Capitolo 21

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“Sei un coglione lo sai??” Fui svegliata da delle grida, ero sempre più convinta che qui dentro non ci si poteva svegliare spontaneamente, era inutile provarci tanto andava a finire che in un modo o nell’altro ti svegliavi sempre per colpa di altri. Quando mi alzai, notai Edoardo e Ciro discutere non sapevo di cosa stessero parlando, ma quello che sapevo era che adesso avrei stretto Ciro in un abbraccio fortissimo. Così feci, mi lanciai letteralmente in braccio a Ciro e lui mi sorresse dalle cosce per non farmi cadere. “mi sei mancato tantissimo” dissi io dandogli tanti baci sulla guancia. “anche tu, ma sono mancato solo due giorni” due giorni che per me sono stati un inferno, ma questo non gli e lo dissi.
“Perché stavate litigando?” chiesi io mentre mi rimisi sotto le coperte. Non sapevo perché ma avevo freddissimo anche se fuori si stava bene. “Bhe perché Edoardo è un coglione” mi rispose Ciro. Dopo ci mettemmo tutti e tre sul letto e parlammo di quello che aveva fatto Ciro in questi due giorni. Scoprii che si era visto anche con Annastasia. Mentre stavamo parlando però arrivò il comandante, evidentemente era per andare a pranzare. “uagliù muvitv” disse lui affacciandosi per tutte le celle e infatti Ciro si alzò e disse a me ed Edoardo che ci avrebbe aspettato già a mensa.
“Vado prima io in bagno” mi disse Edoardo balzando dal letto. Non aveva capito niente, io non avevo intenzione di aspettarlo tre ore perché avevo fame. “No conte non hai capito nulla, vado prima io tu stai troppo tempo” “Se Esposito tu non hai capito niente, io devo farmi la doccia e tu sprechi tutta l’acqua calda” Si chiuse nel bagno e io sbuffando mi diressi verso il mio armadietto per preparare le robe che avrei indossato. Ad un tratto lo sentii canticchiare, aveva una voce bellissima e poi quando cantava il Napoletano era una cosa incredibile ogni volta, ogni giorno che passava, capivo che mi stavo innamorando di lui.
Non mi resi conto che era uscito dal bagno fino a quando non lo vidi davanti a me schioccarmi le dita per farmi risvegliare. Mi accorsi che era coperto solo da un’asciugamano intorno alla vita, i capelli bagnati ed era tremendamente sexy. “Pccrè, so di essere bello, ma così mi sciupi” disse lui ridendo. Io diventai rossa e mi azai per andare al bagno. Dopo che mi lavai, mi resi conto che avevo dimenticato le robe sul letto e non potevo uscire in accappatoio. Sperai con tutta me stessa che ci fosse ancora Edoardo nella cella, ma la fortuna come sempre non fu dalla mia parte, così mi misi l’accappatoio e uscii dal bagno sperando non entrasse nessuno nella cella. Stavo prendendo le robe quando sentii dietro di me qualcuno schiarirsi la gola. “Grazia!” mi girai spaventata ma fortunatamente mi accorsi che era Ciro. “Cazzo Ciro che paura” “Ah io? Tu perché esci in queste condizioni dal bagno, poteva passare chiunque” “Mi sono dimenticata le robe sul letto, pensavo ci fosse ancora Edoardo, ma a quanto pare non è così e quindi in qualche modo dovevo uscire” “Va bene dai muoviti che ti aspetto e andiamo insieme” Mentre ero in bagno a vestirmi gli chiesi che cosa ci facesse di nuovo in cella e lui mi disse che si era dimenticato le sigarette. Mi vestii indossando un top bianco e un leggins nero, indossai le nike bianche e misi una giacchettina visto che avevo freddo.

 Mi vestii indossando un top bianco e un leggins nero, indossai le nike bianche e misi una giacchettina visto che avevo freddo

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I capelli gli legai in una coda alta e mi misi un po' di mascara per dare volume alle ciglia.
Appena arrivai in mensa, sentii dei fischi di ragazzi e io girandomi nella loro direzione gli feci il gestaccio. Odiavo i ragazzi così, noi ragazze non siamo nemmeno libere di mettere quello che vogliamo perché dobbiamo sempre subirci i commenti volgari da parte degli uomini. Io lasciai perdere e mi sedetti al tavolo con gli altri e dopo aver salutato tutti mi sedetti a mangiare.  Ad un tratto però venni accolta da una sensazione di vomito così mi alzai di corsa e corsi al bagno. Appena arrivai in bagno vomitai, ma non sapevo neanche io il perché. Mi sentii afferrare i capelli e notai che fosse Naditza. “Amò tutto bene? Ti ho visto uscire di corsa dalla mensa e mi sono preoccupata” “Tranquilla amò sto bene, è solo un po' di nausea” Lei mi guardò non convinta ma annuì aiutandomi ad alzarmi e tornammo dagli altri.
“Grazia cazzo stai bene? Ci hai fatto preoccupare” disse Ciro venendomi incontro. “Sto bene tranquillo, ho solo vomitato ma ora mi passa” almeno pensai che mi sarebbe passato ma non fù così, perché anche quando andai in cortile fui accolta dalla sensazione di nausea, fortunatamente però non vomitai. Ora ero con Naditza e Silvia e stavo nella loro cella che stavamo ridendo e scherzando. “Amò stasera dormi con noi visto che non stai bene” Mi chiese Silvia. Non era una cattiva idea. Stavo per rispondere, quando venni chiamata da Litz la sorvegliante. “Esposito, hai una chiamata, seguimi” chi era ora che rompeva?.
Seguii Litz e andammo nell’ufficio della direttrice che appena arrivai la vidi con la cornetta del telefono dell’ufficio in mano e mi sorrise. “Esposito, c’è una persona che vuole parlarti” Mi passò il telefono e io lo presi per rispondere. “Pronto?” Dall’altro capo del telefono sentii una voce lieve e sofferente “Grazia, sono io Alberto” Feci un salto di gioia, ero felice che finalmente si era svegliato. “Albertoo, come stai? Come ti senti? Stai bene?” Lui ridacchiò ed era bello risentirlo ridere. “Hei Grazia calma, si sto bene ma vorrei parlarti. Ho chiesto alla direttrice e mi ha detto che puoi avere un colloquio con me quindi appena posso vengo lì da te” Parlai un po’ con lui e poi dopo aver ringraziato la direttrice andai in cortile, dove trovai gli altri che stavamo giocando a calcio e invece le ragazze mi stavano aspettando.
“Hei allora chi era che ti cercava?” disse Naditza venendomi incontro io le dissi che si trattava di Alberto e dopo mi invitò a giocare a Pallavolo. Io accettai, ma non ci sapevo giocare. Ad un tratto però sentimmo litigare Edoardo e Carmela e tutti fummo attratti dalla situazione.
Pov Edoardo
Non volevo trarre conclusioni affrettato per la questione di Carmela, ma di certo avrei lasciato perdere. Stamattina quando era tornato Ciro abbiamo parlato e mi sono reso conto che Ciro non stava mentendo anche perché quando si trattava di un torto a Grazia, lui non mentiva mai. Francesco era un mio caro amico prima di entrare qui nell’Ipm, essendo mio cognato siamo sempre andati d’accordo, solo che poi quando entrai qui perdemmo i rapporti. Una cosa che mi è rimasta impressa però era, che anche se Francesco è un camorrista, non toccava nessuno senza che qualcuno gli e lo imponeva. Con questa cosa voglio dire che non ho mai creduto al fatto che Carmela non centrava nulla con questa situazione, so che quando è gelosa è capace di fare di tutto, ma questo non la giustifica.
Mi trovavo in cortile insieme a Ciro e gli altri, quando sentiamo parlare Viola e Carmela. Ciro mi fa segno che dovevo stare attento a quello che dicevano per poter capire se parlavano di quel fatto. Viola le fece una domanda che subito mi fece scattare sull’allerta e con me anche Ciro. Presi Carmela e la portai dietro al muretto che stava dietro al cortile. “Carmè, allora che mi dici?” Lei mi guardò stranita ma avevo deciso che non sarei andato diretto e che avrei fatto parlare lei. “Eh nulla Amò, oggi è stata una giornata pesante, tuo figlio scalcia troppo” Io di istinto misi la mano sulla sua pancia e l’accarezzai alla fine il bambino non c'entra nulla con la situazione mia e della madre e qualsiasi cosa succeda, io mi prenderò sempre cura di mio figlio. Levai la mano dalla pancia di Carmela e le dissi che avrei voluto parlarle seriamente. "Dimmi" "Arriviamo al punto Carmè, sij stat tu a mannà Francesco dal fidanzato di Grazia?" lei mi guardò e iniziò a toccarsi i capelli e spostare lo sguardo da una parte all'altra, segno che fosse nervosa.
"Amò per favore fammi spiegare" gia mi stavo arrabbiando, quando diceva così, perchè era in difetto. Mi allontanai da lei e misi le mani nei capelli frustrato. "Carmè, c sfaccim a fatt, taggia ditt, Ca' a Grazia nun l'aviv tuccà" sapevo che stavo gridando e che molto probabilmente stavano ascoltando tutto gli altri, ma non mi interessò nulla, al momento volevo risolvere questa questione una volta per tutte. "Non gridare" "NON GRIDARE UN CAZZO, TI AVEVO AVVISATA, TI AVEVO DATO L'ULTIMA POSSIBILITA" "dai amò scusa, non sapevo che Francesco avrebbe esagerato" "Carmè ma che cazzo dici, ma ti rendi conto che stai cercando di giustificarti? hai sbagliato e adesso basta è frnut e sta vot p semp" "Cazzo Edoà ma ti rendi conto che è una cazzo di RAGAZZINA DI DICIANNOVE ANNI? CHE INTENZIONI HAI VUOI FARTI SPEDIRE A POGGIOREALE? VUOI CHE NOSTRO FIGLIO CRESCA SENZA UN PADRE PRESENTE. EDO TI PIACE? TI SEI INNAMORATO?" che cazzo dovevo risponderle? non lo sapevo neanche io se mi piaceva o se fossi innamorato, ma quello che sapevo, era che ogni volta che la vedevo, avevo voglia di saltarle addosso, ogni volta che la vedevo con qualcuno che non fossi io mi ingelosivo... quindi sì, mi piaceva e tanto, ma non potevo dire di essere innamorato, in fin dei conti non sono mai stato innamorato seriamente. "EDOARDO MI RISPONDI? TI PIACE LA RAGAZZINA DEL CAZZO VERO?" "Sì CAZZO Sì, MI PIACE, MI PIACE QUELLA RAGAZZINA DEL CAZZO E TU NON TI DEVI AVVICINARE A LEI" Lei mi guardò basita e guardò alle mie spalle. Mi girai e la notai, era rimasta anche lei sbalordita e tutti gli altri la stessa cosa.
Pov Grazia
Appena sentii quello che disse Edoardo, io rimasi sbalordita e decisi di andarmene in cella. "Grazia aspetta" mi sentii chiamare e sapevo benissimo di chi si trattasse, ma se da una parte ero felice per quello che aveva detto, dall'altra ero tremendamente incazzata con lui, solo che non ne sapevo il motivo del perchè fossi incazzata. "Grazia cazzo fermati" "Cosa vuoi?" "guarda che quello che ho detto è vero, mi piaci cazzo e tanto" da una parte avevo voglia di baciarlo, ma dall'alltra avevo voglia di tirargli uno schiaffo. La mia paura ora era che siccome Carmela sapeva che io ed Edoardo ci piacciamo sarebbe stata capace di farlo sapere alla direttrice e o io o Edoardo, saremo potuti finire a poggio reale e io non volevo separarmi da lui.
"Cazzo sei un cretino, sei un cazzo di cretino, lei adesso si potrà vendicare, potrà andare a dirlo alla direttrice e tu potrai finire a poggioreale o io e cazzo no non voglio" scoppiai a piangere e nel mentre lo colpii al petto. "pccrè" "no pccrè un cazzo, non voglio che ti separano da me capisci? lo capisci cazzo che anche tu mi piaci? lo capisci che-" non mi fece finire di parlare che lui mi tirò forte a se e mi baciò, non era un bacio dato giusto per dare, ma era un bacio pieno di passione. Mi sollevò da terra e io mi aggrappai al suo collo, mi appoggiò al muro e continuò a baciarmi scendendo sul collo e risalendo sulle labbra. "Pccrè, permettimi di dirti una cosa, tu sei mia e io non permetterò a nessuno di separarmi da te" io non risposi, ma mi rifiondai sulle sue labbra. La paura che qualcuno ci avrebbe potuto vedere, riscaldava ancora di più l'atmosfera, mi faceva eccitare ancora di più. Non mi resi conto che Edoardo si fosse staccato da me e che adesso mi stava trascinando per mano verso il corridoio per tornare nella nostra cella. Appena entrammo nella cella, lui chiuse sia le sbarre che la porta di ferro e si rifiondò sulle mie labbra e sul mio collo. "Pccrè, ora non ti lascio più e vaffanculo le consequenze, non mi interessa se dovrò aspettare altri fottuti sei mesi per poter stare con te, non mi interessa se aspetto un bambino, quello che mi interessa sei tu, sei tu che mi fai stare bene, sei tu che già dalla prima volta che hai messo piede qui mi hai fatto ritornare a vivere. Grazia, io non so cosa provo perchè non mi sono mai innamorato veramente, non so se quello che provo per te sia amore o semplice attrazione, non so e non capisco nulla, ma qualunque cosa sia, io non voglio smettere di provare tutto quello che provo quando sto con te. Quindi ti va di provarci?" Io non sapevo che dire, ero confusa ma mi lasciai andare e per una volta non pensai alle consequenze. Mi spinse sul letto e si mise tra le mie gambe, continuando a baciarmi, nel mentre mi accarezzava le gambe e continuò a baciarmi lasciando una scia di baci delicati dal collo fino ad arrivare al seno. Mi tolse la maglia e io lo lasciai fare togliendogliela anche a lui. Lui mi guardò e annuii facendogli capire che non doveva fermarsi, mi tolse i leggins facendomi rimanere in intimo. Stessa cosa fece lui e poi si girò verso il comodino per prendere il preservativo. "sei sicura?" "Edo ti ricordo che lo abbiamo gia fatto, quindi si continua ti prego" dissi io e lo tirai a me baciandolo. Lui molto dolcemento entrò in me e proprio come la prima volta, fu bellissimo. "Pccrè di che sei mia" disse lui ansimando. "S-s-sono t-tua". Venni insieme a lui entrambi urlando il nome dell'altro. Dopo si accasciò di fianco a me, tutto sudato ma sorridendo e stessa cosa io.
Mi accoccolai a lui stringendomi sul suo petto e lui mi baciò. Non sapevo cosa sarebbe successo ora, se sarebbe cambiato qualcosa, e non potevo negare che avevo paura e ansia. "a che pensi?" mi chiese lui dandomi un bacio sulla testa. "A noi, cosa succederà ora?" Lui mi guardò e mi sorrise poi si avvicinò alle mie labbra e mi baciò. "Non lo so, ma non mi interessa. Però so che non riesco più a separarmi da te. Io adesso sono single, tu invece no quindi appena parlerai con Alberto, io potrò chiederti ufficialmente di essere la mia ragazza, perchè si, vorrei che tu diventassi a pccrell mij" "Appena andrò a trovare Alberto gli parlerò promesso" gli risposi io dandogli un bacio.  "Va bene, ora riposiamoci che sono stanco" "eh ci credo" dissi io ridendo e insieme scoppiammo in una fragorosa risata. Poi indossai le mutande e una sua maglia e mi abbracciai a lui, addormentandoci subito dopo.

Sei solo mia- Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora