capitolo 39

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GRAZIA

Ormai sono passate due settimane da quando ho scoperto di essere incinta, non sto bene, non posso dire il contrario e la cosa che mi fa stare male non è il bambino che cresce in me anche perché ormai ho capito che non posso farci nulla.

La cosa che mi fa stare male è il rapporto freddo che si è creato con Edoardo.

Da quel giorno sembra che non voglia stare con me, non da solo almeno, perché quando siamo in gruppo lui ci sta volentieri e sembra che vada tutto bene fra noi, la cosa cambia quando siamo da soli.

Lui diventa freddo e se ne va subito...
Cosa ho fatto di male? Perché deve andare male fra noi?

«Graziaa sono due ore che stai sul letto, alzati che oggi ci sono le lezioni e abbiamo anche laboratorio» Ciro entrò nella cella che era già bello pronto e vestito.
Sapevo che avrei dovuto alzarmi, ma ora come ora non mi andava nemmeno di vivere.
Mugugnai un verso incomprensibile e mi coprii la faccia con il cuscino.

«dai Grazia, per favore non fare così» disse Ciro strappandomi il cuscino dal viso.
«Ciro non voglio venire» non volevo andare per due motivi: uno, perché pensavo gli altri avrebbero avuto da ridire qualcosa sulla gravidanza e due, perché non mi andava di vedere Edoardo comportarsi in modo freddo nei miei confronti.
«Grazia, sai benissimo che non me ne vado se non ti alzi, so benissimo che cosa stai pensando, ma sappi che ti sbagli» mi alzai a sedere e lo ascoltai.

«no, non lo sai, nessuno può sapere quello che sto pensando o passando. Ho un figlio che cresce dentro di me, non è figlio di Edoardo e questa cosa fa più male, è figlio di un mostro, non lo volevo ma ormai non posso farci nulla...Poi c'è Edoardo che per come si comporta sembra che non voglia più stare con me...quindi Ciro, non sai quello che penso» dissi io abbassando lo sguardo.
«Ammor mij, sei la mia migliore amica, mia sorella, come puoi dire che non so quello che pensi o che stai passando, lo so benissimo e ripeto ti sbagli. Conosco Edoardo da molto prima di te e ti posso assicurare che ti vuole ancora come il primo giorno, non puoi biasimarlo, non è colpa sua e ne tua se dentro al grembo della sua ragazza, cresce il figlio di una violenza. Sai che nervoso prova Edoardo in questo momento? Peggio di quello che sto provando io.
Ora però ti alzi, ti vesti e vieni a lezione io ti aspetto in aula.»
Disse Ciro.
Io lo abbracciai forte e mi alzai.

Aveva ragione, non potevo permettermi di piangermi addosso, avevo vent'anni e per quanto qui dentro mi sia limitato dovevo godermi la vita. Avrei dovuto parlare con Edoardo, ma stavolta non sarò io ad andare da lui, sarà lui a venire da me quando vorrà.

Decisi di indossare una felpa larga e un leggings non avevo una grande voglia di vestirmi, era già tanto che mi fossi alzata dal letto.
Uscii dalla cella e mi recai verso la cella di Naditza, lei dopo Annastasia era diventata importante e le volevo un sacco di bene.

《Buongiorno principessa fantasma, ormai non ti fai vedere quasi mai》disse lei vedendomi ad abbracciare.
《Non è vero, poi sai benissimo che non mi va nemmeno di vivere in questo momento》risposi io ricambiando il suo abbraccio.
《Abbiamo saputo...mi dispiace, ma allo stesso tempo sono felice per te, diventerò zia》si stava riferendo al bambino che cresceva dentro di me.
《Si...ma adesso Edoardo non mi parla più e non ho capito neanche il perché in realtà》dissi io avviandomi verso l'aula.

《È lui il cretino della situazione, perché sa benissimo che non è colpa tua》in fin dei conti aveva ragione e io ne ero al corrente che non fosse colpa mia, ma in un certo senso essendo che Edoardo non mi voleva vedere mi faceva sentire in colpa.
《Lo so, ma mi fa sentire comunque in colpa, mi manca un sacco Nad》 dissi io entrando in aula.

Vidi tutti quanti fissarmi, lui era con la testa china sul foglio che continuava a scrivere senza nemmeno alzare lo sguardo.
Alzò lo sguardo solamente quando Milos mi salutò.
《Buongiorno Grazia, che fine avevi fatto?》sorrisi e lo salutai.
《Buongiorno a te Milos, nel letto, come stai?》 Decisi di aprire una conversazione.
《Bene dai, anche se con Silvia le cose non vanno tanto bene》 disse lui abbassando lo sguardo.
《Non mi ha detto nulla, che è successo?》dissi io mettendogli una mano sulla spalla per confortarlo.
《Solite scene di gelosia, non ha ancora capito che sono innamorato di lei》 stavo per rispondere quando mi trovai lui davanti.

《Possiamo parlare?》disse lui.
《Dopo, ora inizia la lezione,poi come puoi ben vedere sono impegnata a parlare già con Milos》 dissi io.
《Vai tranquilla, possiamo parlare dopo》disse Milos.
Sbuffando decisi di alzarmi e uscire dall'aula seguita da Edoardo.

Una volta usciti fuori si accese la sigaretta.
《Me ne passi una anche a me?》 Chiesi io, Lui alzò lo sguardo e mi guardò.
《Non puoi, sei incinta e fa male alla creatura》 disse lui.
《Pensavo non te ne importasse nulla》
Dissi io sedendomi sul muretto.
《Non ho mai detto questo》 disse lui.
Abbassai lo sguardo e dondolai le gambe.

《Piccola, non devi pensare nemmeno per un minuto che non me ne importa nulla.》 Disse lui avvicinandosi a me.
《Mi hai lasciato da sola, non mi parli da una giornata intera e sei sparito, è normale che io pensi che non te ne importi nulla》. Dissi io alzando la voce.

《Calmati》 disse lui accarezzandomi la guancia.
Io mi scansai e girai il viso dall'altra parte.
《Grazia, ti prego mettiti nei miei panni》
《Tu mettiti nei miei panni, non è colpa mia se aspetto un bambino, non era il frutto di una violenza che volevo dentro di me, mettiti tu nei miei panni quando ho visto che te ne sei uscito senza parlarmi》
《Mi dispiace, non voglio che mi allontani dalla tua vita, sono innamorato di te e anche se ho reagito così, accetto il bambino》
Senza darmi il tempo di rispondere mi abbracciò.

In un primo secondo non lo ricambiai, ma subito dopo lo strinsi forte a me scoppiando a piangere.
《Ho paura Edo, ho paura di non farcela da sola》
《Pccre non sei sola, ci sono io e non ti lascerò sola》
Mi fiondai sulle sue labbra iniziando un bacio dolce.
《Mi sei mancata》 mi sussurrò lui all'orecchio.
《Anche tu, non lasciarmi più sola Edo》 dissi io.
《Assolutamente》

Dopo un po' arrivò l'insegnante che ci fece entrare in aula.
《Avete risolto?》 Mi disse Milos senza farsi sentire dagli altri.
《Si》 risposi io guardando e sorridendo verso Edoardo.

Sei solo mia- Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora