E passando da quella cella che ho sentito quello che forse non avrei dovuto sentire. Me ne stavo andando, quando non mi rendo conto che muovo la porta della cella facendo rumore. “Ragazzina, vieni entra che fai lì sulla porta” disse Viola tirandomi per un braccio. “lasciami stare Viola” “ma come stavi li, a origliare la nostra conversazione e ora devo lasciarti stare?” nel mentre mi stava stringendo il braccio facendomi male. “mi fai male, mollami” “lasciala Viola” a prendere parola fu Carmela.
“Allora Grazia siediti, dimmi un po’ che cosa ci facevi da queste parti?” lei si sedette di fronte a me e mi metteva timore, per come guardava e per come mi parlava. “stavo venendo dalle altre” dissi io sfidandola con lo sguardo. Una cosa che avevo imparato dalla vita è che quando qualcuno ti sfida, mai abbassare lo sguardo e rimanere sempre a testa alta. “e ti hanno insegnato che è maleducazione origliare le conversazioni degli altri?” potevo uscirne dicendo che era colpa loro del fatto che avevano lasciato la cella aperta, ma negai di aver origliato, non volevo avere casini ne avevo avuto già abbastanza.
“Non stavo origliando” lei si alzò e mi girò in torno, credendo di intimorirmi. “so che hai sentito tutto, ma ti conviene dimenticarti di ciò che hai sentito perché non vorrei mai che ti succedesse qualcosa di brutto non credi?” mi stava minacciando? Io non so questa come farà a diventare mamma se minaccia una ragazzina di diciannove anni. “non ho bisogno che mi minacci Carmela, a me non frega un cazzo di quello che fai tu. Ma fatti dire una cosa, questo bambino in futuro verrà a sapere che Edoardo non è suo padre…” non finii nemmeno di parlare, che sentii la mia guancia bruciare, mi aveva tirato uno schiaffo. Mi alzai dalla sedia e la fronteggiai, ma chi cazzo si crede di essere per alzare le mani a me. “ma come cazzo ti permetti?” lei in tutta risposta, mi afferrò dal braccio stringendolo. “devi farti i cazzi tuoi e non ti azzardare a parlarne con qualcuno o soprattutto con Edoardo, altrimenti io farò di tutto per allontanarti da lui una volta per sempre” “fai schifo, e non sei degna di essere madre” dissi io prima di uscire dalla cella.
Incontrai Naditza con le altre, molto probabilmente stavano andando in cortile. “Amò ma che ci fai qui?” “nulla ero venuta da voi, ma a quanto pare stavate già uscendo” dissi e le seguii in cortile. Ancora non potevo crederci a quello che avevo scoperto, Edoardo non è il papà del bambino, avevo una voglia matta di dirglielo e correre fra le sue braccia, ma la paura che lei potesse allontanarmi davvero da lui, non me lo permetteva, spero però che Edoardo se ne accorgerà prima o poi di chi ha intorno.
Arrivammo in cortile e mi sentii chiamare. Mi girai e notai Carmine che era appoggiato alla rete della sua parte di campo. “Ehi Grazia” “Ciao Carmine” “volevo scusarmi con te, per tutto quello che è successo con mio fratello, sappi che io non c’entro con quella merda” sapevo che Carmine non c’entrava nulla e che non doveva scusarsi di nulla. “ehi Ca, lo so che tu non c’entri nulla con tuo fratello, non devi scusarti di nulla” lui tirò un sospiro di sollievo. “Quindi siamo ancora amici?” io gli sorrisi e gli risposi “ovvio di Salvo, non ti libererai facilmente di me” rimanemmo a parlare, mi raccontò di Nina e che mancava poco al parto. “Grazia posso farti una domanda?” disse lui ad un tratto. “si certo” lui iniziò a torturarsi le mani, segno di agitazione. “bhe sappi che non sei obbligata ma solo se ti fa piacere… bhe volevo dirti che qui sei l’unica amica dopo filippo a cui voglio bene e per questo, volevo chiederti ehm… se… bhe se ti andava di fare la madrina di battesimo a Futura, mia figlia” io rimasi scioccata, non me lo sarei mai aspettata . Uscii dal mio campo e mi recai nella parte dei ragazzi e abbracciai Carmine felice. “siii, cazzo è una notizia bellissima, certo che farò la madrina della bambina” lui ricambiò il mio abbraccio e mi diede un bacio sulla guancia. “ca, solo che Nina è d’accordo? Sai non la conosco” lui sorrise e annuì. “ho parlato di te a Nina e lei è d’accordo infatti vuole conoscerti” anche io vorrei tanto conoscerla. “al prossimo colloquio vieni con me così la conoscerai” “si che bello”
“Grazia, ma che ci fai dai ragazzi?” uffa Beppe quando voleva era proprio un rompi coglioni. “e dai Beppe, stava con me era brutto parlare tramite una rete” lui sbuffò “vabbuò jà, però mo muvitv” ma che voleva ora?
“Dobbiamo andare tutti nella sala ricreativa, oggi inizia il corso di canto e recitazione o vi sit scurdat” madò con tutto quello che era successo, mi ero dimenticata del corso. “Beppe io non ho voglia” lui mi guardò “pur tu, ma c avit oggi?” perché chi altro non aveva voglia? “vabbuò per oggi sei giustificata, vai in cella però” a quest’uomo dovevano farlo santo.
Mentre gli altri andarono con Beppe io me ne tornai in cella. Appena arrivai in cella, sentii parlare Edoardo con Ciro. E voi direte va bene ma fatti i fatti tuoi. No! Ma vi pare? Presa dalla curiosità mi fermai senza farmi vedere vicino al muro. “Cirù, non ce la faccio più, sto troppo male e penso che me ne sono innamorato” ma di chi parlava di Carmela? Spero con tutto il cuore non sia così. “Edoà tu si fess, i t laggia ditt che te ne saresti accorto troppo tardi” no a quanto pare non parlava di Carmela. “lo so Cirù e mi fa incazzare tutto questo, perché adesso lei è tornata di nuovo con quel coglione di Alberto” cazzo, stava parlando di me, Edoardo è innamorato di me? Dovevo smetterla di origliare alle persone, mi mettevo altri pensieri in testa che avrei preferito non avere. Feci finta di nulla ed entrai nella cella felice di dare la notizia a Ciro, anche se sapevo che Carmine non gli andava a genio per il fatto di Nazario il suo amico.
“Salvee” dissi io correndo a dare un bacio sulla guancia a Ciro e lanciarmi sul letto” “tu lo romperai prima o poi questo letto” disse Ciro a mo di rimprovero. “che esagerato dai” “ti vedo felice che è successo?” io feci uno dei miei sorrisi a trentadue denti e mi sedetti a gambe incrociate sul letto. “Cirù, diventerò la madrina di battesimo della figlia di Carmine e Nina” lui lanciò uno sguardo a Edoardo e poi tornò a guardare a me.
“La sai come la penso su di lui, ma se tu sei felice va bene così” io lo ringraziai e lo abbracciai. Notai che Edoardo se ne andò senza nemmeno dire niente. “ma che ha? Ma è ciclato ultimamente?” chiese Ciro guardandomi. “non lo so, è amico tuo”. Io ancora avevo il costante pensiero sul figlio di Edoardo e avevo una voglia matta di dirlo a qualcuno ma avevo paura. Mi stesi sul letto e fissai il soffitto. Povero bambino che mamma che avrà, non vorrei mai essere al suo posto.
“Ehi che hai?” mi girai verso Ciro e lo guardai “nulla, perché?” lui si stese vicino a me e si mise nella mia stessa posizione, steso con le mani dietro al collo e guardò pure lui il soffitto. “ti vedo pensierosa” e sapessi Cirú. “no nulla veramente” lui girò la testa guardandomi e annuendo, per poi riguardare il soffitto. “se succede qualcosa me lo dici vero?” vorrei tanto ma non posso.
“Sì certo, lo sai che ti ho sempre detto tutto” “bhe ora che ci sta il piecoro nella tua vita avrei dei dubbi” no aspettate, era geloso di Carmine? Non ci potevo credere, eppure doveva sapere che per me lui sarà sempre prima di tutti. “non chiamarlo così dai” lui ritornò a guardarmi. “lo difendi sempre, e stai sempre con lui” “Cirù sei geloso di Carmine?” lui aggrottò la fronte. “ma che io? Ma ti pare che potrei essere geloso di quello lì e poi perché dovrei essere geloso?” “ah bho dimmelo tu, per quello che hai detto poco fa sembravi geloso. Amò io potrò avere anche settecento amici o migliori amici, ma sappi che per me tu vieni prima di tutti ricordalo” lui mi sorrise e mi prese le mani guardandomi. “over dici?” Ma perché dopo sette anni ancora aveva dubbi? “Sì, per me già da quando eravamo bambini sei stato importante” lui mi abbracciò e io feci finta di fare la fredda non ricambiando.
“hei che hai, perché non mi abbracci?” io risi “mamma mia ragazzi un Ricci sdolcinato che vuole essere abbracciato” lui si mise a cavalcioni su di me “ora ti faccio vedere io disgraziata” e iniziò a farmi il solletico. Il solletico è un mio grandissimo punto debole. “dai Cirú basta” dissi io continuando a ridere “tu mi abbracci” io annuii, ormai senza fiato. Lui si staccò e io lo abbracciai era importante per me e di questo non doveva mai dubitarne.
Ad un tratto notai due collanine al collo, di solito usava solo il rosario d’oro ma ne aveva un'altra. Lui se ne accorse che gli stavo guardando il collo, così mise la mano nella maglia ed estrasse la collanina che avevo notato. Appena la vidi rimasi sbalordita, era la collana che ci regalammo a vicenda quando facemmo un anno di amicizia. “ce l’hai ancora?” dissi io e lui sorridendo rispose “l’ho sempre avuta, da quel giorno non l’ho mai tolta” io allora anche misi la mano nella maglietta e cacciai anche la mia. Lui sorrise e fece unire le due collane. Erano un lucchetto e una chiave e non l’avevo mai tolta.
Flashback (un anno di amicizia…)
“Ciro usciamo?” ero andata a casa dei Ricci perché a casa mia buttava una brutta aria. Erano arrivati i miei genitori con i miei fratelli e avevamo scoperto che ero amica di un camorrista. Mio padre non era d’accordo e mi vietò di vederlo, cosa che io non feci. Uscii da quella casa, ormai troppo stretta per me e me ne andai a casa dei Ricci. Appena arrivai venni accolta da un odore di cioccolata. Come se fossi una di famiglia mi recai in cucina e vidi la mamma di Ciro che stava facendo una torta. “ciaoo” dissi io salutandola con un bacio sulla guancia. “ciao pccrè che ci fai qui? Non dovresti essere a casa a cenare?” “no, sono tornati i miei genitori e non voglio stare con loro” “che è successo, vieni siediti”
“mio padre ha scoperto che sono amica di Ciro e non vuole che lo frequenti” sentimmo dietro di noi “bhe allora che ci fai qui vattene” mi girai e vidi Ciro andarsene sbattendo la porta di camera sua. Guardai la mamma per chiederle il permesso e lei annuì. Di corsa salii sopra e bussai alla porta. “Ciro aprì per favore fammi parlare” “non hai nulla da spiegare” “dai Ciro apri ti prego” “ok io non me ne vado fin quando non aprì sta cazzo di porta” e mi sedetti a terra con la schiena appoggiata al muro. Dopo un po’ sentii la serratura scattare, segno che Ciro avesse aperto la porta.
“tras” disse lui senza guardarmi. “Ciro guardami” sapevo che era rimasto male per quello che aveva sentito, ma non mi ha nemmeno fatto finire di parlare che subito ha reagito male. Lo sa che non mi allontanerò mai da lui, è diventato fondamentale per me e tra l’altro oggi facciamo un anno di amicizia. “Grazia i tuoi hanno ragione” disse lui rompendo il silenzio che si era creato tra di noi. “ma che dici Ciro? Non hanno ragione loro non sanno un cazzo, sono arrivati da poco a Napoli e non hanno il diritto di intromettersi” i miei genitori erano sempre in viaggio per lavoro e io rimanevo sempre da sola nonostante avessi tredici anni.
“Sono un camorrista, da un momento all’altro potrei finire in galera, potresti essere in pericolo. Quindi pccrè ha ragione tuo padre, dovresti stare lontana dalla mia vita” mi resi conto che gli scese una lacrima sul viso. Io mi avvicinai a lui e mi lanciai fra le sue braccia. Lui preso alla sprovvista all’inizio non ricambiò ma poi mi strinse forte a se. “Ciro non dirla mai più una cosa del genere. Fin dall’inizio sapevo chi sei e cosa fai, ma nonostante tutto, ho continuato e continuerò ad esserti amica se tu lo vorrai. Devi sapere che non me ne frega un cazzo di quello che pensa la mia famiglia sulla tua perché siete stati più voi la mia famiglia in un anno, che loro in una vita intera. Oggi facciamo un anno di amicizia, un anno che sono felice di averti conosciuto quel giorno, un anno che ti reputo il mio fratellone più grande.” “pccrè ti voglio bene, io già a teng na sor, ma tu sei allo stesso livello anzi forse di più, sei la mia migliore amica, mia sorella, la mia donna. Sappi che non so se adesso passerò da egoista, ma sinceramente non me ne frega di quello che ha detto tuo padre. Grazia Esposito e Ciro Ricci saranno fratelli per sempre”
“comunque amore mio ho un regalo per te” andò verso il comodino e dal cassetto estrasse un cofanetto rosso. Lo aprii e rimasi stupita. “Ciro è stupenda” “Girala” feci come mi disse. Mi aveva regalato una collanina con una chiave e una medaglietta dove c’erano le sue iniziali. “cosi mi avrai sempre con te e il tuo futuro ragazzo saprà che dovrà stare attento” io lo abbracciai e decisi di dargli anche io il regalo.
La cosa bella era che io anche gli avevo regalato una collanina, solo che era un lucchetto con una medaglietta e anche io avevo avuto la stessa idea di scrivere le mie iniziali. “pccrè è stupenda questa cosa, abbiamo pensato la stessa cosa” ci abbracciammo e da quel giorno ci siamo promessi che qualunque cosa sia successa, io e lui ci saremmo sempre stati l’una per l’altro.
Fine flashback
Dopo che mi venne in mente questo ricordo, decisi che era giusto che sappia la verità su quello che avevo scoperto da Carmela. Non pensai minimamente alla sua minaccia, perché sapevo che al fianco di Ciro non mi sarebbe successo nulla. “Ciro” lo chiamai. “dimmi” mi disse lui girandosi nella mia direzione. “devo dirti una cosa, ma ti prego promettimi che non reagirai male” “dipende ma vai jà parl” gli raccontai tutto. “Cazzo! Due cose ho da dire, una che immaginavo che non fosse suo figlio” lo sospettava già? E da cosa? “la seconda?” dissi io. “la seconda è che appena prendo chella zucculed dint l man mij l’accir. Non si doveva permettere di minacciarti” lo sapevo che avrebbe reagito così, ma non poteva fare nulla, non doveva dire nulla a nessuno altrimenti lei lo avrebbe scoperto che gli e l’ho detto. “no cirú, non fare nulla altrimenti…” non riuscii a finire la frase, non riuscivo a immaginare di perdere Edoardo, ormai faceva parte della mia vita e la mia vita senza di lui, non conterebbe nulla. “pccrè, non permetterò mai a nessuno di far allontanare Edoardo da noi, quella vipera dovrà passare sul mio cadavere” “ti voglio bene” “anche io, tanto” rispose lui dandomi un bacio in testa.
Dopo un po’ si alzò dicendomi che sarebbe andato da pirucchio a parlare. Io rimasi da sola, fino a quando non decisi di uscire fuori a fumarmi una sigaretta, ma siccome mentre camminavo non stavo guardando avanti, mi andai a scontrare con qualcuno. Credevo di cadere, ma delle braccia mi sorressero dai fianchi e quando alzai la testa vidi Edoardo. Lui senza dire nulla mi sorpasso e se ne andò per la sua strada.
Voglio l’Edoardo di cui mi sono invaghita, dolce , premuroso con me e no questo Edoardo freddo e menefreghista nei miei confronti. Guardai ancora nella direzione dove se ne era andato e sussurrai a bassa voce… mi manchi Edo. Poi me ne andai fuori a fumarmi la sigaretta mentre pensavo a come sarebbe stata la mia vita se non fossi entrata qui. Non lo avrei mai conosciuto e secondo me la mia vita sarebbe stata più semplice. Ma ormai la mia vita è lui e sono felice così
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Sei solo mia- Edoardo Conte
Fanfic"perché sei mia, non me ne frega un cazzo di nessuno, e se ci separano, sono capace a venirti a trovare in cima al mondo..." *linguaggio esplicito* *contiene parolacce* *Scene di violenza* 🔞🔥 Ci tengo a precisare che questa storia è interamente in...