Il giorno seguente Tom e Zack si incontrarono nel bosco come avevano programmato.
Mentre Tom si dirigeva al punto d'incontro non vedeva l'ora di rivedere il suo nuovo amico. Essendo l'inizio del fine settimana le persone ne approfittavano per riposarsi un po' e restare a casa, motivo per cui i negozi non erano particolarmente affollati e le strade piuttosto tranquille. Mise le mani nelle tasche della sua giacca e proseguí verso il bosco. Gli alberi che costeggiavano il sentiero erano ricoperti di soffice neve bianca e con il naso che spuntava dalla sciarpa riusciva a percepire l'aria gelida di quel pomeriggio. Giunse al ruscello seguendo il suono dell'acqua cristallina che scorreva fra le rocce e dall'altra parte vi trovò Zack comodamente sdraiato a guardare il cielo. Lo osservò per qualche secondo per accertarsi che fosse davvero lui e non qualcun altro, poi colto da un leggero imbarazzo si coprì una piccola parte del viso con la sciarpa. Gli si avvicinò piano piano stando ben attento a non fare alcun rumore ma evidentemente era così concentrato e immerso nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno del suo arrivo. Si fermò poco vicino alla sua testa e abbassando leggermente il busto per guardarlo in faccia lo salutò con un cenno della mano. La prima cosa che fece dopo aver posato lo sguardo su di lui fu sorridere. Lo stesso sorriso di un bambino che scartava contento un regalo o che andava a casa del suo migliore amico, e Tom arrossì lievemente.
Zack si alzó subito in piedi, allegro come ormai Tom era abituato a vederlo e si scompiglió i capelli per far cadere la neve che vi era rimasta sopra.
"Ciao Tom" lo salutò.
"Da quanto tempo sei qui?" gli chiese, pensando che per aspettarlo sdraiato in quel modo doveva essere lì già da parecchio tempo.
"Non da molto, in realtà. Sono arrivato poco fa" rispose lui, levandosi gli ultimi residui di morbida neve dai vestiti.
"Ok" disse Tom semplicemente.
"Senti, te sei mai arrivato alla fine di questo ruscello?" gli domandó poi, guardandolo sgranando gli occhi. Tom ci pensò un attimo prima di rispondere alla sua domanda. Ogni tanto quando decideva di fare una passeggiata nel bosco gli capitava di seguire quel corso d'acqua per un po', ma non aveva mai pensato di raggiungere la fine. Non sapeva neanche se ce l'avesse, una fine. E se l'aveva probabilmente non era nemmeno nei paraggi, allora fece segno di no con la testa.
"Immaginavo. Vorrei che tu vedessi la fine di questo ruscello"
"È lontano?" chiese per curiosità.
"Non molto. Un pochino, però si arriva facilmente a piedi. Mi sembra normale che tu non lo abbia mai visto, si trova dalle parti del mio villaggio però è un posto bellissimo. Da piccolo quando mi annoiavo ci andavo sempre e quando ho del tempo libero ci vado anche ora" raccontò entusiasta. Tom era un po' incerto su quanto gli stava dicendo, però se la fine di quel ruscello si trovava dalle parti del villaggio di Zack era abbastanza ovvio il fatto che lui non l'avesse mai visto. E poi, a vedere le espressioni di Zack sembrava un posto veramente bello.
"Vorresti andarci ora?" gli chiese in tono pacato, molto differente da quello vivace che stava usando l'altro.
"Sì, vorrei portarti lì" affermò Zack felice. Tom non sapeva se seguirlo sarebbe stata una cosa tanto prudente dato che lo conosceva appena, però lo aveva già accompagnato a casa e di sicuro aveva avuto modo di dimostrare che era una persona di cui potersi fidare, nonostante l'ingenuità di Tom in questo campo. Poi gli sarebbe piaciuto davvero vederlo, era curioso e sapeva che sarebbe stato qualcosa di nuovo e interessante.
"D'accordo" disse accennando un sorriso "andiamo" e entrambi si incamminarono verso sinistra continuando a seguire il corso d'acqua. Zack gli raccontò la sua ultima giornata e di quanto avrebbe voluto tirare un pugno ad un cliente che gli aveva urlato in faccia e dato del ragazzino maleducato e svogliato solo perché lui gli aveva detto che per sistemare il suo comodino ci sarebbe voluto qualche giorno lavorativo e che non poteva farlo direttamente al momento in meno di dieci minuti, dopo questa discussione però ogni somma di denaro era indispensabile per mandare avanti la falegnameria perciò decise di contenersi e non dare libero sfogo alla rabbia, e addirittura si scusó con il signore e gli disse che una volta terminato gli avrebbero riportato il comodino a casa gratuitamente.
"Che lavoraccio. Certe persone sono proprio maleducate" commentó Tom.
"Sapessi quante ne ho incontrate così. Sono fortunate che io so anche essere una persona paziente, altrimenti con un calcio le metterei tutte a tacere" disse, e Tom sorrise.
"Ah, volevo chiederti una cosa" disse Zack poco dopo, voltandosi a guardarlo.
"Dimmi" rispose prontamente l'altro.
"Disegni ancora?"
Tom rimase un po' perplesso a quella domanda improvvisa, ma poi si ricordò che la prima volta che Zack lo aveva visto lui era seduto su una roccia a disegnare. Evidentemente quel piccolo dettaglio gli era rimasto impresso e in quel momento se ne era ricordato.
"Sì, qualche volta"
"Vieni sempre nel bosco quando disegni?"
"Non sempre, però mi piace disegnare qui perché non c'è nessuno e riesco a concentrarmi meglio"
"Ah, capisco" rispose, volgendo lo sguardo verso i rami innevati degli alberi.
"Hai mai pensato di disegnare qualcuno?"
Tom rimase sorpreso. Un po' perché non ci aveva mai pensato, un po' perché era stupito dal fatto che a Zack interessasse quell'argomento tanto da fargli tutte quelle domande. Gli era capitato di disegnare parti del corpo come due mani con le dita intrecciate oppure due piedi immersi nell'acqua di chissà quale fiume, ma mai una persona o un volto in particolare.
"Sinceramente non ci ho mai pensato. Di solito disegno quello che mi trovo davanti e poi ci aggiungo qualche dettaglio di fantasia"
"Tipo?"
"Umm... non so. Demoni o giganti, gnomi... cose del genere"
"Forte!" Esclamò Zack con entusiasmo, evidentemente sentir parlare di creature del genere piaceva anche a lui.
"Ho visto foto di molti giganti e demoni su alcuni libri. Mi piacciono molto, cioè sono cose interessanti da leggere però non vorrei mai ritrovarmene uno vicino" disse divertito.
"Nemmeno io. Mi piace solo disegnarli" concordó Tom continuando a camminare al suo fianco. Notó che il piccolo corso d'acqua man mano che proseguivano verso sinistra andava allargandosi e la cosa lo incuriosì molto, cominciava a diventare impaziente di sapere dove Zack lo stava conducendo.
"Senti..." riprese Zack, poi esitò un attimo prima di continuare. O almeno Tom ebbe questa impressione, ma si trattò solo di pochi secondi prima che l'altro riprendesse ad avere quell'espressione spontanea e spensierata, perciò non ne fu poi così sicuro.
"Io potrei essere un possibile soggetto per uno dei tuoi disegni?" domandó poi.
"Intendi... intendi un ritratto?" chiese Tom cominciando a preoccuparsi. Forse Zack gli stava chiedendo in modo indiretto di fargli un ritratto ma lui non aveva mai fatto il ritratto di nessuno perciò se gli avesse risposto di sì temeva che non sarebbe venuto fuori un bel lavoro e lui ne sarebbe rimasto deluso, ma se gli avesse detto di no sin dall'inizio senza nemmeno fare un tentativo Zack ne sarebbe rimasto deluso comunque.
"Sì, qualcosa del genere" rispose lui tranquillamente. "Ma non lo voglio un ritratto. Cioè, non voglio rubarti del tempo per farmi un ritratto. Era solo una domanda" aggiunse subito, alzando leggermente il tono di voce.
"Allora? Sono abbastanza bello per essere il soggetto di qualche disegno?" Chiese divertito, notando che Tom se ne stava in silenzio.
"F-forse" balbettò lui, arrossendo.
"Capisco" disse, ma non sembrava offeso. Anzi, sembrava già pronto a incominciare un altro discorso quando però si interruppe guardando di fronte a loro.
Notando che l'altro non continuava anche Tom alzó lo sguardo e davanti a sè vide una distesa d'erba ricoperta da soffice neve bianca che circondava una grande fossa scavata nel terreno. Qualche albero circondava lo spazio lì intorno e il ruscello che avevano seguito fino a quel momento era terminato. Tom sgranò gli occhi e rimase per qualche istante fermo a contemplare quel bellissimo paesaggio che gli era apparso davanti. Tutti quegli elementi naturali messi insieme creavano un quadro stupendo, se avesse avuto carta e matite ne avrebbe immediatamente fatto uno schizzo per ricordarselo.
"Siamo arrivati" annunciò Zack entusiasta.
"Questo è..." cominció Tom, ma era così sorpreso che non riusciva a pensare a nient'altro da dire. Non era tanto lontano dal punto in cui si erano incontrati la prima volta, eppure non gli era mai venuto in mente di arrivare fino alla fine di quel piccolo corso d'acqua per vedere fin dove arrivasse, perdendosi un luogo così bello e calmo.
"È il posto di cui ti parlavo, ti piace?" domandó Zack. Probabilmente lui era già abituato a quella visione, perciò non ne era rimasto così sconvolto quanto Tom.
"è bellissimo" concluse, accennando un sorriso.
"Vieni" disse Zack contento della sua reazione, poi si addentrò in quel posto speciale e Tom lo seguí volentieri.
C'era pace e silenzio, probabilmente quel luogo era conosciuto da poche persone se non da nessuno. Si sentiva solo il rumore del vento freddo che spostava i rami degli alberi e il suono dell'acqua cristallina che scorreva lungo il ruscello e si riversava in quel piccolo lago naturale. Tom era sicuro che se non ci fossero stati, si sarebbe addirittura potuto udire il suono del loro respiro o dei loro cuori che battevano nel petto. Si sentiva quasi un intruso, come se fosse un qualcosa di troppo che non si doveva trovare lì, però vedere quanto Zack fosse tranquillo e a suo agio riuscí a calmarlo un po' e a permettergli di godersi a pieno quell'atmosfera così piacevole. Sì avvicinò al lago e gli parve di intravedere un paio di sagome bianche spostarsi lentamente sopra i sassi sul fondale. Zack rimase in piedi a guardarsi intorno, mentre lui incuriosito si inginocchiò sulla neve e si affacciò sull'acqua per guardare meglio, e scoprí che si trattava di piccoli pesci bianchi con le pinne e la coda rosse. Si muovevano piano restando uno accanto all'altro scuotendo leggermente le pinne.
"Ti piacciono?" domandó Zack abbassandosi alla sua altezza e Tom annuí con la testa continuando a osservare attentamente i due animali.
"Sono molto belli" rispose. Del mondo non aveva visto praticamente nulla e questo lo sapeva, perciò alla visione di quei due pesci bianco candido dai movimenti cosí eleganti ne rimase meravigliato, avrebbe tanto voluto disegnare anche quelli.
"Se vuoi possiamo entrare nell'acqua e vederli più da vicino" propose Zack sorridendo, ma Tom gli rivolse subito uno sguardo interrogativo. Faceva freddo, poteva sopportare la neve sulle sue ginocchia o l'aria gelida che gli stava facendo diventare piano piano il naso paonazzo, ma entrare in acqua con quella temperatura sarebbe stata una delle cose che non gli sarebbe mai venuto in mente di fare e inoltre un ottimo modo per prendersi un bel raffreddore. Però se avesse detto a Zack che non voleva farlo, forse lui lo avrebbe considerato una persona noiosa e avrebbe potuto anche decidere di non vederlo piú.
"entrare... in acqua?" balbettò guardando il lago.
"Sì. L'acqua non è cosí fredda come sembra e puoi anche entrarci con i vestiti. Magari solo levati la sciarpa e la giacca cosí sei più comodo" rispose Zack come se fosse la cosa più ovvia del mondo e Tom inclinó leggermente la testa non capendo se l'amico stesse scherzando o fosse serio.
"Pensi che io ti stia prendendo in giro?" gli chiese sorridendo, notando che il piú timido non rispondeva. Tom allora abbassò lo sguardo convincendosi del fatto che forse, anche se stava sorridendo e sembrava allegro come al solito lui lo aveva offeso in qualche modo e si sentí in colpa.
"Forse. Non lo so" rispose sottovoce. Zack se l'aspettava una reazione del genere, in fin dei conti la sua proposta in un primo momento sarebbe sembrata assurda a chiunque. Persino lui se qualcuno glielo avesse detto avrebbe pensato che fosse una presa in giro, però ricordava bene la prima volta in cui, non avendo nulla da fare e preferendo trascorrere tutto il pomeriggio da solo nel bosco piuttosto che a casa, aveva deciso di togliersi le scarpe e provare a nuotare un po' nell'acqua di quel lago. La temperatura era tiepida e cosa ancora piú assurda, aveva notato che i vestiti e capelli non si erano bagnati per niente, erano rimasti solo un po' umidi. Non sapeva perchè succedeva, però da quel giorno aveva deciso di rifarlo altre volte è sfruttare quelle occasioni per guardare i pesci più da vicino e magari con un po' di fortuna anche accarezzarli. Gli piaceva, era un modo per staccarsi ogni tanto dalla realtà e rifugiarsi nel suo piccolo mondo in quel lago nel bosco, un luogo suo che probabilmente solo lui e altre pochissime persone conoscevano e lì nessuno poteva trovarlo.
"Lo immaginavo. Ma non ti sto prendendo in giro" disse alzandosi in piedi. Tom lo guardava attentamente dietro i suoi occhi color nocciola scrutando con attenzione ogni suo movimento. Zack si tolse la giacca e le scarpe e lui ne rimase sorpreso. Faceva freddo, ma lui sembrava stare bene quasi come se stesse ripetendo delle azioni abituali, che aveva già svolto parecchie volte entrando perfettamente in sintonia con l'ambiente che li circondava. Si sedette sulla parte di terra e immerse i piedi nell'acqua di quella grande fossa.
"Fidati di me, fallo anche tu" gli disse dolcemente. Tom sapeva che anche se avesse rifiutato Zack non se la sarebbe presa, però temeva comunque che potesse dargli fastidio in qualche modo inoltre glielo aveva chiesto in un modo così calmo e spontaneo che se avesse dato una risposta negativa avrebbe provato un lieve senso di colpa. Indugiando per qualche secondo si tolse lentamente le scarpe, la sciarpa e la giacca e si rese conto che davanti a Zack non era mai stato così scoperto. Non c'era più il morbido tessuto della sciarpa in cui affondare il viso quando si imbarazzava, le tasche dove mettere le mani o la giacca che lo copriva. Si sentiva vulnerabile e troppo esposto, ma ormai era andato troppo oltre per poter tornare al punto di partenza.
Poi si sedette accanto a Zack sul soffice manto di neve e immerse anche lui le gambe nell'acqua che gli arrivava fino alle caviglie.Il naso e le ginocchia erano paonazze, il vento gli sfiorava ogni parte del corpo rimasta scoperta e gli faceva venire la pelle d'oca, tuttavia l'acqua era tiepida ed era come se il suo calore avesse iniziato ad avvolgere lentamente tutto il suo corpo non facendogli patire tanto quelle basse temperature, percepiva la stessa sensazione di quando qualcuno ti avvolge in un abbraccio contagiandoti con il suo calore. Era una sensazione piacevole e si sentiva straordinariamente bene.
"Come ti senti?" gli chiese Zack guardando un punto indefinito del panorama di fronte a loro.
"Mi piace. L'acqua non è fredda come pensavo" rispose Tom.
"Te l'avevo detto. Però bisogna entrarci dentro per sentirsi davvero bene con l'acqua"
Tom non sapeva che cosa intendesse Zack con "sentirsi davvero bene con l'acqua", però quel giorno non se la sentiva proprio di spingersi fino a quel punto, gli sarebbe bastato semplicemente stare lì di fianco al suo amico e parlare di qualcosa fino a quando il sole non sarebbe tramontato, con il calore dell'acqua ai piedi.
"Zack..." cominció, ma non sapeva se ció che voleva dire era opportuno.
"Dimmi" gli rispose lui in tono rassicurante. Lo faceva sempre, ogni volta che notava che Tom esitava nel dire qualcosa.
"Non penso di volerlo fare. Intendo..."
solo mentre pronunciava quella frase, si rese conto di quanto fosse insicuro. Si trattava semplicemente di entrare in un lago dove l'acqua non sembrava nemmeno troppo profonda, con i vestiti e per di più con Zack, una persona che fino a quel momento non aveva tradito la sua fiducia. Però non ci riusciva, gli serviva ancora del tempo.
"Niente" disse infine, vergognandosi del fatto che si sentiva bloccato anche a fare una cosa così semplice.
"Che cosa stavi dicendo?" chiese per cambiare argomento, abbassando lo sguardo sulle sue ginocchia sentendosi fortemente penetrato dallo sguardo interrogativo di Zack su di lui. Sperava che non se ne fosse accorto, ma era un ragazzo molto intuitivo e aveva sicuramente capito che c'era qualcosa che non andava.
"Senti" iniziò lui e Tom sentí i suoi respiri farsi più lenti e profondi.
"Quando inizi un discorso non devi pensare a nient'altro che a finirlo. Non devi interromperti preoccupato per quello che potrei pensare io. Se vuoi dire una cosa, dimmela e basta"
"Non volevo dire niente di importante" gli rispose Tom, però Zack sembrava volerlo guardare in faccia mentre parlava così senza alcun tipo di preavviso prontamente gli mise due dita sotto al mento, lo costrinse a guardarlo e Tom non ebbe altre alternative se non alzare gli occhi e incrociare il suo sguardo. Quel minimo contatto fisico gli aveva fatto tremare la schiena. Le sue guance arrossirono lievemente, purtroppo la sciarpa in cui nascondersi l'aveva tolta perciò non poteva evitare che Zack lo notasse, il cuore iniziò a battergli forte nel petto e strinse le gambe in preda all'emozione del momento. Forse era la prima volta da quando si erano incontrati giorni prima che avevano un contatto così ravvicinato.
"Se vuoi possiamo tornarci un'altra volta" continuò allontanando le mani dal viso di Tom che nel frattempo era rimasto troppo sconvolto da quel contatto per distogliere nuovamente lo sguardo, così Zack aveva ottenuto la sua completa attenzione.
"Quello che abbiamo fatto oggi è già abbastanza, però vorrei davvero farti vedere quanto è bello questo posto. Quest'acqua è come se ti avvolgesse, non so se mi spiego"
Si spiegava benissimo.
"Vorrei mostrartelo. Non ora ma quando ti sentirai pronto. Non ti obbligo a fare qualcosa se non vuoi"
Tom rimase ancora in silenzio per qualche secondo. Quelle non erano frasi dette tanto per essere dette, ma sembravano sincere e spontanee e Tom si sentí meglio.
"Comunque..." riprese Zack notando che l'amico non parlava "qualsiasi cosa tu dica, sappi che non mi darà fastidio" gli disse. Tom lo guardò e lui gli rivolse un sorriso.
"Grazie Zack" gli rispose, e sorrise a sua volta.
"Volevo chiederti una cosa" domandó poi Zack girandosi verso la sua direzione.
"Che cosa?"
"Cos'è quel sacchetto che ti porti dietro da quando siamo usciti?" gli chiese, indicando con il dito il sacchetto che Tom si era portato con sè da quando era uscito e che poi aveva appoggiato lá vicino poco prima di avvicinarsi al lago.
"Ho fatto una crostata. Volevo... dividerla con te" disse timidamente.
davvero?" gli chiese entusiasta e Tom annuí con la testa.
"Quando ci siamo incontrati al mio villaggio e avevi detto che avevi intenzione di fare una crostata, non pensavo che l'avresti portata oggi"
"Volevo dividerla con qualcuno"
-qualcuno- era una parola molto generica. In verità Tom aveva pensato sin da subito di dividere la crostata con Zack, ma forse se glielo avesse detto sarebbe stato troppo diretto perciò decise di rimanere più sul vago e non specificare troppo i dettagli.
"Allora sono contento che tu abbia deciso di dividerla con me" gli rispose Zack, e insieme trascorsero il tempo restante a parlare delle loro attività pomeridiane mangiando la crostata e guardando i pesci nel lago fino al tardo pomeriggio.
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Tom e Zack
FantasyEra una fredda mattinata d'inverno, e Tom se ne stava seduto su una sedia accanto al camino. Fuori nevicava, e i versanti delle montagne erano ricoperti da un manto bianco uniforme. Il calore del fuoco che ardeva sulla legna, era un sollievo per lui...