Era passato qualche giorno da quando Zack era stato a casa di Tom, e da allora aveva avuto la testa sempre immersa nei suoi pensieri. Per qualche ragione a lui ancora sconosciuta, aveva cominciato a provare una sgradevole sensazione di vuoto e infelicità.
Per quanto con Tom fosse stato bene, l'idea che Oliver si sarebbe dovuto trasferire altrove non l'aveva abbandonato.
Ripensava ai pomeriggi trascorsi in falegnameria, con Oliver seduto al bancone e lo sguardo concentrato intento ad intagliare un pezzo di legno per trasformarlo in qualcosa, e lui che sistemava l'officina sul retro. Ricordava le serate passate a bere comodamente seduti su un albero, le chiacchierate sdraiati sull'erba sotto il cielo stellato, le ore seduti sui banchi di scuola che sembravano non passare mai.
Rivedeva davanti a sè i loro corpi giovani che si rincorrevano per le strade del villaggio sotto il sole cocente nel pieno dell'estate, allora il padre di Oliver era ancora vivo e in salute. In quegli anni il paesino sembrava un perfetto campo da gioco, dove vivere nell'innocenza e spensieratezza della beata infanzia. Crescendo, quello scenario aveva cominciato ad apparire ai loro occhi con un significato diverso, più macabro, eppure anche in circostanze del genere si erano fatti forza a vicenda, cercando conforto ciascuno nella presenza dell'altro. Si erano sostenuti e supportati per tutta la vita, e quando trascorri tutta la vita con una persona alla fine diventa difficile imparare a stare senza di lei.
Che poi, alla fine Oliver si stava semplicemente trasferendo in un altro villaggio, ma c'erano tanti piccoli fattori che impedivano altri loro futuri incontri. Innanzitutto andava momentaneamente a stare in un rifugio per donne che avevano subito violenza domestica, abusi, o che comunque si trovavano in situazioni difficili ed economicamente instabili, perciò c'erano delle regole da rispettare e non gli sarebbe stato concesso di uscire per i fatti suoi e spostarsi liberamente. Poi, per villaggi che non erano vicini tra loro quindi non avevano boschi o sentieri che li collegavano, bisognava per forza passare per la strada, laddove se eri sfortunato trovavi controlli e forestieri che ti chiedevano una piccola somma di denaro per concederti l'accesso. Questo procedimento era valido solo se si doveva passare da un territorio all'altro, farlo tra villaggi era illegale ma ormai era così da così tanto tempo che nessuno provava a contestare o a rendere evidente il problema che era entrato a far parte della normalità. Funzionava così quando il denaro non era mai abbastanza, e allora la gente lo cercava per strada derubando qualche carro o costringendo a versare un pedaggio in cambio dell'accesso al villaggio in totale sicurezza. Zack Non poteva permetterselo, e immaginava neanche Oliver. Persino loro capivano che incontrarsi passando per la strada sarebbe stato pericoloso. Si parlava anche di non riuscire più a tornare a casa. Quelle erano persone che non si facevano scrupoli a legarti al tronco di un albero per prenderti tutto ciò che avevi con la forza, oppure a pestarti fino a quando anche l'ultimo goccio di sangue non era stato sputato. Erano tante le storie che circolavano su quella gente, e tutti li temevano. Forse, se si fosse trattato soltanto di Zack e Oliver, un tentativo l'avrebbero anche fatto in nome della loro amicizia, ma Oliver doveva stare con la sua famiglia. Era il fratello maggiore e l'unico appoggio che sua madre si poteva permettere. Non poteva lasciarli soli. Mentre Zack... Zack pensava a Tom. A quel timido ragazzo che disegnava seduto sulla roccia, sulla sponda opposta del fiume, con la sciarpa attorno al collo che gli copriva sempre il naso e le guance paonazze per il freddo. Con Tom riusciva a trovare dentro di sè un po' di tranquillità, e sebbene ultimamente le cose tra loro parevano non andare per il verso giusto, voleva restargli vicino. Sentirlo raccontare le trame dei suoi libri, vederlo disegnare, e accompagnarlo al lago. Quella sensazione che aveva provato, quando sdraiati sul letto Tom gli aveva allacciato le gambe alla vita. Quella sensazione di calore, le reazioni sincere del suo corpo... Zack le ricordava con piacere.
Tom era diverso da Oliver, eppure voleva bene ad entrambi sebbene in modo differente. Nei confronti di Tom, provava delle emozioni che non lo avevano mai toccato prima. Non sapeva con certezza che cosa fossero, ma gli piacevano, e trascorreva volentieri del tempo con lui.
Se Tom fosse rimasto al suo fianco, forse la distanza con Oliver sarebbe sembrata un po' meno terribile.
L'ultimo pomeriggio passato insieme alla falegnameria, Zack era riuscito a stento a trattenere le lacrime. Si era imposto tante volte di non piangere davanti alle altre persone perché questo avrebbe potuto farlo sembrare debole e vulnerabile, eppure quel giorno davanti al suo migliore amico, si sarebbe accasciato tra le sue braccia volentieri. Avrebbe voluto dirgli quanto gli voleva bene, ringraziarlo per tutti i momenti felici che avevano passato insieme e che un giorno, nonostante tutte le difficoltà sarebbero riusciti ad incontrarsi di nuovo. Tuttavia anche se pure Oliver desiderava ammettere quanto Zack gli sarebbe mancato, entrambi parlarono come se non fosse l'ultima occasione per vivere la vita di sempre.
"Quindi ti sei visto con Tom qualche giorno fa?" domandó Oliver seduto al bancone. Non stava intagliando niente e aveva l'espressione nostalgica di chi è consapevole che vivrà qualcosa per l'ultima volta.
Zack annuí con un cenno della testa. Stava riordinando gli attrezzi in officina, ma era solo un modo per non dover guardare momentaneamente l'amico negli occhi.
"Sì, alla fine sono andato a casa sua e abbiamo parlato un po' "
"Ti ha detto perché non è venuto al villaggio?"
"Tutta colpa di suo padre che l'ha chiuso in casa"
"L'ha chiuso in casa?"
"L'ha chiuso in casa" confermò Zack "Cioè, gli ha proibito di uscire se non per andare a scuola o comunque fare cose che non hanno niente a che fare con me, ma la verità è che il discorso è venuto fuori perché una sua amica aveva capito che Tom avesse un nuovo amico, così lui l'ha ammesso e questa è andata a lamentarsi con suo padre. Suo padre ne ha parlato con quello di Tom e adesso Tom si trova in questa situazione"
"Cavolo" esclamò Oliver "che storia contorta"
"Vero?!"
"Se l'amica si è andata a lamentare con suo padre però, forse non era tanto contenta della vostra amicizia"
"Ha detto che voleva proteggere Tom dalle cose che lui non conosce, e a quanto pare anche il padre la pensa in questo modo"
"Vogliono proteggerlo da te?"
"Pensano che io possa danneggiarlo, sai, tipo approfittarmi di lui per poi abbandonarlo quando non ne ho più bisogno"
"Ho cap-"
"Ma io Non sono così!" esclamò Zack con un tono di voce più scontroso di quanto avrebbe voluto, interrompendo Oliver. L'amico restò in silenzio per qualche istante in attesa che continuasse. Non lo vedeva, però dal modo in cui parlava aveva capito che tutta quella storia a Zack non piaceva per niente, lo infastidiva.
"Non sono come pensano loro" disse ancora, più calmo.
"Lo so" lo assecondò poi Oliver. Lui non aveva mai conosciuto persone che vivessero in un contesto più benestante rispetto al suo e sin da quando era piccolo si era limitato a vivere in quel villaggio adattandosi alle regole di quell'ambiente. Non aveva gli stessi impulsi di Zack, che ogni tanto sentiva il bisogno di allontanarsi da quell'atmosfera per andare laddove sarebbe stato più tranquillo. Era anche vero però, che lui non aveva una vita particolarmente tesa. Quando tornava a casa, ad accoglierlo c'erano i suoi due fratelli e una madre con gli occhi segnati dalla stanchezza, spesso nervosa ma grata dell'aiuto che suo figlio le dava con la falegnameria. Era naturale che lui avesse una visione della realtà differente da quella dell'amico e non sentisse il desiderio ardente di fuggire altrove. Ma sulla strada, nella quotidianità esterna alle quattro mura delle loro piccole case, entrambi vedevano le stesse cose. La disperazione di un villaggio dove i soldi non sono mai abbastanza e ciascuno cerca di andare avanti come può. E non solo. Anche i numerosi discorsi sul commercio, sul lavoro che manca sempre, sugli affari che non vanno mai a gonfie vele, su "quelli là dall'altra parte, che invece stanno bene".
La gente li chiamava spesso in quel modo, "quelli là". Quelli che vivevano in grandi case, che potevano studiare senza la necessità di trovare subito una fonte di guadagno, che potevano dormire tranquilli la notte e che non avevano vestiti dai colori sbiaditi per quante volte erano stati usati. Oliver li conosceva solo perché ne aveva sentito parlare, e anche se di fatto, oltre a Tom non ne aveva mai visto uno, sentiva di poter comprendere Zack. Così come il suo villaggio criticava i più benestanti, probabilmente anche al villaggio di Tom si sentivano voci sul loro conto. Da come ne aveva parlato l'amico, il padre e l'amica in questione di Tom ritenevano Zack un cattivo soggetto, ma non si stupiva. Le vicende tra persone con una posizione economicamente diversa erano tante e soprattutto nei locali la sera se ne sentivamo di tutti i colori, Oliver non ne era particolarmente sorpreso.
"Hanno voluto semplicemente allontanare Tom da me credendo di risolvere il problema chiudendolo in casa" riprese Zack "non hanno neanche chiesto di conoscermi"
"E Tom come ha reagito?"
"Lui è troppo docile"
"Però quando sei arrivato al suo villaggio, ti ha fatto entrare senza problemi in casa sua"
"E quindi? Suo padre è sempre in viaggio per lavoro eppure pretende di avere pieno controllo sulla vita del figlio, è quasi come se non lo considerasse in grado di prendere decisioni per la sua stessa vita"
Oliver ascoltò con attenzione le riflessioni dell'amico. Era contento di focalizzare la sua attenzione su qualcos'altro. Se Zack non avesse tirato fuori quel discorso, a quell'ora sarebbe già crollato in un pianto silenzioso con la testa affondata tra le mani. Discutere con Zack di qualcosa come facevano di solito, lo aveva distratto dal pensiero della partenza per qualche attimo.
"Forse se ne sta rendendo conto anche lui"
"Dici?"
"Sì, ne sono sicuro. Magari all'inizio è un po' difficile, ma la volonta di continuare l'amicizia con te c'è senz'altro"
Zack sospirò. Forse Oliver aveva ragione. Forse Tom desiderava davvero continuare l'amicizia con lui, nonostante le persone che gli stavano intorno cercavano di impedirglielo, e Tom non lo accettava. Stava realizzando che era padrone della propria vita e che poteva decidere da sè che cosa fosse adatto per lui, ma avendo passato una vita intera ad ubbidire, essere docile, tranquillo, e credere che tutto ciò che dicesse suo padre fosse il meglio era complicato. Era come raggiungere un nuovo livello di consapevolezza e dover imparare a gestirlo.
"Io non ho tutta questa pazienza"
"Fai un piccolo sforzo"
Forse anche Tom l'avrebbe abbandonato, così come Oliver stava facendo con lui.
"Aspettalo, poiché lui si fida di te."
Fu l'ultimo consiglio che gli diede.

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Tom e Zack
FantasyEra una fredda mattinata d'inverno, e Tom se ne stava seduto su una sedia accanto al camino. Fuori nevicava, e i versanti delle montagne erano ricoperti da un manto bianco uniforme. Il calore del fuoco che ardeva sulla legna, era un sollievo per lui...