GRAZIA
Sono passati due giorni, esattamente quarantotto ore, io sono seduta su questa cazzo di sedia ad aspettare che il ragazzo che amo si sveglia.
Tutti hanno provato a convincermi di tornare a casa, ma come potevo lasciare Edoardo qui da solo? Dopo quello che era successo in passato? Non potevo per questo dovevo rimanere io con lui.
Mi rendevo conto che ero molto stanca, erano due giorni che non dormivo e che non mangiavo nulla, sto andando avanti a caffè e sigarette.
So che tutto questo fa male al bambino che porto in grembo ma non posso farci nulla, l'unica preoccupazione adesso era per Edoardo, non riuscivo a vederlo in quel letto in coma.
Cosa stava pensando? Sentiva la mia presenza.
<<Sono qui amore mio, ti aspetto svegliati presto>> gli sussurravo lasciandogli un bacio delicato sulle labbra.Nelle fiabe funzionava il bacio del vero amore per rompere l'incantesimo, ma in questo caso cosa serve per svegliarsi da un coma?.
Ormai si erano fatte le sette di sera e l'ora delle visite era terminato già da un po', tutti i dottori che passavano e mi vedevano qui mi dicevano di uscire, ma non ci riuscivo, non riuscivo a staccare la mia mano dalla sua.
Uscivo solo per andare alle macchinette per prendere la mia ennessima bottiglietta di acqua.
Nella sala d'attesa come me c'era Ciro che era preoccupato, in quel letto c'era il suo migliore amico, quindi lo capivo se preferiva rimanere in silenzio e non parlare con nessuno.
<<Aspetto ancora che apre gli occhi e mi chiama coglione>> mi disse Ciro, quando il pomeriggio entrò con me nella stanza.
Uscii dalla stanza e proprio nella sala d'attesa c'era Ciro che aveva la testa appoggiata al muro e gli occhi chiusi. Sapevo che non stesse dormendo, semplicemente pensava e sapevo anche che si stava facendo i sensi di colpa, anche se non era colpa sua.
<<Hei che pensi?>> Chiesi io, avvicinandomi a lui.
Lui aprì gli occhi e mi guardò.
<<Penso a quanto sono coglione...per colpa mia Edoardo rischia la vita>> disse lui.
<<Ciro non lo dire neanche per scherzo, ti ripeto che tutto questo non è colpa tua è solo colpa di quei bastardi>>CIRO
Grazia continuava a dire che non era colpa mia, ma come potevo fare a non farmi i sensi di colpa se è colpa mia?
Si è colpa mia, perché lui ha parato il proiettile che era destinato a me, io dovevo essere lì, lui doveva essere al mio posto, vicino alla sua ragazza e il bambino. Per colpa mia Grazia sta male, vedo che esce dalla stanza sua solo per andare alle macchinette, e vedo anche che quando ritorna da fuori puzza di fumo segno che va a fumare, rischiando anche la vita del bambino.
Ora era qui abbracciata a me, che sbadigliava qualche volta segno che era stanca, e si vedeva a kilometri di distanza la sua stanchezza.
Anche io ero stanco, ma come lei anche io non volevo lasciare solo il mio migliore amico.
So che anche se fa tanto il duro, lui in questo momento ha paura.<<Piccré, vai a riposare, il comandante sta arrivando a prenderti, rimango io con lui>> lei aprì gli occhi che nel frattempo aveva chiuso e negò con la testa.
<<Voglio essere qui quando lui di sveglia, voglio vedere i suoi occhi stupendi che mi guardano>> vidi che mentre pronunciava queste parole i suoi occhi si fecero lucidi.<<Che c'è?>> Chiesi io.
<<Ho paura Ciro>> disse lei stringendo la mia maglia fra le sue mani.
Lei in confronto a me era molto minutina, quindi vedendola stringersi a me in questo modo mi portava a galla i ricordi di quando era piccola.
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Sei solo mia- Edoardo Conte
Fanfiction"perché sei mia, non me ne frega un cazzo di nessuno, e se ci separano, sono capace a venirti a trovare in cima al mondo..." *linguaggio esplicito* *contiene parolacce* *Scene di violenza* 🔞🔥 Ci tengo a precisare che questa storia è interamente in...