Capitolo 35

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Il mattino seguente Tom e Zack continuarono il loro cammino in sella al cavallo. Era Tom a stare davanti e a guidarli, Zack si limitava semplicemente a stare seduto dietro di lui osservando con attenzione il paesaggio che li circondava. Si alternavano montagne e ampie distese di prati e campi coltivati. La cosa che aveva lasciato entrambi senza parole, era stata scoprire che al di fuori del loro territorio esistevano delle zone dove la neve non cadeva. Guardavano quei piccoli angoli del mondo con gli occhi spalancati e luminosi per lo stupore, godendosi i fiacchi raggi del sole che illuminavano l'ambiente, senza che le loro guance si arrossassero per il freddo. Era stata una scoperta veramente strana e sconvolgente, ma a confronto con tutte le altre cose che avevano visto e vissuto fino a quel momento, era decisamente la meno sorprendente. Erano passati davanti a tante pozzanghere dove avevano visto nuotare tante piccole macchie colorate. Inizialmente Tom aveva pensato che fossero delle pietre, dei cristalli, o qualche cosa di simile, ma una volta avvicinatosi aveva scoperto che si trattava di veri e propri pesciolini. Erano rimasti a osservarli per una buona mezz'ora, un po' perché non avevano mai visto degli animali simili, un po' perché la curiosità di Tom era stata una buona scusa per fermarsi e fare una pausa.
Se ne erano rimasti comodamente sull'erba, Zack sdraiato a guardare il cielo, Tom in ginocchio accanto a lui che descriveva nei minimi dettagli ogni pesce che gli nuotava davanti. Sembrava così contento, e quando Zack si girò per guardarlo sorrise. Non sentiva la mancanza di niente, ed era felice.
Avere Tom lì vicino era abbastanza per essere allegro e spensierato.
Alla fine i due si rialzarono, e decisero che valeva la pena proseguire.
Avevano attraversato anche una breve radura di alberi alti e spogli, ed erano rimasti affascinati dai fiori che abitavano quelle zone. Avevano uno stelo spesso e ruvido, ed erano abbelliti da un rigoglioso fiore colorato. Alcuni di essi avevano addirittura un occhio posto al centro. Li scrutarono con molta attenzione da lontano, e nonostante la grande curiosità pensarono che era meglio non avvicinarsi troppo. Altri ancora poi, avevano l'occhio completamente chiuso, quasi come se fossero stati immersi in un lungo sonno profondo, e questo fu un motivo in più per non disturbarli. Erano veramente belli.
Continuarono per un ampio sentiero, in compagnia di alcuni contadini che ogni tanto andavano e venivano passando per quella strada. Era consolatorio, perché significava che nonostante tutto stavano proseguendo per una via sicura che avrebbe portato prima o poi ad un centro abitato. Tuttavia, non poterono fare a meno di sentirsi un po' inquieti, perché vedere altre persone che passavano di lí con i loro cavalli e i loro carri, fece riaffiorare nelle loro giovani menti il ricordo della sera in cui avevano rischiato di essere uccisi da un signore che sembrava un brav'uomo, e ancora peggio, essere mangiati vivi da una creatura raccapricciante venuta fuori dal bosco. Si dissero che sí, vedere altre persone era un buon segno, però proseguire senza rivolgere la parola a nessuno era un'idea senz'altro più prudente.
Per ingannare la noia e l'attesa di un viaggio continuo e senza meta, i due ricostruirono tutto ciò che avevano vissuto fino a quel momento, partendo dall'ansia di Tom che inizialmente non voleva partire, per poi parlare del primo villaggio che avevano visto, quello in cui tutti gli abitanti se ne andavano in giro con vestiti stravaganti e dai colori sgargianti, e ridendo dell'episodio all'osteria, quando si erano fermati per fare una cena tranquilla e due uomini accanto stavano già parlando di un presunto ragazzino scomparso, dicendo che probabilmente si trattava solo di una bravata e che presto sarebbe tornato a casa.
Risero entrambi a quel ricordo.
Successivamente Tom decise di raccontare una storia, per intrattenere Zack ed evitare momenti di eccessivo silenzio. Si era creata tra loro un'atmosfera così spontanea e rilassata, e si sentiva completamente a suo agio come non gli capitava da tanto. Aveva quella sensazione... la sensazione che avrebbe potuto dire qualunque cosa, fare qualunque azione, e avere la certezza che Zack non lo avrebbe mai giudicato. Perciò in seguito a questa situazione, Tom volle raccontare questa piccola storiella.
Parlava di tre giovani contadini che in seguito ad una pioggia molto forte avevano perso il raccolto, e dato che un lupo era passato mangiando tutte le pecore erano rimasti pure senza animali. Non avevano voglia di andare al villaggio alla ricerca di un nuovo lavoro, ne tantomeno di aspettare la nuova stagione per mettersi a coltivare ancora, dunque decisero che sarebbe stato meglio trovare una soluzione alternativa. Avrebbero rubato l'oro alla conte del re. Vennero scambiati per tre uomini in pellegrinaggio, e giunsero al castello. Era notte, e c'era soltanto una guardia davanti all'ingresso. Uno dei tre cominció ad avere paura, e propose agli altri due di tornare indietro, ma quelli non lo ascoltarono. Fu il più basso il primo a muoversi, e avvicinatosi piano piano alla sentinella, estrasse dalla tasca il suo pugnale e con un movimento rapido e improvviso la colpí sul retro del collo. Era stato un colpo netto, e quella cadde sul terreno. Il sangue aveva cominciato a scorrere attorno al corpo ormai senza vita, e i tre ebbero via libera. Rubarono quanto più oro riusciva a entrare nei loro grossi sacchi, e scapparono nel bosco più vicino. Le loro case erano lontane, perciò decisero che si sarebbero riposati lì e avrebbero ripreso il cammino il mattino seguente. Ma poi...

Tom e ZackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora