel gesto e con cautela spinse il ragazzo contro il muro bianco e freddo, lasciando che il riccio appoggiasse le mani bagnate contro di esso. Il biondo giocò con il suo collo, segnandolo con piccoli morsetti e graffi, portando le mani a sbottonare i bottoni chiari della camicia, giocando con i capezzoli scuri. Harry posò il capo all'indietro, contro il muro freddo, gemendo di tanto in tanto a quei contatti caldi. Andrew sorrise nel vedere il riccio e citato tra i suoi jeans, decidendo di sbottonarli. Harry fremette e strinse i capelli del biondo, lasciando che dettasse il ritmo del pompino. Occhi verdi inarcò la schiena e spinse il proprio membro più improgondità, sentendo il tossire ampio del ragazzo. Mosse il bacino e comandò il gioco con ardore, solo dopo pochi attimi si accorse della presenza di un ragazzo che li guardava voglioso, toccandosi da sopra il pantalone in pelle. Harry lo guardò tra un gemito e l'altro, stuzzicandolo con tocchi sporchi sul suo corpo, lasciando che si toccasse con più vigore. Quegli occhi scuri ipnotizzavano il riccio che senza accorsene arrivò al culmine, fremendo contro il muro candido e venendo sul pavimento sporco, sporcando la maglia rossa del biondo.
Si girò di scatto verso il ragazzo moro, ma si sorprese nel vedere solo uno spazio vuoto.
Andrew sorrise e si alzò verso la bocca del riccio, baciandolo a stampo e afferrandogli la mano ancora umida, ritornando in classe.

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