Capitolo 1

50 3 3
                                    

1

Tom era un ragazzo dai capelli rossicci e grandi occhi color nocciola, timido e curioso che viveva in una casa non particolarmente grande dal tetto a punta in un villaggio benestante insieme a suo padre sul versante della montagna. Insieme a suo padre però, si fa per dire dato che essendo un commerciante di stoffe sempre in viaggio per esportare i suoi prodotti negli altri territori trascorreva a casa veramente poco del suo tempo. In questo modo, controllato solo ogni tanto dal vicino di casa, sin da piccolo aveva cominciato a imparare come svolgere in autonomia le attività per vivere, come lavare i vestiti o cucinare il pranzo e la cena. Di fronte a loro abitava anche una simpatica signora sulla sessantina, si chiamava Susanna, che trascorrendo le giornate nella sua abitazione in totale solitudine, insegnava con piacere a Tom le sue passioni, come preparare torte alle mele davvero squisite e cucire. Quando aveva dieci anni, gli aveva regalato addirittura un pupazzo a forma di orso fatto con le sue mani. Tom ricordava bene quel giorno: stava piangendo perché gli era giunta notizia che suo padre avrebbe tardato l'arrivo di un paio di giorni, allora lei lo aveva accolto in casa sua, offerto qualche biscotto e regalato quel peluche così morbido che non riusciva a smettere di abbracciarlo. Le poche persone che la conoscevano dicevano che quando era giovane, durante l'ultima guerra civile dove i territori a Oriente si scontravano con quelli che stavano a occidente, lei aveva infranto il divieto incontrandosi in segreto con un ragazzo della fazione opposta. Tom peró sapeva bene che la vicenda non finiva lí, che c'era molto di più. Ne era a conoscenza perché ogni volta che ne aveva voglia Susanna glielo raccontava. Gli raccontava la storia dall'inizio alla fine, non scordando neanche tutti i dettagli che riguardavano quel periodo storico.
Diceva che in passato il mondo fosse diviso in tredici grandi territori, separati soltanto dagli immensi mari che dominavano la superficie terrestre. Ogni territorio era governato da un re che prendeva tutte le decisioni relative all'amministrazione del paese a seconda degli esiti finali delle assemblee mensili dei cittadini, che si riunivano ogni volta all'edificio centrale del territorio per discutere delle varie problematiche che andavano risolte, delle ragioni del malcontento della popolazione e di ciò che si poteva fare per migliorare. Tutti i re cooperavano tra di loro affinché i cittadini appartenenti a ogni singolo territorio fossero felici e soddisfatti, sia per evitare rivolte e ribellioni che non avrebbero fatto altro che rovinare il clima tranquillo che stavano cercando di costruire, sia perché volevano garantire benessere ad ogni singola persona.
Costruirono strade e ponti in tutto il mondo e fornirono ogni costa di grandi navi per portare vantaggi al commercio e garantire ai commercianti viaggi sicuri, fecero costruire monumenti e opere pubbliche per dare lavoro ai disoccupati, il pane e l'acqua erano beni di prima necessità gratuiti per tutti, tutti i cittadini vivevano in case uguali caratterizzate dal loro tipico tetto a punta ma di grandezza diversa a seconda di chi ci viveva all'interno, e le tasse da pagare erano direttamente proporzionali alla vita che si conduceva, e condizionate anche dal fatto di avere figli o meno. Ognuno aveva un modo per rendersi utile alla società e aumentare la produttività delle risorse, dai quattro anni in su i bambini dovevano andare a scuola, mentre una volta raggiunta la maggior età si poteva scegliere se arruolarsi nel servizio militare oppure no. A quei tempi, si pensava al servizio militare come ad un obiettivo da raggiungere in più nella vita che a qualcosa che potesse servire davvero date le circostanze positive del modo in cui si viveva, però almeno in ogni famiglia c'era qualcuno che aveva deciso di aderire e si usava spesso incitare i propri figli o nipoti a fare lo stesso. Inoltre, l'economia era sempre in crescente sviluppo, tutti i tredici territori collaboravano tra di loro e venne a crearsi ben presto una situazione di pace generale.
Questo fu il periodo di massimo splendore, al quale seguí una tragica decadenza.
Nella notte tra il 30 e il 31 febbraio il re dell'ottavo territorio venne brutalmente assassinato con poco più di venti pugnalate al petto, quattro delle quali colpirono proprio dritto al suo cuore. Si diceva che fosse stato il re del nono territorio a organizzare quella congiura contro di lui, dato che quella stessa sera era stato invitato a casa sua per una cena, però, non c'erano motivazioni abbastanza valide. Un'altra opzione era che fosse stata la moglie, per poter prendere il potere e governare al suo posto. E infine, c'era chi sosteneva che fosse stato accoltellato direttamente dagli abitanti del suo stesso territorio, dato che faceva di nascosto azioni che andavano contro la politica di pace che tutti i re avevano stabilito e suscitando il malcontento del popolo. Così, i sostenitori di queste tre ipotesi cominciarono a scontrarsi tra loro, e la situazione inizió a diventare incontrollabile. Non potevi nemmeno uscire a fare la spesa tranquillo. Dopo sette mesi di guerra civile, anche i re che ormai avevano perso il potere e non riuscivano più a calmare il popolo si dichiararono guerra, alleandosi tra loro e dividendo il mondo nei territori che stavano a Oriente da quelli che erano situati a occidente, vietando alla gente di entrambe le parti di unirsi. Oriente e occidente non sarebbero più tornati a diventare un tutt'uno, ma per ristabilire l'ordine uno doveva prevalere sull'altro. Furono tempi bui per tutti, e dopo svariati anni, si conclusero con un trattato di pace. Successivamente a questo però, nonostante la situazione generale avesse ritrovato una sua normalità, cominciarono a crearsi delle sette segrete di persone che non avevano abbandonato ancora le loro ipotesi sulla morte del re dell'ottavo territorio. Si diceva che torturassero gente che discendeva da persone appartenenti alle ex fazioni orientali o occidentali, e quando venivano scoperte i componenti erano arrestati e condannati a trascorrere il resto della loro vita chiusi in una cella. Nonostante questo però, i gruppi segreti di persone legate ancora agli eventi di quelle guerre non avevano mai smesso di esistere.
Susanna gli disse che lei e quel ragazzo si amavano molto. Si incontravano di nascosto dalle loro famiglie e passeggiavano insieme sul fiume raccontandosi storie e scambiandosi parole d'amore. Un pomeriggio però, i soldati li scoprirono e lui decise di sacrificarsi per permettere a Susanna di correre via. Lei avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma nella confusione del momento non seppe proprio che cosa fare e fuggí via. L'ultima cosa che sentí fu l'urlo disperato del suo amato, poi andó ad accovacciarsi ai piedi di un albero e rimase lí tre giorni prima di tornare al suo villaggio. Una storia triste, ma Tom non si era mai stancato di sentirla. Da allora Susanna aveva sempre vissuto sola, ma aveva ancora le lettere che si scambiava con l'amore della sua vita ai tempi della beata gioventù. Le brillavano gli occhi ogni volta che lo raccontava, ma non mancava mai di sorridere al ricordo di quei momenti felici. Quella donna era tranquilla e gentile, con un cuore veramente grande, e aveva trattato Tom come se fosse stato suo nipote. Quando seppe che era morta di infarto fu tremendamente dispiaciuto. Avrebbe tanto voluto ascoltare quella storia e vederla sorridere ancora un'ultima volta, ma purtroppo la morte aveva portato via anche lei. Almeno, se la storia della vita nell'aldilà era vera, avrebbe potuto finalmente stare con il suo amato per l'eternità.
Tornando al discorso del padre comunque, gli era capitato più volte di domandargli se potesse accompagnarlo durante uno dei suoi viaggi, sia per passare un po' di tempo con lui sia per vedere com'erano gli altri territori, ma l'uomo gli aveva sempre risposto che era troppo pericoloso e che ci avrebbe pensato meglio quando sarebbe cresciuto un po'. Niente di nuovo, tutte cose che Tom sapeva già. Conosceva l'esistenza dei giganti che vivevano in boschi isolati e si nutrivano con le foglie degli alberi, aveva anche sentito parlare di persone che si erano infiltrate nei loro territori e che erano finite spiaccicate su qualche corteccia, calpestate dai loro piedi enormi o ancora peggio, addirittura mangiate. Sapeva degli gnomi delle foreste, creature basse e tozze apparentemente innocue che però non dovevi guardare negli occhi per nessun motivo, dei demoni della terra ferma, che erano capaci di aprire il petto di una persona con uno dei loro grandi artigli affilati per prendere il cuore e mangiarlo ancora pulsante, delle principesse che dominavano le grotte. Erano alte due metri, con un volto grigio e vuoto che lasciava spazio solo a due grandi bulbi oculari al posto degli occhi, molto pericolose ma meno frequenti dato che ormai si trovavano solo in zone con temperature molto basse dove faceva troppo freddo ed erano in via d'estinzione. C'erano anche le creature marine, tra cui polipi enormi o pesci velenosi, ma sapeva che doveva starne alla larga e conosceva le loro caratteristiche, almeno in parte. Scommetteva che nemmeno suo padre immaginava l'esistenza di così tante creature pericolose per la sua sopravvivenza, eppure insisteva per farlo restare nel loro territorio.
Tom lo capiva, ma si rifiutava di accettarlo.
Quella mattina di fine dicembre Tom non aveva molta voglia di andare a scuola. Tra poco più di un anno avrebbe raggiunto la maggior età, quindi anche se avesse smesso di andarci all'improvviso nessuno gli avrebbe detto niente. L'istruzione era obbligatoria solo fino ai quattordici anni, da quel momento in poi potevi scegliere se frequentare o no, e visto che lui non aveva molto da fare ogni tanto si presentava lì. Gli piaceva imparare cose nuove, ma nella maggior parte dei casi preferiva farlo per conto suo chiedendo alla fine della giornata scolastica qualche consiglio al suo professore, che lo sosteneva e rispondeva ad ogni sua curiosità.
Quel giorno però, preferì prendere il suo album da disegno e qualche matita e andare nel boschetto vicino al suo villaggio per disegnare in totale tranquillità. Si mise la giacca e avvolse una grande sciarpa attorno al collo e si incamminò. Quella mattina sembrava fare più freddo del solito, ma in quanto non aveva raggiunto ancora la maggior età gli toccava indossare dei pantaloni che arrivavano appena sopra al ginocchio. Quelli lunghi erano un privilegio che solo gli adulti avevano, e stavano a indicare che eri entrato a tutti gli effetti a far parte della società, con le tue responsabilità, i tuoi diritti e doveri. Le strade erano tranquille e gli alberi spogli che costeggiavano il luogo facevano da sfondo ai negozi di alimentari che stavano sul lato sinistro della strada. La neve aveva ricoperto anche i loro tetti. Dalla bocca di Tom uscivano piccole nuvole di vapore ad ogni suo respiro, inoltre avrebbe tanto voluto mettersi le mani in tasca ma doveva tenere in mano gli oggetti che aveva deciso di portarsi dietro, anche se le sentiva piano piano irrigidirsi dal freddo.
Affondando il mento nel tessuto morbido della sua sciarpa si lasciò il villaggio alle spalle, e dopo un po' cominció ad addentrarsi nella quiete del boschetto.

Tom e ZackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora