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Il giorno seguente, la sorella maggiore era partita per un breve viaggio. Non sarebbe stata via per molto tempo, ma era necessario che si allontanasse dalla fattoria per alcune questioni molto importanti, per questo Agata, per l'ultimo pranzo tutti insieme prima di salutarla, aveva preparato il pollo come piaceva tanto alla figlia.
Quel discorso aveva incuriosito parecchio Zack, che avrebbe tanto voluto chiedere dove sarebbe andata e che cosa avrebbe fatto di preciso, ma a tavola non trapelarono dettagli e ci fu soltanto qualche banale raccomandazione. Si aspettava che i genitori fossero un po' più severi con lei, insomma, anche se non la conosceva poteva avere tranquillamente la sua età, e viaggiare da soli così giovani non era certo cosa da fare tutti i giorni. Non che lui potesse dire qualcosa a riguardo, dato che era letteralmente ciò che lui stava facendo, ma il concetto era diverso: lui era scappato, lei invece se ne stava andando con i genitori perfettamente consapevoli di ciò. Nessuno dei due infatti si scompose più di tanto, e lui non poté obiettare nulla: in fondo, dell'età giusta per fare le cose non ne sapeva niente. La sua vita era stata una corsa contro il tempo, e anche l'essere scappato di casa trovando l'indipendenza più totale ne era la dimostrazione. Non aveva mai pensato di essere troppo giovane per affrontare il mondo, ed era partito con determinazione. Se era una cosa che doveva essere fatta, anche quella ragazza avrebbe fatto lo stesso nonostante probabilmente non avesse ancora raggiunto la maggior età.
Quando la salutarono Philip cercava di sforzarsi e sorridere, Agata invece non si lasciò sfuggire nessuna espressione. Bianca pianse, e Tom la aiutó ad asciugarsi le lacrime con un fazzoletto.L'assenza della sorella maggiore per qualche giorno fu un sollievo per entrambi i ragazzi.
Era una presenza ambigua, e i due non riuscivano mai a capire se fosse opportuno rivolgerle la parola e instaurarci un rapporto oppure lasciarla in pace come il suo sguardo ostile lasciava suggerire. Tuttavia, adesso che non c'era più l'atmosfera si era fatta meno tesa, e Zack aveva cominciato a sentirsi più tranquillo.
Usciva tutte le mattine con Philip, e insieme irrigavano i campi e raccoglievano le pesche dagli alberi, respirando l'aria pulita della campagna sotto il cielo roseo dell'alba. Poi, preparavano le casse di legno e aspettavano che i venditori le venissero a caricare sui loro carri, trainati da maestosi e forti cavalli.
In genere erano uomini molto espansivi, parlavano tanto e non accennavano mai stanchezza, e Zack li ascoltava volentieri perché erano una buona scusa per prendersi una pausa. Tom aveva insistito per dare una mano e occuparsi personalmente delle mucche e delle pecore, e quando restava alla fattoria giocava con Bianca. Quella bambina gli piaceva molto, e insieme infornavano crostate, disegnavano, leggevano e parlavano. Non potevano uscire a fare una passeggiata, e dopo un paio d'ore la madre portava via la bambina con parole che Tom, ne era certo, credeva fossero tutte scuse.
"Adesso Bianca deve fare la doccia."
"Adesso Bianca mi deve aiutare."
"Adesso Bianca deve provarsi dei vestiti."
Era fastidioso, perché nonostante tutti i suoi sforzi sembrava che comunque la donna non si fidasse di lui. Bianca si divertiva quando erano insieme, eppure sentiva di non star facendo abbastanza. Quando Agata veniva a riprenderla non mancava mai di lanciargli un'occhiata sospettosa, come se lo stesso Tom le stesse nascondendo qualcosa. E in quei momenti, quando non c'era lavoro da fare e Bianca se ne andava via, si sentiva mortificato per il solo fatto di esistere.
Zack dava il suo contributo giorno dopo giorno, e anche se lui provava a fare lo stesso sentiva di non essere apprezzato allo stesso modo. Era una sensazione insopportabile. A volte si occupava anche di sistemare i sacchi di grano destinati al mulino, e anche se era un lavoro fisicamente impegnativo, era l'unico modo che aveva per sfogarsi un po' e esaurire tutte le sue energie.
Chissà per quanto altro tempo sarebbero rimasti lì, si chiedeva.Era sera, ed era seduto sul divano accanto a Bianca. Agata era in cucina, troppo indaffarata a lavare i piatti per prestare loro attenzione, così Tom si sentí libero di raccontare una storia alla bambina, che parlava di un artigiano vecchio vecchio, il quale viveva con la moglie in cima a una montagna. Fabbricava delle bambole bellissime con le anime delle persone, e Bianca ne era entusiasta. La storia non durò molto: l'aveva inventata Tom ma non ne aveva ancora perfezionato i dettagli, così aveva cercato di accorciare al posto di soffermarsi in descrizioni che non avrebbero portato da nessuna parte. Alla fine, quando arrivò il momento in cui la moglie del vecchio morí e lui decise di farci una bambola davvero speciale per conservare l'amore eterno per quella donna che aveva rubato il suo cuore, Bianca si stava addormentando.
Aveva gli occhietti impastati dal sonno, e anche se si sforzava di restare seduta il suo corpo dondolava alla ricerca di un morbido cuscino. Tom la guardò sorridendo, e quando allungò un braccio per aiutarla ad appoggiare momentaneamente la testa sulle sue gambe, qualcuno bussò alla porta.
Erano Zack e Philip, che stavano tornando da una battuta di caccia. Philip aveva annunciato con grande gioia che dopo vari tentativi Zack era riuscito a prendere un coniglio, e che sarebbe stato contento in quei giorni di servirlo a pranzo. Si fermò in cucina accanto ad Agata per raccontarle tutto, dando a Zack il permesso di congedarsi e andarsi a fare una doccia. Zack si fermò un attimo sulla soglia della porta a guardare Tom, che teneva la testa della bambina sulle sue cosce e piano piano le carezzava i capelli, e dopo poco tempo li raggiunse. Bianca doveva essersi proprio affezionata a lui. Era quasi geloso del fatto che lei potesse trascorrerci insieme così tante ore al giorno, e addormentarsi addirittura sulle sue morbide gambe. Lasciarono la bambina tranquilla sul divano, e Tom accompagnò Zack al piano di sopra, dove gli raccontò brevemente la giornata e gli passò un paio di asciugamani. Aveva il ginocchio sbucciato e molto delicatamente lo aiutò a medicarsi, mentre Zack gli spiegava come in realtà, a distanza di qualche ora, si fosse pentito di aver ucciso quel povero coniglio innocente. Gli piaceva accompagnare Philip nelle sue giornate di caccia, ma sentiva di farlo più per compiacerlo, che per passione. Non aveva mai pensato prima di allora che uccidere piccoli animali potesse essere una fonte di piacere, e ne era ancora convinto.
La carne gli piaceva, ma l'idea che derivasse direttamente dalle sue mani lo disgustava. Che fosse un po' un pensiero da ipocriti?
Ah, aveva troppi pensieri per la testa.
"Ti fa ancora male il ginocchio?" gli domandò Tom dopo che Zack si fu rivestito.
"Non più."
"Dovresti stare più attento quando vai nei boschi con Philip."
"Lo farò Tom, non ti preoccupare. Dammi i vestiti, andrò a metterli nei panni sporchi al piano di sotto" disse, prima di abbandonare Tom per qualche minuto.
Scese le scale, ma non appena giunse nelle vicinanze della cucina, le parole bisbigliate di Agata e Philip catturarono la sua attenzione.
Parevano nel bel mezzo di un discorso di estrema importanza, entrambi troppi coinvolti per parlare uno alla volta, ma abbastanza prudenti da non alzare mai il tono di voce.
Il loro bisbìgli di sovrapponevano l'uno sull'altro, quasi come se qualcuno potesse effettivamente ascoltare le loro conversazioni, e Zack non riuscì a comprenderne a pieno i significati.
"Cara ascoltami..."
"No Philip, questo è..."
"Sì però se ci pensi..."
"Non possiamo..."
"Facciamo così..."
Parole, parole, parole.
Erano tutte parole spezzate, frasi sparse, significati frammentati. Non stavano bisticciando, su questo Zack ne era sicuro, però c'era qualcosa nei loro stati d'animo che li rendeva inquieti e preoccupati. Bianca stava dormendo come un sasso, perciò era ovvio che parlavano così per non farsi sentire da lui e Tom. Si nascose ancora meglio dietro alla parete, stando ben attento che la luce non facesse scoprire la sua ombra all'interno della stanza, e appoggiò l'orecchio al muro nella speranza di capirci qualcosa.
"Bianca potrebbe..."
"È sicuro..."
"No, no, no..."
"Con Tom..."
"Non ne siamo certi... non possiamo esserne certi..."
"Quel Tom..."
Pausa di silenzio.
Cosa c'entrava Tom?
Aggrottò la fronte e si mise ancora in ascolto, ma non udí più una parola. I due sembravano essersi presi un attimo di pausa per riflettere su come andare avanti, e fu allora che Agata interruppe la pausa.
Fece un respiro profondo, e riprese a parlare con un tono di voce non alto, ma senza dubbio più udibile rispetto a quello di prima.
"Abbiamo dovuto ospitarli perché altrimenti avrebbero sospettato di noi."
"Sono solo dei ragazzi, Agata."
"Abbiamo già preso dei ragazzi nella nostra fattoria, e se con loro avessimo fatto un'eccezione le persone al villaggio avrebbero cominciato a parlare."
Il cuore di Zack ebbe un sussulto. Per un attimo gli parve di aver ricevuto una martellata al petto, che gli fece quasi venire una fitta alla testa. Ripercorse mentalmente la frase che aveva appena sentito, approfittando di quell'ulteriore pausa per tatuarsela nel cervello:
- Abbiamo dovuto ospitarli perché altrimenti avrebbero sospettato di noi. -
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Tom e Zack
FantasyEra una fredda mattinata d'inverno, e Tom se ne stava seduto su una sedia accanto al camino. Fuori nevicava, e i versanti delle montagne erano ricoperti da un manto bianco uniforme. Il calore del fuoco che ardeva sulla legna, era un sollievo per lui...