capitolo 7

1.8K 33 3
                                    

Pov Ciro
Mi alzai molto presto, tenevo tanti pensieri che non riuscivo a dormire tanto. Fuori era ancora l’alba e non volevo svegliare Grazia ed Edoardo. Appena mi girai, vidi una scena che mi fece sorridere, Edoardo che era appoggiato sul petto di Grazia e lei che lo abbracciava. Io in realtà sono geloso di Grazia, perché ho sempre paura che qualcuno la possa fare soffrire e lei non lo merita. Ma so anche che con Edoardo non potrà succedere, si vede che è legato ormai a lei, e anche se è una testa di cazzo se si lega ad una persona la mette prima di se stesso. Decido di andare a prendere il telefono e fargli una foto, questo era un momento da immortalare, feci la foto e poi la inviai ad Edoardo.
Dopo che andai a rimettere apposto il telefono, decisi di fumarmi una sigaretta e poi andarmi a lavare. Dopo un po’ tornai in cella già vestito e mi accorsi che era fatto giorno. Volevo andare a svegliare Grazia e Edo, prima che arrivassero le guardie ma, purtroppo già stava Lino che era andati a svegliarli. Non mi preoccupai più di tanto, perché era Lino, se si azzardava a dire qualcosa già sapeva che erano quai.
“Uagliuuu sveglia, avit fa’ colazione o no?” notai che anche se avesse visto tutto, non disse nulla, si limitò solo a guardarli sbalordito e poi tirare Edoardo per le caviglie. Edoardo quando dormiva era difficile farlo alzare. Io prima che se alzassero loro andai i bagno e mi lavai i denti. Fino a quando, non sentii battere dei pugni sulla porta.
“CIROO so che sei andato apposta in bagno, so anche che eri sveglio prima di noi, ora muoviti che ci dobbiamo preparare noi” questa ragazza mi conosceva alla perfezione. Io mi misi a ridere ma non aprii la porta.
Pov Grazia
Quando mi Svegliai notai Lino che ci guardava in modo strano, io la mattina ero rincoglionita, quindi non stavo capendo cosa stava succedendo fino a quando, non sentii un peso sul mio corpo, abbassai la testa e notai Edoardo dormire su di me mentre mi abbracciava. D’istinto mi venne da sorridere solo che poi rivolsi uno sguardo preoccupato a Lino.
“Tranquilla non dico nulla, ma il venerdì e il mercoledì non fatevi trovare così, perché verrà il comandante a chiamarvi la mattina e tutta la giornata verrà lui a controllarvi” io lo ringraziai e gli promisi che lo avrei fatto alzare io ad Edoardo. Lui mi salutò e andò via. “Edo?” dissi io scuotendolo leggermente, non volevo essere troppo brusca. Ma siccome non si svegliava, decisi di fare un po’ la stronza. Iniziai a dargli dei baci sul collo, e sulla guancia, lui mugolava solo ma non si stava alzando ancora. Allora decisi di provocarlo ancora di più.  Continuai a leccarli e baciargli il collo e quando stavo per scendere sul petto lui aprì i suoi magnifici occhi.
“Buongiorno, ma sei stronza però” disse lui guardandomi. Inutile negare che era fantastico anche appena sveglio, la sua voce poi che era ancora assonnata, era qualcosa di spettacolare… basta Grazia, quando ti metterai in testa che è troppo grande? La mia coscienza mi tartassava ma aveva ragione. Io gli sorrisi e decisi di fare finta di nulla. “sentiamo perché sarei stronza?” lui mi guardò e poi posò lo sguardo sulle mie labbra, io diventai rossa ma non ci feci caso, il suo sguardo su di me ogni volta mi faceva sentire nuda talmente che mi perforava dentro. “pccrè, si stronz pcchè mi stavi provocando” mi veniva da ridere ma rimasi seria. “ma io? Ma quando mai, te lo sarai sognato sai dormi troppo” “bhe allora è stato un sogno stupendo” disse lui dandomi un bacio sulla guancia e poi alzarsi dal letto. Volevo sprofondare, mi sentivo bollente e quando lui era girato, io misi senza accorgermene le mani sulle guance.
“pccrè ma Ciro?” in effetti non lo avevo visto, solo che sapevo che si era alzato presto, ma ora dove stava?... No! Brutto infame, sapevo che era andato in bagno, sapendo che ci saremmo dovuti andare noi.
Mi alzai di corsa dal letto e mi precipitai verso il bagno. Era chiuso a chiave e come intuì stava Ciro. “CIROO so che sei andato apposta in bagno, so anche che eri sveglio prima di noi, ora muoviti che ci dobbiamo preparare noi” dissi io bussando ripetutamente alla porta. Quello stronzo, invece di aprire, si mise a ridere e rispose con tutta la prepotenza di questo mondo , “No” voi non potete immaginare il mio nervoso, decisi di lasciare perdere e presi le robe che mi sarei dovuta mettere per andare a lezione. Decisi di indossare: un jeans stretto che si fasciava perfettamente sulle mie curve, un crop top bianco della Nike e decisi di abbinare le mie amate scarpe della Nike.

Sei solo mia- Edoardo ConteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora