CAPITOLO 16

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ELENA

Sto sul balcone ed osservo il panorama che si può ammirare, mentre il vento mi scompiglio leggermente i capelli.

Sto ormai per iniziare la mia terza sigaretta, pur di non rientrare in quella stanza, quando sento dietro di me la porta finestra aprirsi e chiudersi.

Non mi giro per controllare chi è, ma appena la persona si avvicina, con la coda dell'occhio, riconosco la figura di Ivan.

<Scusami per prima. Pensavo che non conoscessi la situazione di Veronika.> Mi dice, interrompendo il silenzio che mi circondava.

<Perché credevi questo? Chi ti ha dato questa certezza?> Sbotto verso di lui, ancora con i nervi a fior di pelle.

Mi giro verso Ivan, e noto come mi osserva con una certa curiosità.

<Sarai pure l'occhio d'aquila di cui tutti parlano, ma non permetterti mai più di fare deduzioni senza sapere la versione di tutte le persone coinvolte.

Va bene? Se continuerai a comportarti come hai appena fatto con me, tutti si allontaneranno da te.>

<Va bene Elena... Ma perché mi stai dicendo tutto questo?> Mi domanda.

<Ti sto dicendo tutto questo, testa di cazzo, perché io dico sempre la verità, perché voglio rimproverarti e perché vorrei essere tua amica.

Ma se ti comporti così non ci metterò molto ad allontanarmi da te.> Dico, finendo il mio discorso.

Sto per spegnere la mia sigaretta, nonostante fossi arrivata a metà, quando Ivan me la toglie dalle mani, ed inizia a fumarla.

<Grazie Elena, posso dedurre dal tuo rimprovero che sarai una delle poche persone che mi dirà sempre la verità e mi rinfaccerà tutti i miei errori.>

<Ancora con questo dedurre! Cosa cazzo ho detto prima?> Gli dico mentre osservo il suo sguardo sorpreso.

<Ivan non mi guardare così, sarò una donna, ma non significa che non so imprecare.>

<È solo che... È solo... Cazzo Elena, tu sì che sembri una donna del nostro mondo.

Spero di non sbagliarmi, ma credo che tu sei una delle poche donne che mi piacerebbe avere come amica. Ovviamente se tu lo vuoi?>

<Volere cosa Ivan? Mica l'ho capito.> Gli dico punzecchiandolo.

Lui si gira verso di me, e mi rifà la domanda nuovamente. Ora però con un tono più deciso.

<Elena vuoi essere mia amica?> Mi chiede mentre finisce di fumare la sigaretta.

<Forse...Forse sì... Forse no...> Rispondo, notandoun filo di tristezza nei suoi occhi, anche se per poco tempo.

<Dai scherzo! Se non lo diventassimo ora,credo che lo diventeremo con il tempo.> Gli dico mentre con la schiena mi appoggio alla ringhiera.

<Perché dici così?> Mi chiede, ed io inizio ad elencarli i vari perché.

<Perché i nostri padri si trovano in una relazione stretta a causa del loro lavoro.

Perché la mia migliore amica presto sposerà tuo fratello minore.

Perché tra poco credo che comincerò a dare lezioni di inglese a tua sorella minore.

E.... Devo veramente continuare
Ivan?> Gli chiedo all'improvviso, ed entrambi scoppiano a ridere in una sonora risata.

Veniamo interrotti da papà che ci comunica che Veronika è al telefono con il signor Volkov.

Io e Ivan rientriamo nell'ufficio e aspetto che il signor Volkov mi passi il telefono.

Noto poco dopo, che sul tavolo basso del salottino, ci sono tre bicchieri riempiti con del whisky.

<Tieni Elena, ora te la passo.> Mi dice il signor Volkov, mentre mi passa il suo telefono.

Io lo prendo e lo appoggio al mio orecchio.

Io e la mia amica iniziamo la nostra lunga conversazione. Ovviamente inizio dal principio chiedendole come sta.

Dopodiché, senza fare troppa pressione, cerco di ottenere maggiori informazioni sul motivo che l'ha spinta ad agire in questo modo.

E mentre ascolto Veronika rispondermi, noto Ivan che ritorna verso di noi con un bicchiere di vetro vuoto e con una bottiglia di whisky.

Appoggia il bicchiere, e versa un po' del liquido nel recipiente trasparente.

Dopo aver riempito il bicchiere, me lo passa e io li sorrido per ringraziarlo.

<Veronika ascoltami, memorizza questo numero di telefono.

Qualsiasi cosa succede anche il semplice volere di andare via da quella casa, chiama me.

Se non rispondo, chiama papà. E se proprio senti che vuoi andartene al più presto chiama questo numero.

Sarai portata immediatamente alla casa dei Volkov, come legittima moglie di Radim, capito Nika?>

"Capito Ele. Grazie mille, anche se devo dire che non mi aspettavo che fossi a casa dei Volkov." Mi dice Veronika dall'altra parte del telefono.

<Lasciamo stare. Domenica sera quando usciamo, ti racconto tutto.>

"Aspetta... Tuo padre ha detto di sì? Possiamo uscire insieme?"

<Si Veronika, domenica sera vengo a prenderti con alcuni uomini di papà.

Cascasse il cielo che loro non mancheranno di sicuro.> Le dico, ed entrambe scoppiano a ridere.

La chiamata tra me e Veronika finisce appena in tempo, quando la porta dell'ufficio viene varcata da Larisa, che ci comunica che il pranzo è pronto.

Iniziamo a incamminarci insieme verso la sala da pranzo.

Durante il tragitto, i tre uomini iniziano a parlare di argomenti a cui preferisco non intervenire, perciò decido di rimanere in disparte, dietro di loro.

Finalmente arriviamo in soggiorno, dove notiamo Elmira che sta finendo di impiattare gli ultimi piatti.

Tutti gli uomini iniziano a prendere posto alla grande tavola, mentre noto che Larisa ed Elmira sono un po' in difficoltà nel servire il tutto.

Perciò decido di alzare le maniche del mio maglioncino, e di dirigermi verso la grande isola della cucina.

Prendo in mano due piatti, mentre dico a Larisa di prendere il pane e portarlo sulla tavola.

<Elena!> Mi rimprovera Elmira mentre già arrivo al tavolo con due piatti, che do rispettivamente al signor Volkov e papà.

<Tranquilla Elmira non è nulla, sono solo un paio di piatti.> Le dico, tranquillizzandola.

Ritorno in cucina e prendo gli altri piatti, mentre Elmira mi guarda male. Nonostante ciò, continua a riempire i piatti e passarmerli.

Alla fine rimangono solo i nostri piatti, il mio e quello di Elmira, che porto a tavola per ultimi.

Sia io che Elmira ci sediamo e finalmente iniziamo a pranzare tutti quanti insieme.

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora