Capitolo 18

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Tom stava tornando a casa da scuola, ed era sollevato poiché era arrivato il fine settimana.
La scuola era l'unico posto di cui suo padre non sospettava. Sembrava che dopo la loro litigata non si fidasse più di lui, e questa era la cosa peggiore che gli fosse potuta capitare, pensava. L'atmosfera in casa pareva più tesa, sebbene la routine fosse sempre la stessa. Aveva avuto un rapporto felice con il padre per tutta la vita, anche se lui era sempre in viaggio in quanto aveva un ruolo importante nel mondo del commercio della stoffa, e quella situazione rappresentava una svolta negativa. Si era ritrovato in delle circostanze completamente diverse dal solito e le trovava difficili da sopportare senza sentirsi giù di morale.
Per l'intera mattinata aveva cercato di ignorare gli sguardi di Rose, ma durante le lezioni lei gli lanciava occhiate continue quasi come se si aspettasse qualche movimento particolare da parte sua, e Tom si era sentito a disagio. L'ultima volta che si erano parlati davvero era stata quando Rose gli aveva ordinato di allontanarsi da Zack, in quanto veniva da un altro villaggio non benestante come il loro e sicuramente in futuro avrebbe cercato di approfittarsene, ma Tom sapeva per certo che nonostante tutti quei pregiudizi Zack non era quel tipo di persona e si era avvicinato a lui, quel pomeriggio nel bosco, per fare amicizia. Questo aveva fatto innervosire Rose che non capiva come Tom potesse essere tanto ingenuo e inconsapevole da frequentare persone come lui, di cui non conosceva nemmeno la quotidianità o le condizioni di vita, tuttavia in quei giorni, a scuola e per le strade del villaggio gli era parso più distante ed era riuscita a malapena a salutarlo, e questo la preoccupava. Voleva proteggere il suo amico. Sapeva che era una persona timida e buona, un facile bersaglio per persone manipolatrici e l'ultima cosa che desiderava era proprio vederlo soffrire.
"Tom" lo aveva chiamato lei alla fine dell'ultima ora. Gli si era avvicinata, mentre lui stava ancora finendo di preparare la borsa di tela. Lui alzò lo sguardo esitante.
"A dire il vero non ho niente da dirti, volevo solo parlarti" rispose lei. Tom sapeva che lei si era confidata con il proprio padre e lui lo aveva riferito al suo. Non era stata intenzione di Rose, ma i loro padri ogni tanto si trovavano a lavorare insieme e questo dettaglio doveva essergli sfuggito mentre parlavano. Tuttavia, non riusciva a fare a meno di essere arrabbiato e deluso da lei. Se avesse tenuto la bocca chiusa fin dal principio, tutto ciò non sarebbe accaduto.
"Di che cosa vuoi parlarmi?" domandó lui insicuro. Temeva di conoscere già la risposta.
"Pensa a quello di cui abbiamo parlato l'ultima volta".
"Per favore" aggiunse dopo una breve pausa di silenzio, notando che Tom non rispondeva.
Il ragazzo sospirò impaziente, però le sue guance si sfumarono di rosso e Rose capí che lo aveva messo a disagio. Si pentì di averlo fatto, ma continuare a ignorarsi in quel modo era addirittura più pesante.
"Ti ho già detto quello che penso"
"Sono preoccupata per te"
"Non devi esserlo"
"Non voglio vederti soffrire, da amica vorrei impedirlo"
"Allora non dovevi parlarne con tuo padre"
"Non sapevo che lo avrebbe detto al tuo"
Tom non disse niente. Rose aveva ragione. La situazione tra loro doveva essere complicata e pesante anche dal suo punto di vista e non riuscendo a tenersi tutto dentro come faceva Tom, si era confidata con il padre. Gli aveva detto sicuramente che lei e Tom avevano litigato perché Tom aveva un nuovo amico proveniente da un altro villaggio e lei non voleva che quel tipo se ne approfittasse facendolo soffrire. Nonostante ciò, Tom avrebbe preferito che quella faccenda non fosse mai venuta fuori.
"Di che cosa hai paura?" le chiese spazientito.
"Ho paura che quel ragazzo ti trascini in qualche strana situazione".
A Tom parve impossibile che Zack potesse metterlo in pericolo. Si ricordava ancora quando lo aveva portato al lago, e vedendo che Tom era troppo imbarazzato per entrare in acqua non aveva insistito. Lo rispettava e non lo giudicava, con lui si sentiva al sicuro.
"Non lo farà"
"Allontanati da lui, per il tuo bene"
"Se fossi mia amica veramente, vorresti solo vedermi felice"
"Allora sii felice lontano da lui!" rispose lei in preda all'esasperazione. Una loro compagna di classe, amica di Rose, si fermò a guardarli incuriosita.
"Smettila di trattarmi come se fossi mia madre" disse lui infine con la voce che tremava. Lui una madre non ce l'aveva. Avrebbe voluto piangere, ma aveva fatto del suo meglio per trattenersi e proprio quando l'amica di Rose l'aveva chiamata, lui ne aveva approfittato per mettersi la sacca in spalla e uscire. Rose avrebbe voluto prenderlo per un braccio e scusarsi, dirgli che la prossima volta si sarebbe sforzata di rivolgersi in modo più gentile e meno autoritario, ma non ne ebbe l'occasione e si limitò a lasciare che Tom per il momento facesse ciò che riteneva più giusto. Lei avrebbe fatto un nuovo tentativo quando si fosse calmato un po'.

Tom e ZackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora