capitolo 4

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Pov Edoardo
Dopo che uscii dalla stanza di Grazia, mi recai di corsa in cortile per cercare Carmela, quello che aveva fatto era grave e non gli e l'avrei mai perdonata. La trovai che stava seduta vicino a Viola che la stava consolando, evidentemente Ciro l'aveva lasciata.
Carmela è incinta, me lo ha detto due settimane fa, ci tengo a precisare che anche se tra noi finirà io me la prendo lo stesso la responsabilità di padre, anche perché il bambino o bambina non c'entrano nulla se la madre è pazza. "Carmee" urlai io appena arrivai in cortile ero davvero incazzato. La presi per il braccio e la portai dietro al muretto che stava vicino al laboratorio. "dimmi amò, non ci sta bisogno di gridare", mi stava prendendo in giro? È perché è una donna altrimenti l'avrei già ammazzata di botte.
"Ca' sfaccimm a fatt? Pcchè a fatt mal a chella uagliona innocent?" lei subito si è messa sulle sue, e come sempre avrebbe fatto la vittima per farsi perdonare. "ja amò che te ne frega di quella ragazzina? Nemmeno la conosci e poi sono gelosa e non ho sopportato l'idea che avesse la tua felpa addosso... il tuo profumo" iniziò ad avvicinarsi a me, mi toccò il collo e cercò di baciarmi, io mi staccai e l'allontanai da me. Dopo quello che aveva fatto, mi faceva schifo. "Edoá ma over faij, so incint di tuo figlio e tu c faij va appriess a na creatur?" iniziò ad alzarmi la voce e allora lì iniziai ad incazzarmi. La presi e la sbattei contro al muro bloccandola dalla gola. "Carme stamm a sent, tra me e te è frnut p semb, non ti azzardare ad avvicinarti a Grazia, perché sei una donna altrimenti già stiev accis n'derr"
"Edoá ma ossaij Ca' è na creatur, passi i guai se ti beccano, ti mandano a Poggioreale, questo vuoi? Vuoi distruggere una famiglia per una ragazzina che non aspetta altro che la nostra separazione? Vuoi lasciare me e tuo figlio per lei?" "no, io lascio a te non a mio figlio, e Grazia non c'entra non la mettere n'mienz" Sbattei il pugno sul muro e me ne andai.
Mi doleva ammetterlo, ma non so perché ma quando Carmela mi disse che stavo buttando all'aria la mia relazione con lei per colpa di Grazia, un po' era vero, perché quella ragazzina mi stava incasinando i pensieri e non potevo minimamente pensare una cosa del genere, perché non volevo finire a Poggioreale, e se nel caso qui avrebbero visto una cosa del genere, mi avrebbero mandato con un calcio.
Me ne andai in cella per riposare un po', mi stesi sul letto, ma non riuscì a chiudere un occhio perché subito il mio pensiero andò a lei, sì è svegliata? E Ciro come sta?. Mi girai e mi cadde l'occhio sul suo letto, alla sera prima che stava piangendo e io non me la sono sentita a lasciarla da sola, dentro di me mi è salito l'istinto di abbracciarla e di non lasciarla da sola e non mi è passato nemmeno per la mente il pericolo che ci avrebbero potuto scoprire, in quel momento esistevamo solo io e lei e basta.
Mi alzai dal letto di corsa e senza farmi vedere andai in infermeria, volevo assicurarmi che stesse bene. Appena arrivai, mi bloccai sulla porta, vidi Ciro abbracciarla mentre dormivano tutti e due. Io non so perché, ma mi sali una gelosia assurda, che me ne andai di corsa in cella non volevo essere di troppo.
Che mi stai facendo pccrè?.
Pov Grazia
Ma che è successo? Aprii gli occhi, e la prima cosa che vidi era un soffitto bianco e mi sentivo un peso sui fianchi, mi girai e notai Ciro che stava dormendo vicino a me. Mi accorsi che non eravamo in cella, che era successo? Ricordo solo che Viola e Carmela mi avevano bloccata nel corridoio dei bagni e una voce che gridava il mio nome.
Cercai di alzarmi dal letto, facendo attenzione a non svegliare Ciro, solo che avevo un giramento di testa assurdo, che appena mi alzai, ricaddi nel letto. Subito di svegliò Ciro che appena mi vide fece uno dei suoi sorrisi meravigliosi. "Vita Mij t si sctat?, Com so cuntent" mi abbraccio fortissimo e io ricambiai. "Ciro ma che è successo come sono finita qui?" "amore mio sei svenuta, ed Edoardo ti ha portata qui di corsa. Hai avuto la febbre alta e ci siamo spaventati tantissimo, ma ora lasciamo perdere perché altrimenti solo a pensarci mi innervosisco ancora di più... come stai amò?"
"Sto bene, più o meno" non stavo del tutto bene, avevo un mal di testa e un giramento di testa assurdo. Ciro si alzò e andò a chiamare la dottoressa, che subito mi visitó e mi disse di stare a riposo e che fra qualche giorno sarei potuta tornare in cella. Ciro purtroppo era dovuto tornare in cella perché doveva andare a lezione, anche io le avrei cominciate appena mi sarei ripresa, almeno anche se stavo chiusa qui, non avrei perso gli studi e mi avevano detto, che potevo prendere il diploma.
Verso l'ora di pranzo senti aprire la porta e vidi Lino la guardia corrotta dei ragazzi, portarmi il pranzo, solo che io avevo lo stomaco chiuso e non avevo fame. Dopo che lo ringraziai e dopo avermi chiesto come stessi, uscì e mi lascio mangiare. Inutile dire, che non riuscì a mangiare nulla, che subito mi venne la náusea, bevetti solo un sacco di acqua. La dottoressa, veniva sempre a controllare come stessi e gli chiesi anche se poteva portarmi il mio album con la matita, almeno avrei passato il tempo a disegnare.
La dottoressa oltre a portarmi l'album, mi portò anche una busta che era abbastanza grande, l'aprì e subito mi spuntò un sorriso che andava da un orecchio all'altro. Nella busta, trovai la mia tavoletta grafica, i miei pennelli con i colori e le mie tele, appena sarei uscita di qui avrei ringraziato Annastasia, sicuramente era stata lei a mandarmi ste cose, mi conosceva troppo bene.
No so perché, ma mi ritrovai a disegnare un ritratto, e vedendolo bene, avevo disegnato Edoardo, ma infatti dove era andato a finire, lo avrei voluto ringraziare per avermi portata in infermeria, se non fosse stata per lui, non so che fine avrei fatto, in mano a quelle pazze. Mi accorsi che ancora avevo la sua felpa addosso, mi ritrovai senza accorgermene ad annusarla e chiudere gli occhi, ancora stava il suo profumo ancora stava il suo profumo, inutile dire, che mi mandò in tilt.
Ormai Calò la sera e io mi stavo annoiando a morte, mi mancava Ciro e non volevo stare chiusa qui, avevo bisogno di aria. Mentre guardavo fuori alla finestra, senti la porta aprirsi, sicuramente era ora di cena e qualcuno mi stava portando da mangiare. Solo che stavolta a portarmi da mangiare, non era Lino ma Edoardo. Appena lo vidi, ero felice e infatti sorrisi come un ebete, ma che mi prendeva? Grazia basta è grande me lo ripetevo per potermi togliere strane idee dalla testa, ma era tutto inutile, perché appena lo vedevo, avevo voglia di saltargli addosso.
"hei" mi salutò lui con un sorriso. "hei Edo" risposi io in imbarazzo, sembravo una bambina, arrossivo sempre quando si creavano certe situazioni. "ti ho portato la cena, come stai?" "Ora che stai tu bene" no, non potevo averlo detto veramente, ma perché dovevo fare sempre figure di merda? E ora che mi invento? "ehm...si volevo dire, perché mi hai portato la cena, capì" mi nascosi il viso con le mani, sotterratemi vi prego.
Lui mi sorrise e mi porse il vassoio. "anche io sono felice di vederti sveglia, mi hai fatto spaventare pccrè non lo fare più, ho una certa età" quanto era stupido, ma la sua risata era qualcosa di spettacolare. Mi accorsi che la sua attenzione cadde sul mio comodino, guardai anche io nella sua stessa direzione e... oh cazzo! Avevo ancora la gavetta accesa e stava il suo disegno. No non c'è la potevo fare, basta due figure di merda in una sera. Presi subito la tavoletta grafica per spegnerla, ma lui mi bloccò e guardando prima me e poi il disegno lo prese.
"Ma Song ij?" e no, è solo un disegno, che cazzo gli dico mo? Sai Edo mi sono trovata a disegnarti perché ti pensavo e perché sei un deo greco? Mado aiutatemi. "ehm...si sei tu" risposi io abbassando la testa in imbarazzo, non riuscivo ad alzare la testa e guardarlo la figura di merda non me lo permetteva.
"ma è bellissimo, tu lo hai fatto?" "si..." "e perché mi hai disegnato?" eccola la temuta domanda e mo che gli dico? "non lo so... stavo pensando al fatto che mi hai salvato da quelle due e niente... mi è venuto il disegno" Lui ad un tratto si avvicinò a me e mi diede un bacio sulla guancia. Ok sono morta, basta.
"e questo per che cosa era?" dissi io. "era per farti capire, che anche se ci conosciamo da poco tempo, ti salverò sempre perché ormai ti voglio bene pccrè...comunque lo voglio questo disegno" "hai dimenticato che sta sulla tavoletta grafica, bisogna stamparlo per averlo e non penso che qui si possa" lui mi guardò e fece il sorriso tipo, ne sto per combinare una delle mie. Senza dire nulla mi diede un altro bacio sulla guancia, e di corsa con la mia tavoletta grafica uscì di corsa.
Rimasi di nuovo da sola, pensai alle parole di Edo, nonostante ci conoscevamo da poco mi voleva bene e anche a io a lui. Ad un tratto, vedendo il vassoio mi venne fame, quindi iniziai a mangiare, riuscì a mangiare tutto senza stare male. Mi aveva fatto bene parlare con Edo, pensai.
Dopo non so quanto tempo, si aprì di nuovo la porta. "pccrè, chiudi gli occhi" che aveva in mente, che questo era pazzo. "Edo mica mi vuoi uccidere?" "no e poi come faccio senza di te?" decisi di fidarmi e chiusi gli occhi. "Aprili" appena gli apri, rimasi scioccata, davanti a me stava Edoardo con il mio disegno stampato in mano. "edo ma come hai fatto?" "bhe qui abbiamo un ufficio, della direttrice. Io mi sono intrufolato e mi sono messo a stampare il disegno e... eccolo, ora è mio" mi faceva troppo ridere, sembrava un bambino felice dopo che aveva ricevuto un giocattolo nuovo. "e dove lo metterai sentiamo" dissi io incrociando le braccia. "in cella, e poi in camera mia appena uscirò da qui, così mi ricorderò di te" a quelle parole, non so perché ma diventai triste. Il pensiero che una volta uscito da qui, Edoardo si sarebbe potuto dimenticare di me mi faceva stare male.
"hei, cre?"mi chiese Edo preoccupato. " nulla... stavo pensando ad una cosa tranquillo" "ti va di dirmelo?" "stavo pensando, che quando uscirai di qui, potresti dimenticarti di me e io solo al pensiero ci sto male" lui si avvicinò a me e mi abbracciò. "hei, non potrei mai dimenticarmi di te" disse lui spostandomi un ciuffo di capelli dietro le orecchie, "non potrei mai dimenticarmi del tuo sorriso, delle tue battute o semplicemente della tua risata contagiosa... non lo pensare nemmeno" io sorrisi e lo strinsi forte a me.
"Ti voglio bene Edo" "anche io" ad un tratto, sentimmo fuori un tuono e io subito mi spaventai e di istinto mi lanciai fra le braccia di Edo e lui mi strinse a sé, si... avevo paura dei temporali e dei tuoni, so che è semplice rumore, ma io ho paura solo a sentirlo un tuono. "hai paura dei tuoni?" bhe non è normale che una ragazza di diciannove anni, abbia paura dei tuoni, non volevo sembrare una bambina agli occhi di Edoardo.
Abbassai la testa, e con un po' di vergogna annuii, lui mi alzò la testa e mi disse: "ei vedi che non ci sta nulla di male se hai paura di qualcosa" nel frattempo però fuori diluviava e io solo al pensiero che sarei dovuta rimanere da sola durante la notte, mi faceva ancora più paura. Non avrei mai chiesto però ad Edoardo di dormire con me, non volevo creare problemi con Carmela. "vuoi che rimango a dormire con te?" "edo, non voglio creare problemi con la tua ragazza, tranquillo adesso mi metto sonno le coperte e dormo" lui però mi sorrise e mi disse "tranquilla, non crei nessun problema tra me e Carmela, perché ci siamo lasciati, dopo quello che ti ha fatto, e non solo io e Carmela ma anche Ciro e Viola" non potevo crederci, lui aveva lasciato la sua ragazza per quello che aveva fatto a me?.
"Pccrè ti posso confidare una cosa? Solo che mi devi promettere che non mi guarderai per quello che non sono" "si Edo tranquillo non ti giudicherei mai" "Carmela aspetta un figlio, e il padre sono io, solo che tu mo penserai che l'ho lasciata per non prendermi la responsabilità di essere padre, sappi che non è così perché mio figlio non c'entra nulla e non voglio passare ai tuoi occhi per quello irresponsabile. Perché se deve nascere un amicizia fra noi non voglio incomprensioni" io rimasi scioccata alle sue parole, Edoardo stava per diventare papà?. " Edo, guarda che è una cosa bella diventare genitore, io sono ancora una ragazzina ma tu sei un uomo e non sei per niente irresponsabile, altrimenti non te ne saresti fregato nulla" lo abbracciai e lui mi ringraziò.
"comunque ti sta uno spettacolo la mia felpa" io diventai rossa e mi guardai addosso. "se vuoi te la posso ridare" lui mi guardò e disse di no. "no, te la regalo adesso è tua" io lo ringraziai e lo abbracciai. "edo" "dimmi" "puoi andare a chiudere la finestra?" lui in tutta risposta si mise a ridere. Che aveva da ridere bha... "si vado" senza smettere di ridere, si alzò ed andò a chiudere la finestra.
"ok, dai fatti più in là che mi metto anche io" "sei sicuro?, se entra qualcuno?" "tranquilla, sta Lino di guardia se ci sta qualcosa che non va, mi avvisa lui" io mi misi sotto le coperte e subito si mise lui. "Edo" avevo una curiosità in testa che volevo togliermi. "dimmi" "come mai sei chiuso qui?" ad un tratto notai che si irrigidì e ebbi paura che lo avessi fatto incazzare. "Edo scusa era solo una curiosità... se non ti va di dirmelo non fa nulla" lui mi guardò "se te lo dico, mi prometti che non mi giudichi?"
"edo, basta con questa storia, ho un migliore amico camorrista, so che lo è da quando avevo 12 anni, sono in prigione anche io, come potrei giudicare un'altra persona?" lui mi abbracciò e inizio a raccontare. "sono qui per spaccio, anche io sono un camorrista, con mio cugino una sera uscimmo e ci trovammo a spacciare a dei ragazzini, così fui beccato dalla polizia che mi portò qui, solo che appena ebbi un giorno di permesso, feci di nuovo la stessa cazzata, solo che oltre a spacciare feci una rissa e ci scappo un ferito grave, era un infame della famiglia e quindi lo uccisi". Io non sapevo che dire e dissi la prima cosa che mi venne in mente.
"Bhe pensa al lato positivo, qui hai incontrato degli amici e adesso anche a me" lui mi abbracciò di più contro al suo petto e mi diede un bacio in testa. "si hai ragione, ho incontrato degli amici e soprattutto te". Ci stavamo mangiando con gli occhi ed eravamo a due millimetri di distanza. Lo so era sbagliato, ma avevo una voglia assurda di baciarlo. Lui mi guardava e mi mise una mano sulla guancia mentre si avvicinava ancora di più. Eravamo veramente sul punto di baciarci, ma ad un tratto si aprì la porta facendoci staccare di corsa. Io in imbarazzo e con le guance rosse, mi girai verso la porta.

Sei solo mia- Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora