Capitolo 32

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POV EDOARDO

Era inutile dire che non pensassi a Grazia in questi giorni e sarebbe  anche meschino dire che non ci penso a quello che è successo tra noi sul terrazzo, ci penso, appena sono tornato in cella non sono riuscito a chiudere occhio, continuavo a rigirarmi nel letto senza addormentarmi. Pino mi ha detto stamattina che gli ho dato fastidio tutta la notte. Non ho detto a nessuno quello che avevo fatto, loro erano convinti che avessi scopato con qualcuna, ma non hanno capito che parlassi di Grazia ed è meglio così. 

Chissà cosa starà facendo ora, non penso si sia pentita di quello che abbiamo fatto, spero tanto che non sia così. Totò mi ha detto che sta male per colpa del mio comportamento e questa cosa era meglio se non la scoprissi. 

Ora sono nell'ufficio della direttrice perché mi hanno mandato a chiamare, l'ultima volta che ho visto la direttrice era stato quando mi ha accompagnato da quella stronza di Carmela. Non avevo intenzione di continuare ad avere una relazione con lei, ma sapere che il bambino che aspetta non è mio e che me lo abbia nascosto per tutto questo tempo, mi ha fatto incazzare e non poco, ho esagerato a spaventarla e ne sono consapevole, ma in quel momento ho agito senza pensarci. Ho scoperto stamattina che ad aiutarla è stata Grazia insieme al nuovo arrivato che tra l'altro io conosco molto bene, peccato che non abbia avuto l'occasione di incontrarlo ancora, non è mai stato un bravo ragazzo e la cosa che mi fa girare di più le palle è che fa la doppia faccia sembrando agli occhi degli altri sempre innocente, fin da quando eravamo ragazzini.

flashback di Edoardo e Marco

<< Edo, sei pronto? passo da te fra dieci minuti, non possiamo fare tardi altrimenti i tavoli vengono occupati e di rimanere in piedi non ho voglia>>
<<Si Marco tranquillo il tempo di mettermi le scarpe e la giacca e sono già giù, chiama Ciro>> 

Io, Marco e Ciro ci eravamo organizzati per andare in discoteca, li ci sarebbero state delle ragazze che avevamo conosciuto il giorno prima, eravamo migliori amici e quindi non c'erano segreti fra noi, qualsiasi cosa faceva uno di noi tutti gli altri lo sapevano, non ci giudicavamo e niente, l'unica cosa che non facevamo era condividere la ragazza ognuno si sceglieva la propria preda della serata e se uno decideva di proseguire la conoscenza gli altri lo appoggiavano sempre. Queste erano le uniche regole che avevamo fra noi, ci volevamo bene e ci siamo coperti sempre le spalle, nessuno infamava nessuno... Almeno fino a quella sera.

Arrivammo in discoteca e fortunatamente, riuscimmo a trovare un tavolo libero, Ciro era andato ad ordinare per tutti e tre e Io e Marco ci eravamo seduti al tavolo, ad un certo punto, vedemmo da lontano le tre ragazze che avevamo conosciuto, ci stavano guardando quindi Marco ebbe la fantastica idea di farle avvicinare a noi. A me e Ciro non dispiaceva come cosa, ma sapevamo che una ragazza del gruppo era figlia di uno sbirro, questa cosa a me e Ciro spaventava molto, ma all'epoca non pensavamo che cosa sarebbe successo quella sera e chi persona avessimo a fianco.

Dopo che le ragazze si avvicinarono a noi, ci dividemmo a coppie, io avevo conosciuto Alice, Ciro Laura e poi c'era la figlia dello sbirro che aveva adocchiato Marco. Quella sera eravamo venuti con la macchina di Marco, quindi automaticamente per il ritorno saremmo dovuti ritornare con lui, ma già a metà serata era già ubriaco. 

Sparì dalla sala e insieme a lui anche la ragazza, io e Ciro ci allarmammo subito perché sapevamo quello che era solito fare il nostro amico, ci alzammo e scusandoci con le ragazze lo andammo a cercare, salimmo al piano di sopra dove c'erano le camere, perché al cento per cento era andato lì, almeno così pensavamo, peccato che non fu così, fu peggio perché lo trovammo nella parte dietro del locale che spacciava cocaina a dei ragazzini, la ragazza non c'era, ma la cosa che faceva strano a me e a Ciro che quei ragazzini conoscessero già Marco. 

Sei solo mia- Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora